La vergogna di casa nostra
I diritti civili sono stati privati della loro linfa vitale
L’accènto: riflessioni contemporanee oggi vuole farvi soffermare sul DDL Zan e su quanto è stato compiuto in Parlamento la settimana scorsa: uno scempio tutto italiano. Mentre l’America apre al passaporto su cui si può apporre una X per identificare il genere non binario, in Italia il Decreto Zan è stato affossato lo scorso 27 ottobre grazie al voto segreto in Senato.
Qualcuno ha tradito la parola data in precedenza?
Ora, tanto per raccontarvi un aneddoto, avete presente Taffo, l’impresa che si occupa di servizi funebri? Ebbene, tale brand ha trovato un modo geniale per pubblicizzarsi come, al tempo stesso, puntare sul Real Marketing ovvero reclamizzare il proprio marchio attingendo alle notizie fresche e attuali: : di taglio alto, per intenderci. Quelle che hanno una forte risonanza.
Trovo in effetti la loro comunicazione efficace e diretta, sebbene possa sembrare un po’ cruenta. Ma, appunto, la scorsa settimana Taffo si è saputa esprimere riguardo il DDL Zan azzeccando il messaggio, postando sulla sua pagina FB un’immagine che parla sa sola: https://www.facebook.com/onoranzefunebritaffo/photos/a.796425327129847/4180784895360523.
Posso pertanto confermare la mia vergogna per il mio Paese. E mi chiedo: il DDL Zan è morto? Quanto tempo ci vorrà prima che se ne risenta parlare? Credo ci vorrà molto tempo prima che venga riproposto alla Camera, per poi passare al Senato, e dunque prima di riaccendere il dibattito politico che va verso le uguaglianze.
I politici hanno così ucciso il decreto a favore dell’omotransfobia, contro le diversità, contro le singole individualità: ci si sente donne o uomini da quanto si nasce: se però si desidera cambiare sesso? Se si è lesbiche o gay di chi è la colpa: sarà la negligenza di madre natura? Perché oltraggiare una persona disabile: solo perché è diversa da noi?
Sono tutte domande legittime e spero che la soluzione arrivi presto: noi l’attendiamo con ansia. Zan desiderava questo: : non fare passi indietro, bensì farne in avanti, che non riportino al Medioevo.
Un rinnovamento sociale perduto
Battiti di mano e gesti di esultanza contro i diritti civili
L’Italia quest’anno ha conquistato molto, stando sulla bocca di tutti: medaglie alle Olimpiadi, un premio Nobel per la Fisica, è protagonista nel campo musicale con il rock dei Måneskin (nonostante sia un genere che a me non piace), le Farfalle della ginnastica ritmica vincono oro e argento ai mondiali di Kitakyushu (Giappone), chiudiamo in positivo il G20 romano, tuttavia con il Decreto Zan il mio Paese ha davvero perso un’occasione enorme.
Il DDL Zan poteva aprire a un progresso sociale – se così si può dire – per far parlare di noi nel mondo, con positività e senso di avanguardia mai percepito in precedenza: intendo la possibilità di aprirsi alle disuguaglianze, di avvicinare, mentre invece si retrocede ai modi comportamentali della Polonia e dell’Olanda.
Un’oscenità, una chiusura che ci maschera, ci mette il velo sugli occhi per non guardare lo scempio che le mani battenti ed esultanti hanno compiuto in Senato, neanche fossero state allo stadio a festeggiare la vincita della loro squadra del cuore.
Una vergogna. Un ritorno al passato contro la modernizzazione, un’apertura mentale che lotta per i diritti civili, appartenenti a tutti. A tutti noi. Poi si intromette Renzi – il quale aveva annunciato un addio alla politica e ancora non sparisce –, che si esprime circa il DDL Zan. Lui che non era neanche presente in Parlamento. Che razza di personaggio è? Perché non tace? Lui dovrebbe fare ammenda.
Intanto ritornano le manifestazioni a supporto dei diritti per le strade romane e milanesi: mi auguro si propaghino in altre città della Nazione. Con L’Accènto: riflessioni contemporanee voglio esprimere la mia solidarietà a favore delle lucine dei cellulari che si sono accese a Milano.
Rimango solidale affinché non giungano più notizie di oltraggi, di pestaggi, di offese verso i più deboli e verso chi vuole rivendicare il suo sesso: quello a cui si sente di appartenere. In quanto ognuno è una personalità, un carattere, un’identità. E questa va protetta senza alcun giudizio. Anzi, bisogna rispettarla in tutte le sue forme.
Mantengo la speranza viva e vigile. Non ci resta che gridare ogni giorno e aprire gli occhi affinché il DDL Zan vinca con tutte le sue sfaccettature.