La commedia adolescenziale che parla di sesso
Seconda stagione
Una delle serie più apprezzate del catalogo Netflix è tornata il 17 gennaio scorso rivelandosi all’altezza delle aspettative. Affronta e sviluppa con straordinaria sensibilità i temi messi in gioco durante gli otto episodi della prima senza deludere il giovane pubblico
Breve riassunto per i neofiti: Otis (Asa Butterfield) è un sedicenne che frequenta l’Istituto Moordale insieme al suo migliore amico Erik (Ncuti Gatwa, al suo primo ruolo importante). La madre è una scrittrice e terapista sessuale (Jean Milburn, interpretata da Gillian Anderson) che crea notevole imbarazzo a suo figlio. Otis incontra Maeve (Emma Mackey, anch’essa al suo primo rilevante ruolo) e insieme aprono una “clinica del sesso” offrendo consulenze sul tema ai loro compagni di scuola.
La prima stagione ci ha lasciato con Otis che si fidanza con Ola, figlia di Jakob, il quale inizia a frequentare Jean, madre di Otis. Erik, invece, con un gigantesco colpo di scena, entra in intimità con il ragazzo che lo bullizzava, Adam Groff, e Maeve si rende conto troppo tardi di essere attratta da Otis oramai fidanzato.
Dunque, Meave ama Otis ma ha ragione lui: lei è una leonessa, come puó quindi essere attratta da un ragazzo che vorrebbe passare inosservato e stare in disparte nell’angolo? Possiamo facilmente rispondere, ancora una volta, con l’ovvietà secondo cui l’amore è irrazionale, imprevedibile e incontrollabile.
Tuttavia, analizzando la situazione più a fondo, possiamo notare che c’è un filo invisibile che lega i due personaggi così diversi ma al contempo simili, perché anche Meave è una ragazza che preferisce stare in disparte e che ha dovuto affrontare delle problematiche molto intense: i genitori sono tossico-dipendenti; viene offesa dai compagni; ha subito un aborto; infine, è costretta a denunciare la madre ai servizi sociali.
Lei però risplende di luce propria essendo questi espedienti ciò che l’hanno resa la leonessa di oggi. Questo è infatti il punto rilevante su cui soffermarsi: quanto la tristezza riesca a formare la nostra persona, “perché il dolore serve proprio come serve la felicità”, “perché morire serve anche a rinascere”, citando il cantautore Brunori Sas.
Questa morale la si coglie soprattutto nello sviluppo del protagonista che culmina attraverso un percorso di ascesa definibile come “la rivincita degli imbranati”: Otis riesce a diventare addirittura colui che dà consigli a un personaggio del calibro di sua madre (come il “non farti bullizzare”, 2×08); si analizza autonomamente e affronta il problema della mancanza della figura del padre; combatte e smaschera l’ipocrisia dello stesso; si prende le sue responsabilità di fronte ai suoi compagni sui disordini accaduti a scuola.
Altra crescita pertinente la riceve Adam. Bullo, superdotato, figlio del preside, è anche sensibile, bisessuale, e in cerca di qualcuno che creda in lui. Lo abbiamo conosciuto mentre viveva lo smarrimento della sua vita: frana a scuola, incapace di “arrivare alla fine della corsa” di un rapporto sessuale e oppresso dalla tirannia della figura paterna. Adam si trova in balia dei suoi fallimenti, dettati dalle sue negligenze ma soprattutto dalla vita.
La bellezza del personaggio, in cui lo spettatore può facilmente identificarsi, arriva durante la sua rivalsa, nella quale riesce ad affrontare le proprie emozioni per anni represse, dichiarando la sua bisessualità e l’attrazione per Erik, il ragazzo che aveva bullizzato per anni, dopo tanto tempo.
In un gesto estremamente plateale si smaschera attraverso la richiesta di una semplice stretta di mano, gesto molto delicato in contrasto con il carattere duro e chiuso che ci ha mostrato nella prima stagione. L’interpretazione magistrale di Connor Swindells riesce a trasmettere la repressione che vive il personaggio grazie a una mimica facciale impeccabile, che non fa trasparire nulla, volta a sottolineare l’incapacità di far uscire le sue emozioni.
Emblematico è l’episodio 2×07 sulla solidarietà femminile. Si ricava così una piccola nicchia il tema degli abusi sulle donne, identificato come unico elemento che le accomuna anche a parità di età, razza, religione. Lo sfogo della distruzione dell’auto, metafora per una presa di libertà universale a nome di tutte le donne del mondo, inquieta e lascia spazio per riflettere.
Altri personaggi che possiamo definire secondari rispetto al triangolo Otis–Maeve–Erik vivono anche loro delle problematiche molto intense che non annoiano minimamente lo spettatore bensì riescono a coinvolgerlo tramite la loro profondità.
L’ansia di Jackson (Kedar Williams-Stirling) per colmare le aspettative di tutti, per la sensazione di vivere una vita che non è la sua, per l’inseguimento dei sogni che sua madre vuole raggiungere attraverso di lui, sfocia nell’autolesionismo; l’oppressione di Aimee (Aimee Lou Wood) che, dopo essere stata molestata sull’autobus per andare a scuola, non riesce più ad avere fiducia né in se stessa né a farsi toccare dal suo ragazzo senza avere un crollo psicologico; lo smascheramento del cinismo di Ruby (Mimi Keene) dettato da un’insicurezza di fondo, dalla paura del giudizio altrui e dal dolore per la salute del padre.
Non proprio riuscito invece è il musical dell’episodio finale: momento in cui l’esemplificazione dello sdoganamento del tabù del sesso (argomento centrale della serie) finisce per risultare troppo volgare e non divertente rivisitazione di un classico shakespeariano, che parla d’amore e non di oscenità eccessive.
Si può pertanto parlare di sesso e sfatare l’inviolabilità della sua pronuncia anche senza eccedere così tanto. D’altro canto questo episodio va letto in chiave totalmente ironica e provocatoria, il che giustificherebbe la rappresentazione, ma di certo potrebbe risultare inopportuno per alcuni palati.
In definitiva questa riuscita seconda stagione di ‘Sex Education’ ha rivelato il vero spessore dell’opera, trattando nel giusto modo i veti degli adolescenti e riuscendo a far ridere e commuovere allo stesso tempo.
Amore, dolore, passione, frustrazione, ansia, imbarazzo, mai noia: questo è ‘Sex Education’.
Andrea Maresi
Sex Education
creata da Laurie Nunn
diretta da Kate Herron e Ben Taylor
con
Asa Butterfield Otis Milburn
Gillian Anderson Jean Milburn
Ncuti Gatwa Eric Effiong
Emma Mackey Maeve Wiley
Connor Swindells Adam Groff
Kedar Williams-Stirling Jackson Marchetti
Alistair Petrie Michael Groff
Mimi Keene Ruby Matthews
Aimee Lou Wood Aimee Gibbs
Chaneil Kular Anwar
Simone Ashley Olivia Hanan
Tanya Reynolds Lily Iglehart
Mikael Persbrandt Jakob Nyman
Patricia Allison Ola Nyman
James Purefoy Remi Milburn
Sami Outalbali Rahim
Paese Regno Unito
Anno 2019 – in produzione
Genere commedia drammatica, adolescenziale
Produzione Eleven Film
Distribuzione Netflix