La cultura tra le mura domestiche
Il Governo vara un altro decreto che il Covid–19 impone. Ora, dunque, chiudono teatri e musei, come altri luoghi di aggregazione e di cultura. Anche il mondo dello sport subisce uno stop come il calcio che finalmente placherà i suoi ritmi per un po’. Molte dunque le restrizioni da rispettare. Per il bene proprio, per il bene altrui. Un senso civico da cui impareremo qualche cosa?
Non bastava però il Corona virus a preoccuparci. Le carceri sono in agitazione, anzi, in rivolta. Si cerca di evadere e la polizia penitenziaria è in allerta. In effetti anche i detenuti sono preoccupati per il corona virus: già vedere i parenti via skype sarà un sacrificio in più, inoltre chiedono un indulto e garanzie maggiori rispetto l’epidemia in corso.
Buone notizie invece arrivano da Bvlgari, Dolce&Gabbana, Armani e altre grandi firme della moda italiana, che donano somme considerevoli a ospedali e protezioni civile, per fronteggiare l’attuale situazione di emergenza. Le strutture che ne beneficeranno, il Luigi Sacco, il San Raffaele, l’Istituto dei Tumori di Milano, lo Spallanzani di Roma e tante altre di certo avranno l’opportunità di contenere i malati e magari quella di comprare i respiratori in difetto.
Quello che a noi allarma è lo stop della cultura: tutto il comparto è fermo. Chi risarcirà i compensi persi? Attori, tecnici, uffici stampa, musicisti – che possono lavorare a Partita Iva –, cinema, musei, sale concerti, e altri luoghi che favoriscono aggregazione, spettacoli, musica e presentazione di libri, che vivono grazie a noi, come reagiranno e usciranno fuori da questa vicenda che ci rallenta?
Ci viene inoltre da riflettere: come i magazine che si occupano principalmente di cultura possono portare avanti il loro lavoro? Soprattutto chi si occupa solo di teatro? Cosa si può proporre ai propri lettori, quale tipologia di articoli, se si è abituati a scrivere in modo critico di spettacoli teatri e altri eventi culturali?
Ma la crisi non è solo italiana, si sta espandendo sia in Europa sia in America. Non solo. Il turismo e l’economia sono in perdita. Il lavoro è in crisi anch’esso: si viene addirittura licenziati in anticipo rispetto al contratto. È una lotta alla sopravvivenza: sembra di vivere in un conflitto o in una dimensione surreale.
Nonostante tutto cercano di tranquillizzarci e ci raccomandano di rimanere a casa. L’hashtag #iorestoacasa è una campagna per incitare i giovani a rimanere in casa e a non uscire. Ma è mai possibile smuovere personaggi famosi per far sì che i ragazzi e le ragazze non escano? Da soli non ci arrivano? Da dove parte la loro educazione?
Comunque vogliamo essere fiduciosi: ripartiremo più forti di prima. Il mondo al momento è lento, la guerra per il petrolio imperversa, le borse crollano. Insomma, il singolo individuo tuttavia lavora di fantasia: si leggono libri in modo assiduo; si fa incetta di film e di serie TV on–line; si sta a casa; si rispettano le regole; si indossano le mascherine per precauzione; si disegna; si dipinge e il tempo si dilata senza corse e in silenzio.