Pochi realizzano se stessi prima di morire
Dal 29 al 31 ottobre al teatro Arcobaleno capitolino il sipario ha aperto alla magia, riportandoci alle straordinarie righe della Yourcenar. L’autrice ci ha incantati con la vita immaginata da lei stessa dell’Imperatore romano Adriano, un grande personaggio: colto, colui che guardava alla bellezza, auspicava alla pace, desiderava una Patria migliore e un’armonia sovrana. Lo spettacolo, dalla regia fluida, è intenso: i giochi di luce sono sobri ed equilibrati, la scenografia essenziale e la musica si innesta nell’insieme, ricordando le feste sfarzose dell’antichità
Chi di voi non ha ancora letto “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar? Vi suggeriamo, se non avete il testo sugli scaffali delle vostre librerie, di acquistarlo e immergervi nel capolavoro della letteratura. Qui l’autrice francese contestualizza l’Imperatore del II secolo, Publio Elio Traiano Adriano, il quale emerge per la sua personalità eclettica e amante delle arti. Troviamo Adriano intento a scrivere una lunga lettera a suo nipote adottivo Marco Aurelio, nella quale racconta la sua vita immaginata dalla scrittrice in tutte le sue sfaccettature.
Adriano lo abbiamo ritrovato e vissuto di nuovo per solo tre serate al teatro Arcobaleno di Roma, che ha ospitato la trasposizione teatrale che Giorgio Albertazzi ha fatto sua per ben venticinque anni. Dopo il successo ottenuto al teatro Olimpico (Vicenza) e al teatro La Pergola (Firenze), ‘Memorie di Adriano’ cattura il pubblico della capitale.
La solida regia di Maurizio Scaparro guida Pino Micol, attore di grande calibro, in maniera sublime: tutto è impeccabile e nulla è lasciato al caso. L’emozione dunque è scaturita dall’eccellente recitazione, ponderata e dosata nei toni di voce, e dalle poche ma significative gestualità.
Dunque, la magia nasce spontaneamente e ci riporta alle straordinarie righe di Marguerite Yourcenar che ci ha incantati con la vita immaginata da lei stessa dell’Imperatore romano Adriano. Colto, colui che guardava alla bellezza, che auspicava alla pace e desiderava un’armonia sovrana.
Non solo, un uomo malato, inquadrato nell’ultimo periodo della sua esistenza, forte e fiero, che ripercorre le sue imprese, i suoi amori, i suoi successi. Adriano che riflette sul passato e sulle aspirazioni personali, che prendeva esempio dai Greci, soprattutto da Socrate il dotto. Una figura che intendeva migliorare la Patria, attraverso l’istruzione e le arti a tutto tondo.
Lo spettacolo è intenso: i giochi di luce sobri si innestano nell’insieme con leggerezza, come le video grafiche; la scenografia è essenziale, la regia fluida e la musica, a cura di Evelina Meghnagi, ricorda le feste sfarzose del periodo antico.
Il danzatore Federico Ruiz incarna Antinoo e, nel momento in cui il personaggio viene ricordato da Adriano – grazie a una descrizione sentita –, Ruiz si presta a un ballo sinuoso e seducente, dai movimenti leggiadri: attimo dedicato al significato dell’amore. Ma cosa è l’amore per Adriano? Lo si scopre attraverso le sue parole, piene di consapevolezza.
‘Memorie di Adriano’ è da vedere: questo è teatro. La recitazione impeccabile è un esempio di rilievo che i giovani attori e le giovani attrici dovrebbero tenere sott’occhio.
Annalisa Civitelli
Teatro Arcobaleno
dal 29 al 31 ottobre
Memorie di Adriano
di Marguerite Yourcenar
Regia Maurizio Scaparro
con Pino Picol
e con il danzatore Federico Ruiz nei panni di Antinoo
Musiche Evelina Meghnagi