‘Lettera a Pasolini’ apre la rassegna estiva de la Casa del Jazz capitolina. In scena lo scorso 1° luglio, le parole si sono avvicendate sul palco e sono state le protagoniste dell’evento accompagnate dal ritmo improvvisato del jazz. Uno spettacolo che invita a riflettere su più fronti e che il ricco cartellone estivo ha messo a disposizione della platea con l’intenzione di far dialogare le arti tra loro
Quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini e la Capitale organizza vari eventi in omaggio al poeta e scrittore. In questa occasione, si ricorda l’artista di origini friuliane attraverso le sue parole pungenti.
In una serata estiva così abbiamo scoperto l’attore Francesco Montanari, il quale incarna Pasolini per poco più di due ore. Il narratore ci incanta con le letture, ovvero le risposte alle lettere che Pasolini riceveva dai suoi lettori,
Montanari è energico: è versatile e rimarca la sua esperienza attraverso una voce profonda.
L’artista è accompagnato dal sottofondo muscale in chiave jazz. L’ensemble è capitanata da Stefano Di Battista al sax, il quale suona insieme a Daniele Sorrentino (contrabbasso) che si occupa anche degli effetti speciali, e al batterista Luigi Del Prete.
Il trio si arricchisce poi della presenza dei fratelli Matteo Cutello (tromba) e Giovanni Cutello (sassofono), al loro esordio sul palco della rassegna dei Concerti nel Parco.
Lettera a Pasolini: la visone collettiva da riconquistare
L’evento dunque verte sulle risposte puntuali e attente che il poeta/scrittore dava ai suoi fedeli lettori. In questo modo gli spettatori varcano dei confini culturali ormai trascorsi ma che bisognerebbe imparare a riconquistare nel mondo attuale.
Si entra in contatto con un’epoca lontana, fatta di un clima intellettuale immenso, intrisa di filosofia e di concetti che al tempo facevamo riflettere. Parliamo degli anni che vanno tra il 1960 e il 1970 in cui le persone impegnate avevano voglia di lottare, ragionare, cambiare le cose e dibattere su tematiche sociali anche complesse, e rivolgevano di conseguenza le loro considerazioni a Pasolini.
Pertanto risalta un quadro comune in fermento, fatto di idee. E non solo. Viene inquadrata inoltre la figura dello scrittore grazie alla sua scrittura articolata, che invitava e invita tuttora a pensare.
“Il mondo non è pazzo”, “Pensieri e filosofia”, “Fidanzamenti e necrosi”, “Dannubziani in pantofole”, “Riforma della società, il giovane e l”amore”. Questi i titoli che il poeta dava alle sue lettere in risposta ai fan e non, in cui emergono le differenti concezioni sulla politica, sull’arte, sul poeta, che deve essere considerato “un cittadino che lavora nella realtà storica“.
Valori di cui riappropriarsi
C’è tanto altro. Si apre un mondo. Si pensa agli schemi imposti dalla collettività di quegli anni. Pasolini invita quindi a guardarsi dentro, a comprendere i propri sentimenti e intenzioni. Cosa è che si desidera veramente per non tradire se stessi?
Il poeta sapeva osservare. Insisteva sui valori, l’amore, lo studio – utile per salvarsi -, sulla condizione della donna, non libera ancora di fare ciò che desiderava.
La platea è coinvolta, è immersa in un mare di termini eruditi e opinioni che danzano tra sonorità raffinate, fluenti, cadenzate e intime, di brani conosciuti e meno noti,
Si pensa ai modi di scrivere di un tempo, al tessuto collettivo del primo Novecento, all’altruismo, al rispetto dell’altro, alle necessità personali di ciascuno, al bisogno di essere istruiti e all’esistenza da vivere seppur spinosa. Virtù di cui riappropriarsi.
Tra Montanari e Di Battista si percepisce sinergia e i toni ironici della narrazione strappano risate tra il pubblico.
‘Lettera a Pasolini’ è un evento che va visto e va vissuto. È portavoce di un connubio tra arti che dialogano tra loro; congiunge letteratura e jazz in un unicum eclettico, grazie a uno studio registico preciso e funzionale alla rappresentazione stessa.
Infine, gli omaggi musicali a Morricone e a Maria Lani (quest’ultimo in versione rock), ci mettono di fronte alla poliedricità musicale della band.
Annalisa Civitelli
Foto: Civitas Creativa
Casa del Jazz – Concerti nel Parco
1° luglio
Lettera a Pasolini
Regia Davide Sacco
Drammturgia Matteo Cerami e Davide Sacco
con Francesco Montanari narratore
e con Stefano Di Battista sax
Daniele Sorrentino contrabbasso ed effetti speciali
Luigi Del Prete batteria
con la parteciazione di
Matteo Cutello tromba
Giovanni Cutello sassofono
in collaborazione con Lunga Vita Festival e Altra Scena Srl