Una storia concreta
Il documentario, diretto da Massimo Ferrari e prodotto da Sky Arte, Big Sur e Mad Entertainment, è stato presentato alla trentottesima edizione del Torino Film Festival e racconta la fioritura del rione Sanità e la visionarietà delle figure che ne hanno promosso la riqualificazione
È padre Antonio Loffredo l’anima della rinascita del rione Sanità. È lui che apre il racconto e ci conduce nei meandri del quartiere, tra le storie e le persone che lo animano. È una persona concreta, lo capiamo subito: ha saputo immaginare un’alternativa di vita per i ragazzi del quartiere più dimenticato di Napoli ed è stato in grado di farne una realtà.
Non è facile, perché per chi ha vissuto sempre in un certo modo, la tentazione di percorrere un sentiero conosciuto e tornare indietro è forte.
Ce lo spiega padre Loffredo, facendo il paragone con “quel popolo liberato dall’Egitto che, una volta presa la strada del deserto, diretto verso una terra promessa tanto anelata, cede talvolta all’impulso di tornare indietro”.
‘Rione sanità, la certezza dei sogni’, scritto dallo stesso regista, Massimo Ferrari, insieme alla giornalista Conchita Sannino, racconta la riqualificazione degli ambienti del rione, il chiostro, il “Giardino degli Aranci”, “la Casa dei Cristallini”, per citarne alcuni.
Ma soprattutto si sofferma sul percorso culturale e artistico di cui il quartiere si fa promotore, che coinvolge i ragazzi attraverso un laboratorio teatrale, un’orchestra, una squadra di calcio e una cooperativa, quella de “La Paranza”, che offre lavoro ai giovani come guide turistiche all’interno delle catacombe di San Gennaro.
Il motore è Ernesto Albanese, il manager che ha fondato la onlus “L’altra Napoli” in seguito all’uccisione del padre in una rapina. Albanese vuole cambiare le cose, chiede come, Sannino lo indirizza verso Loffredo.
Parte la riconversione di un territorio, che scavalca i limiti del mero assistenzialismo e crede nell’investimento, comprende l’importanza di possedere un animo imprenditoriale, cosicché il quartiere passi dall’essere considerato il bassofondo di Napoli all’attirare i turisti di tutto il mondo. E in quindici anni vengono raccolti sette milioni di euro.
Grazie, tra gli altri, a Padre Loffredo, viene anche riaperta, dopo anni di abbandono, la “Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi”. Ne vengono consegnate le chiavi a Jago, scultore talentuoso che per Napoli aveva già realizzato “Il Figlio velato”, dichiarandola “una terra fertile, luogo in cui, appena metti un seme, germoglia“.
Ed è così che la chiesa, per una decisione dalla matrice sicuramente sociale, diventa il suo laboratorio dentro il quartiere Sanità.
Viene descritto, il quartiere che Ferrari ci racconta, come un luogo dove “umile e sublime si incontrano”, in uno stile simile a quello dei film, con voce fuori campo e riprese con i droni – panoramiche che inquadrano la bellezza dell’arte in contrasto con i palazzi fatiscenti –, e che include al suo interno elementi del teatro, con bambini affacciati a balconi che recitano passi del giornalista e scrittore napoletano Ermanno Rea.
È una storia esempio di concretezza. Parla di rendere possibile ciò che prima risultava impensabile.
Ghila Cerniani
Rione Sanità, la certezza dei sogni
di Massimo Ferrari
Scritto da Massimo Ferrari e Conchita Sannino
Fotografia Blasco Giurato
Montaggio Gustavo Alfano
Musiche Enzo Foniciello
Sceneggiatura Massimo Ferrari e Conchita Sannino
Operatori di ripresa Enrico de Divitiis e Fabio Lanciotti
Organizzatore di produzione Giuseppe D’ambrosio
Produttori Maria Carolina Terzi e Luciano Stella
Produttore delegato Carlo Stella
Produttore esecutivo Lorenza Stella
Produzione Sky Arte, Big Sure e Mad Entertainment
Genere Drammatico
Anno 2020
Durata 58 min