Il passato non muore mai
La trasmissione “Testimoni del tempo – Conversazioni sul Novecento” di Rai 5 ha dedicato un episodio a Giorgio Bassani a vent’anni esatti dalla sua morte: il 13 aprile. Per la regia di Enzo Sferra e la produzione di Annalisa Proietti, il critico letterario Giulio Ferroni ci accompagna per le vie di Roma dove lo scrittore, politico e poeta ha vissuto
La puntata ripercorre la vita dell’autore ferrarese: egli nasce a Bologna nel 1916 e muore a Roma nel 2000. Vive gran parte dei suoi anni a Ferrara dove, dopo gli studi universitari, insegna italiano e storia alla “Scuola Ebraica” in Via Vignatagliata; sarà poi docente di Storia del Teatro, all’“Accademia Silvio D’Amico” di Roma. La sua prima raccolta poetica, “Storia dei poveri amanti (e altri versi)”, tratteggia il suo percorso artistico, mentre il suo primo romanzo, “Una città di pianura” (1940), è stato scritto con lo pseudonimo di Giacomo Maschi.
Redattore delle riviste “Botteghe Oscure” e “Paragone”, ricoprì anche il ruolo di Direttore Editoriale de La Feltrinelli, contribuendo alla pubblicazione de “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Fonda l’“Associazione Italia nostra” (1955) con l’intento di salvaguardare il Patrimonio ambientale e artistico italiano. Bassani, inoltre, entra in politica come attivista clandestino nel ’40.
Le sue opere più famose sono i libri che rappresentano la storia del Novecento, in cui racconta la sua Ferrara, la sua identità e in particolare quelle in cui dipinge lo scenario del mondo ebraico ferrarese, delle leggi razziali, promulgate nel 1938, e delle persone emarginate.
Dopo aver vinto il premio Strega con “Cinque storie ferraresi” (1956), nel 1960 pubblica “Gli occhiali d’oro”. Seguono “Una notte del ’43” e “Il giardino dei Finzi–Contini” opera, quest’ultima, che Vittorio De Sica traspose in film. La carriera dello scrittore quindi si intreccia anche con il cinema: collabora con Michelangelo Antonioni, Mario Soldati, Luigi Zampa e Alessandro Blasetti.
L’appartenenza di Bassani a una famiglia ebraica e il suo essere antifascista lo portano a narrare, con particolare sensibilità e minuzia, una delle pagine più buie della nostra storia attraverso personaggi che veramente hanno abitato la città estense: l’autore descrive con precisione i monumenti e le vie, ma anche quei sentimenti mai patetici dei protagonisti delle sue storie, grazie al flusso vitale che rappresentano nella realtà.
La scrittura sentimentale di Bassani è dunque pregna di memoria, ma non semplicemente nostalgica dei tempi passati o di ricordi polverosi: il suo intento è raccontare ciò che ha vissuto soprattutto in prima persona, collegando il mondo personale con il circostante.
Autore che rispecchia il suo tempo quasi come fosse un cronista, Bassani ha il merito di aver fatto conoscere e divulgato autori nuovi, italiani e stranieri, in Italia. Ha avuto inoltre la capacità di descrivere con estrema schiettezza l’emarginazione e l’omosessualità, e fare dell’anamnesi storica un viaggio per l’avvenire.
L’ultimo tratto di vita dello scrittore delinea uno stile più rifinito – “Il romanzo di Ferrara” –, e un cambio di rotta: sceglie infatti la poesia polemica e stringata, definita “sul nulla“, che penetra tutti gli aspetti della vita e attraversa il Paese, grazie all’impegno ambientalista che rispecchia il suo “difendere lo spazio per difendere il futuro, difendere la bellezza d’Italia per difendere la persistenza dei valori che contano”.
Giorgio Bassani deve essere ricordato specialmente per il suo fervore politico e il suo essere partecipe su molti fronti della cultura: “Testimoni del tempo – Conversazioni sul Novecento”, appunto, evidenzia tutti gli aspetti della sua lunga carriera in modo chiaro mediante le parole puntuali di Giulio Ferroni. I suoi testi, così come le rispettive trasposizioni cinematografiche, sono la testimonianza che non bisogna separare la memoria dal passato, dal presente e anzitutto dal futuro.
Maria Vittoria Guaraldi
Foto dal web
Rai 5
13 aprile
Testimoni del Tempo – Conversazioni sul Novecento
Giorgio Bassani di Giulio Ferroni
Regia Enzo Sferra
Programmista regista Francesco Russo
Assistente al programma Guendalina Carattoli
Realizzazione grafica Angelo Picone
Segreteria organizzativa Alessandro Bernardi
Voci narranti Tiziana Amico e Stefano Nazzaro
Si ringraziano Villa Farnesina, Accademia Nazionale dei Lincei, Rai Teche e Centro Servizi Salario Rai per la collaborazione
Produzione Annalisa Proietti