Fino alla scorso 6 febbraio, il teatro Trastevere di Roma ha ospitato ‘Sàrtori non deve morire’, una singolare commedia che, attraverso un linguaggio drammaturgico piuttosto insolito, porta sul palcoscenico un racconto di insoddisfazione che sfocia nell’illecito
Gianni Talamone è un attore teatrale che, per sfortuna o mancanza di effettivo talento, non è mai riuscito ad ottenere un’occasione di lavoro realmente valida; in preda all’insoddisfazione più totale, il giovane attore sequestra il celebre drammaturgo Sàrtori che messo alle strette, in una circostanza estrema, sarà costretto ad ascoltare tutte le stravaganti richieste del fallito Talamone.
La storia di ‘Sàrtori non deve morire’ si colloca a metà tra il giallo e il grottesco: la cifra scelta da Raffaele Balzano si rivela vincente e lo spettacolo, in modo sottile e raffinato, racconta tra le righe un sentimento di frustrazione e rivincita che non è poi così lontano dalla realtà.
Sebbene la regia, curata dallo stesso Balzano, sia costruita con un’atmosfera particolarmente statica e buia, gli azzeccati dialoghi rendono tutte le azioni sciolte e dinamiche senza perdere mai un ritmo che rimane costante e vivace.
I tre attori in scena, Geremia Longobardo, Marco Zordan e ancora Balzano, sono particolarmente affiatati e convincenti e, nel trasportare l’anima dell’opera dal drammatico al tragicomico, non eccedono mai né scadono nelle caricature, anzi, la recitazione di tutti è misurata e spontanea.
Se nella musica esistono i cantautori, a teatro Raffaele Balzano diventa un esempio ottimo di recitautore e questo lavoro lo dimostra benissimo.
Gabriele Amoroso
Teatro Trastevere
dal 4 a 6 febbraio
Sàrtori non deve morire
di Raffaele Balzano
con Geremia Longobardo, Marco Zordan e Raffaele Balzano