Salute, sicurezza e ripartenza
Ci ritroviamo dopo quasi due mesi. Ci siamo lasciati con delle considerazioni tra cultura e sport e oggi ci sentiamo in dovere di fare un omaggio a Gino Strada, chirurgo e fondatore di Emergency (associazione umanitaria internazionale impegnata nella riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo), il quale ha dedicato la sua vita alle popolazioni povere, soprattutto curando/operando le vittime di guerra in Afghanistan e non solo, facilitando inoltre l’apertura di numerosi ospedali sul territorio molto devastato di suo.
Non si può dire che salvare le persone non sia un obiettivo da sottovalutare. È una questione di diritti civili e di responsabilità verso il prossimo e le esistenze di tutti. È anche una questione di salute – se la si può intendere in questo modo – poiché se le guerre non esistessero ci sarebbe una minore necessità di intervenire tempestivamente sulla gente per sanare le ferite fisiche e psicologiche inflitte sulle popolazioni a causa delle interminabili barbarie.
Proprio circa la salute a Roma, all’interno delle sale dei Musei Capitolini, oggi 6 settembre si è concluso il G20 sulla Salute durato due giorni. Oggi più che mai indispensabile a causa del Covid. L’obiettivo è curare la salute mentale che, secondo le parole del Ministro Speranza è essenziale da sanare: “non c’è salute e non c’è benessere senza piena salute mentale. Nei mesi difficili di pandemia questa è diventata ancora di più una priorità“.
In effetti, se ci pensiamo bene, la pandemia ha inciso negativamente su tutti noi: una conseguenza del lockdown, durante il quale essere reclusi in casa non ha giovato affatto. Senza poter uscire dalle mura domestiche non si è potuto svolgere le proprie azioni quotidiane, facendo acuire un senso di inadeguatezza profondo.
La deduzione logica è dunque che la salute mentale è senz’altro un’area medica da prendere in considerazione: inoltre, la salute mentale “costituisce un elemento fondamentale per uno sviluppo socioeconomico sostenibile e un mondo più equo“, secondo le parole di Picardi, psichiatra dell’Iss e psicoterapeuta. C’è pertanto da riflettere. Una transizione ecologica che include e pensa a un’assistenza medica mirata, per un’inclusione di tutti all’interno della società: la questione diventa un’emergenza su cui tutte le nazioni UE intendono lavorare seriamente, senza perdere minuti preziosi.
Successi di cui vantarsi ci giungono dalle imprese degli atleti e dalle atlete paraolimpici/che: il 5 settembre si sono conclusi i giochi di Tokyo con l’Italia al 9° posto (14 ori, 29 argenti e 26 bronzi). Insomma un’estate che si conclude in modo fiammante. Alle imprese dell’oro si aggiungono le atlete della pallavolo femminile che si sono aggiudicate il primo posto agli Europei. Una vittoria che si può considerare una sorta di riscatto rispetto le scorse Olimpiadi che si sono chiuse a Tokyo la prima settimana di agosto scorso.
Ci voleva un minuscolo virus per farci riconoscere a livello sportivo?
Noi continuiamo a pensare che lo sport sia parte della nostra cultura e che sia una dimensione che rechi benessere fisico e mentale. Tutto si ricollega, dunque. Ed ecco che parlare di ripartenza diviene importante: teatri, cinema, concerti e mostre stanno riaprendo al pubblico, sempre in sicurezza.
E questa settimana la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia numero 78 è protagonista dei rotocalchi. Una rassegna che consegna il Leone d’Oro alla carriera a Roberto Benigni e speriamo ci rimandi una serie di ottime e interessanti pellicole da vedere e di cui essere orgogliosi come italiani.
Infine, un altro caposaldo della TV nostrana ci ha lasciati lo scorso 21 agosto: Nicoletta Orsomando. Una delle prime “Signorine Buonasera” che, dai primi anni ’50, annunciavano i programmi della serata. Con l’eleganza che l’ha sempre contraddistinta è entrata nelle case degli italiani presentando concerti, opere liriche e commedie teatrali, simboli di una televisione ben pensata rispetto quella attuale, dinamica e più popolare.
C’è speranza di ritornare a una TV alla portata di tutti sì, ma più strutturata e che presenti al pubblico programmi di alto livello culturale rispetto a quelli che già siamo abituati a conoscere?