Ripartenza
Oggi, 18 maggio 2020, si riparte. La maggior parte delle attività commerciali ritirano su le saracinesche dopo un forzato lockdown, che ci ha visti fermi e impotenti di fronte la pandemia devastante. Chiaramente bisognerà attenersi a tutte le direttive del caso e sforzarsi nel rispetto delle regole, affinché non fare un passo indietro.
E noi, ritorneremo ad affollare di nuovo le strade e i cieli: questi dal 3 giugno, dato che l’Italia ha deciso di riaprire le frontiere. Neanche il tempo di far respirare il Pianeta per due mesi e sei giorni, che lo smog si rimpossesserà dell’aria, ora più ossigenata. Magari prendere in considerazione gli incentivi dello Stato per le biciclette e i monopattini potrebbe essere una soluzione ideale! Bisogna pensarci. È ormai una necessità impellente riflettere sul nostro benessere e su quello della Terra.
Nel sottobosco si parla di scuola, di esami di terza media e di maturità: i primi si svolgeranno con una tesina presentata on–line e, inoltre, si terrà conto della valutazione da parte del Consiglio di classe; i secondi verranno svolti in sede – con ingressi contingentati e la possibilità di un solo accompagnatore per alunno/a – attraverso un colloquio orale. I bambini delle elementari, invece, in alcune Regioni italiane, riprendono le loro lezioni, ma non in aula, nei boschi. Crediamo sia una trovata peculiare: l’attività didattica unisce l’utile al dilettevole, aiutando soprattutto i più piccoli a vivere il contatto unico con la natura. Nella Penisola il settore scuola è stato però poco considerato: in Europa si sente l’eco di riaperture, almeno per qualche settimana e seppure con i dovuti accorgimenti.
Da una parte, poi, abbiamo ancora i femminicidici che che il Covid–19 ha contribuito ad aumentare, dall’altra le conferenze stampa del Presidente del Consiglio Conte il quale, nell’ultima, ha affermato che il 15 giugno prossimo apriranno sia i teatri sia i cinema. Insomma, siamo stati orfani delle attività culturali e tra un mese riconquisteremo quegli spazi che hanno privato ciascuno di distrarsi e di acculturarsi.
Come ripartiranno? In che modo saremo disposti nelle platee e nelle sale cinematografiche affinché il distanziamento funzioni?
Al di là delle considerazioni fatte – si sa, i teatri di solito chiudono a giugno per proporre la nuova stagione tra settembre/ottobre –, intanto anche le serrande dei luoghi dove si crea l’“arte oratoria e visiva” si alzano di nuovo e chissà se saranno in grado di organizzare una mini–programmazione estiva. In tempi brevi, ovvio.
Dunque, che estate sarà? Noi siamo speranzosi. In effetti, per far ripartire una macchina così gigante e ingegnosa industria artistica ci vorrà del tempo: gli spettatori dovranno essere molto pazienti. Gli eventi musicali sono stati rimandati all’anno prossimo, quindi bisognerà essere necessariamente in buona salute, augurandosi di poter andare a canticchiare le canzoni dei propri beniamini.
Anche per la tintarella c’è tempo: le spiagge e i bar–ritroranti, e i bagni al mare sono tuttora un’incognita. Tutto ha una forma ancora rarefatta, ma gli addetti del comparto stanno già lavorando per noi, innanzitutto per loro!
L’elemento però che questa settimana ci sorprende e ci fa riflettere al contempo, e vogliamo evidenziare, sono le lacrime in diretta della Ministra per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova, mentre annunciava il decreto rilancio.
Esso prevede il sostegno all’agricoltura e la messa in regola dei tanti emigranti che di conseguenza potranno lavorare nei campi. Una persona autorevole e con in incarico istituzionale si mostra emotivamente fragile di fronte ai traguardi che questo Governo ha raggiunto in una fase davvero critica.
Piccoli passi che ci auguriamo lei possa compiere ancora sia in nome dell’equità sociale sia in nome di una parità e di una convivenza pacifica della cittadinanza. Una lotta per la dignità umana che non appartiene solo a noi italiani ma al mondo intero: “Voglio sottolineare un punto per me fondamentale, l’emersione dei rapporti di lavoro. Da oggi gli invisibili saranno meno invisibili“.
Da questo dovremmo ripartire e imparare, perché i diritti appartengono a ognuno di noi, nessuno escluso. Come il senso di umanità.