Cuori che battono per sempre
Fortezza Est, la nuova e grande costola del teatro Studio Uno, inizia finalmente la sua attività e lo spettacolo di esordio di questa nuova struttura, sempre nel quartiere di Torpignattara, è ‘La vita salva’. Andato in scena dal 18 al 20 novembre, questo lavoro, scritto, diretto e interpretato da Silvia Frasson, è una celebrazione della vita raccontata con una drammaturgia ricca e precisa che coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine
Le vite di diversi personaggi, differenti e distanti tra loro, si intrecciano nel giro di poche e concitate ore: uno tra i più giovani di loro muore e le conseguenze che si svilupperanno da questo tragico evento porteranno, paradossalmente, a una nuova vita.
In questo ottimo lavoro il teatro diventa un atto di unione tra gli uni e gli altri, chi partecipa alla visione dell’opera percepisce un avvicinamento, un’appartenenza a qualcosa di collettivo e, probabilmente, il fine ultimo voluto dall’autrice è proprio questo.
Lo spettacolo non indaga soltanto sulla vita in sé, ma sul destino, il dubbio, l’attesa, l’imprevisto, il dolore e la scelta.
Il monologo è scritto benissimo ed è strutturato su una costruzione in sequenza cronologica che crea attesa ed emozione dall’inizio alla fine: sembra di vedere, più che ascoltare, scene vivide e dettagliate di un film drammatico, talmente evocativo da percepirne la regia.
Silvia Frasson recita con estrema passione, in alcuni passaggi forse troppa, e sebbene qui e lì tradisca qualche sottile manierismo, la sua interpretazione è viva, ricca, convincente, carica di sfumature e, sotto certi punti di vista, perfetta: tutto il suo corpo e la sua straordinaria espressività sono a servizio della parola.
La sua prestazione è basata sulla potenza verbale: l’attrice è praticamente immobile, al centro del palco, per tutta la durata dell’azione e si rivolge direttamente al pubblico raccontando questa storia piena di dettagli, luci e ombre. Le parole di ‘La vita salva’ sono talmente precise e significative che il copione sembra scritto con gli occhi e non con le mani.
Potrebbe quasi sembrare che il testo metta in scena qualcosa di banale, di ovvio, di scontato, ma non è così: questo bellissimo lavoro lascia allo spettatore un profondo senso di speranza e di rivincita e, se si volesse addirittura esagerare, di fratellanza.
Gabriele Amoroso
Foto: Antonio Viscido
Fortezza est
dal 18 al 20 novembre
La vita salva
di e con Silvia Frasson
Regia Silvia Frasson