La finzione dei nostri tempi
Walter Prete scrive un testo contemporaneo che si incentra sulla plastica, oramai simbolo, oggetto e causa dell’inquinamento ambientale. In scena all‘Altrove Teatro Studio della capitale, dal 24 al 26 gennaio, il primo intento è far riflettere il pubblico sui tanti significati insiti nel titolo della pièce
La parola sete, se ci si pensa bene, racchiude in sé molte accezioni. I contenuti possono essere di vario genere: sete di potere; sete di soldi; sete di affari; sete di “like”; sete di visibilità; sete intesa come necessità di bere acqua che, in questo contesto, non è da sottovalutare.
Unico interprete sul palco è il giovane Giorgio Sales diretto da Lorenzo Parrotto, il quale si cala nei panni di cinque personaggi, totalmente diversi tra loro: un imprenditore, un ristoratore, un operatore di call center, un critico di arte e infine un influencer.
La recitazione varia di toni secondo le circostanze contestualizzate: a tratti incalzante e per altri versi calma e malinconica, delinea alla perfezione i caratteri e gli idiomi dei soggetti, tra i quali spiccano il ristoratore e l’imprenditore.
Il primo è legato alle tradizioni che vanno scontrandosi con la velocità contemporanea e la perdita del gusto. Essa è legata sia al cibo (finto), sia all’acqua – considerata ora bene prezioso – che man mano aumenta di valore, a favore del contenente ma forse più priva di sapore.
Il secondo, invece, rappresenta il business man per eccellenza. Sales qui, inserito in un ufficio, gioca una partita virtuale e declama a tempo di rap. Dunque, l’attore sfodera un’interpretazione davvero brillante e instancabile sostenuta dalle scelte registiche, che non fanno mai perdere il filo della narrazione.
La scenografia è essenziale: una sedia, un grembiule e altri elementi sono utilizzati in modo idoneo. Si inseriscono inoltre i video grafici, proiettati sullo sfondo, ideati da Federico Sanfrancesco, come le musiche pop e disco di Laurence Mazzoni, in perfetta sincronia con lo spettacolo.
‘Sete’ si dimostra una rappresentazione al passo con i tempi: si inserisce nella nostra realtà liquida in cui basta un’idea che, se “sparata a velocità“, può diventare un vero progetto. Fa riflettere inoltre sul concetto di ambizione e su quanto esso possa far raggiungere le vette del successo.
Annalisa Civitelli
Foto Civitas Creativa
Altrove Teatro Studio
dal 24 al 26 gennaio
Sete
di Walter Prete
regia Lorenzo Parrotto
con Giorgio Sales
assistente alla regia Alfredo Calicchio
musiche Laurence Mazzoni
video Federico Sanfrancesco