La seconda settimana del Roma Fringe Festival 2022 ha presentato al pubblico gli ultimi lavori in gara: tra monologhi e rappresentazioni di avanguardia, è probabile che in questa lista ci sia almeno un lavoro premiato
C’è molto amore nei lavori del secondo gruppo presentati al Roma Fringe Festival 2022, tuttavia, senza tralasciare gli altri sentimenti più intimi dell’essere umano, gli spettacoli continuano a insistere sui temi sociali, sul ricordo, sull’autodeterminazione e sulla rivincita.
Roma Fringe Festival 2022: seconda settimana
19-20 luglio
Berlino non è tua (Roma)
Preceduta da una forte campagna pubblicitaria sui social network, l’opera interpretata da Turi Moricca pianta le proprie radici nel concetto di memoria e di passato: la platea assiste ai resti di una storia d’amore ormai finita e a ciò che rimane nei sentimenti di uno dei due ex amanti. Il monologo è lungo, faticoso, sofferto e Moricca lo comanda con grande bravura sebbene la abbondantissima materia verbale tenda a essere, talvolta, un poco ripetitiva e noiosa.
di Alejandro Moreno Jashés
Regia Alessio Pizzech
con Turi Moricca
Respiro piano (Caserta)
Molto in alto nella classifica dei più riusciti spettacoli del Festival, ‘Respiro piano’ è probabilmente il lavoro meglio strutturato fra tutti: la splendida Piera Russo, una delle scoperte più belle della manifestazione, è l’interprete dell’avventura di una bambina che, sfidando le antiquate regole del patriarcato italiano di 100 anni fa, diventa una donna autodeterminata e portatrice di un’identità rivoluzionaria. Al di là della potente prestazione della Russo, dotata di una luminosa presenza, la rappresentazione può contare su una drammaturgia solidissima, almeno nella forma, e su una regia altrettanto ben congetturata.
di Piera Russo e Nicola Maiello
Regia Piera Russo
con Piera Russo
Te. t. te. (Torino)
Non è un testo forte quello di ‘Te. t. te.’: pieno di banalità e stereotipi sull’essere e l’apparire, sull’imbarazzo e la fierezza, sulla bellezza interiore e quella inferiore, il copione descrive un livello della psiche femminile che nel corso del tempo è già stato scandagliato in tutti i modi possibile. Non va in aiuto dello spettacolo neppure la regia che si fa ricordare per i tempi totalmente sbagliati e un ritmo malamente eterogeneo.
di Serena Abbà e Martina d’Alonzo
Regia La Fabbrica delle Bambole e Valentina Gallo
con Serena Abbà e Martina d’Alonzo
Roma Fringe Festival 2022: i temi sociali sinonimo di valori
21-22 luglio
Home run (Bari)
Le peggiori conseguenze del capitalismo sono le protagoniste di quest’opera dal capoluogo pugliese. Vincenzo “Cenzo” e Alessio sono due coinquilini, meridionali trapiantati al nord, che tra un lavoro da pochi e euro e qualche espediente provano a vivere mese per mese. Il testo di Damiano Francesco Nirchio è denso, ispirato e allo stesso tempo fastidiosamente angosciante: l’autore spinge sull’acceleratore del dramma arrivando quasi al pietismo. Tuttavia gli inquietanti e miserabili protagonisti della trama sono i caratteri principali di un contesto verosimile che nella sua monotonia e nella sua povertà, nel senso lato del termine, fa di ‘Home run’ un’opera attuale e sofferta.
di Damiano Francesco Nirchio
Regia Anna de Giorgio e Damiano Francesco Nirchio
con Alessio Genchi e Vincenzo Zampa
Per una lucciola (Roma, Parigi)
‘Per una lucciola’ è una rappresentazione sperimentale di fortissimo impatto visivo e impreziosita da una costruzione scenica estremamente suggestiva: il pubblico si trova di fronte all’evoluzione di una donna e alla sua presa di coscienza in quanto femmina prima ed essere umano soggetto alle regole della società poi. Costruito soltanto dai movimenti scenici dell’interprete, Sonia Alcaraz, il lavoro vede il palcoscenico occupato da un gigantesco cuscino gonfiabile trasparente che, illuminato da colori quasi magici, diventa il vero protagonista dello spettacolo, salvandolo da non pochi dettagli antiestetici e disturbanti.
Regia Giulia Aleandri
con Sonia Alcaraz
Commedia rossa (Padova)
Tre uomini appartenenti a tre generazioni diverse sono alle prese con la militanza dentro Lotta Comunista. Nonostante l’ideale di rivoluzione sia l’elemento che accomuna i tre personaggi, nessuno di loro accetta di condividere la messa in pratica del concetto stesso che gli altri due hanno. Il lavoro di Alessia Giovanna Matrisciano annoia e non poco: l’opera crea involontariamente una distanza dal pubblico e la sua costruzione è disordinata e caotica. Non migliora la situazione la regia di Lahite Tortora il quale inventa ben poco per dare ritmo a una messinscena molto piatta.
di Alessia Giovanna Matrisciano
Regia Lahire Tortora
con Marlon Zighi Orbi, Paolo Rossi e Lahire Tortora
Fringe 2022: i codici comunicativi dell’avanguardia teatrale
23-24 luglio
Nel freddo delle nostre vene (Roma)
La crisi tra un uomo e una donna adulti sembra sempre sull’orlo di una risoluzione e nel momento in cui la rottura tra i due appare vicinissima a essere sanata, la separazione si fa ancora più violenta. L’opera diretta da Luigi Saravo è un insieme di recitazione e coreografia nella quale i due ottimi interpreti si muovono creando un dinamismo eloquente e sofferente. Sono i corpi stessi degli attori a recitare tutto quel dolore e quella rassegnazione per una storia d’amore senza futuro; il linguaggio del corpo prevale su quello verbale che, ormai, è fatto di sole grida e insulti strozzati in gola. Lo spettacolo ha un’ottima resa che, con l’uso di questo doppio codice comunicativo, arriva alla platea più chiara che mai.
Scritto e diretto da Luigi Saravo
con Claudia Vegliante e Cristian Giammarini
Lady Grey
Avvicinandosi molto alla stand up comedy, Alice Giroldini porta sul palcoscenico una donna che racconta se stessa lungo le differenti fasi della propria vita. Esteticamente bellissimo, ‘Lady Grey’ usa un’illuminazione splendida per accompagnare un testo verboso e complesso. È bravissima la Giroldini, sebbene manchi di spontaneità quando si trova, molto spesso nel corso della prestazione, a interagire con il pubblico: vanno però in suo soccorso le numerose suggestioni delle quali la regia si serve, arrivando a un indovinato risultato finale.
di Will Eno
Regia Marco Maccieri
con Alice Giroldini
Toska (Torino)
Un fratello e una sorella gemelli vivono in un remoto villaggio dove non smette mai di nevicare e dove un bizzarro personaggio sta costruendo un muro che funge da confine tra uomini deportati e uomini liberi: questa è la trama di ‘Toska’, un lavoro complicato da seguire, lungo, surreale e apparentemente inconcludente come le opere di Samuel Beckett alle quali è chiaramente ispirato. Nel suo essere grottesco, lo spettacolo è costruito molto bene e i due attori in scena, Fabio Manniti e Ilaria Weiss, disegnano due figure complesse con attenzione e talento.
di Samuel Krapp
Regia Jon Kellman
con Ilaria Weiss e Fabio Manniti
In attesa di sapere chi sarà il vincitore di questa 10ª edizione del Roma Fringe Festival 2022, c’è da augurarsi che la prossima possa essere altrettanto valida, dimostrando come in questo caso che la comunità teatrale italiana è volenterosa e decisa a tornare e rimanere in scena il più possibile.
Un ulteriore plauso va all’organizzazione di Fabio Galadini, e tutti i suoi collaboratori, che da Direttore artistico della rassegna ha fatto sì che queste due intense settimane si svolgessero in maniera precisa e coordinata in totale armonia con la struttura del teatro Vascello.
Gabriele Amoroso
Le foto del Roma Fringe Festival 2022 sono di Piero Tauro e Simona Albani