Fino allo scorso 27 novembre, il teatro Quirino di Roma ha ospitato ‘Il crogiuolo’, controverso copione di Arthur Miller che ha già passato molteplici vite sia a teatro sia al cinema. Con una messinscena sontuosa diretta da Filippo Dini, lo spettacolo riporta alla ribalta le persecuzioni compiute ai danni delle presunte streghe americane più di 300 anni fa, facendo trasparire tra le righe un inquietante parallelismo con l’epoca moderna
Era il 1953 quando Arthur Miller firmò ‘Il crogiuolo’: l’opera portava sul palco la stregoneria e le persecuzioni ed era ambientata nel Massachusetts della fine del 1600, tuttavia il reale intento del drammaturgo era chiaro e cioè creare un’analogia con il maccartismo.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, il movimento, che prendeva il nome dal suo promotore, il senatore Joseph McCarthy, era diventato l’incubo della maggior parte degli esponenti del mondo dello spettacolo americano: ad essere perseguitate non erano più, in quel caso, le streghe ma i comunisti.
Il crogiuolo: pregi e difetti
Quest’ultima rappresentazione de ‘Il crogiuolo’ è uno spettacolo maestoso: nel corso della durata fiume – tre ore e mezza molto impegnative per tutti – l’azione si gonfia di potere drammaturgico scena dopo scena.
Il testo, ormai datato, non riesce più a evidenziare i parallelismi che Miller intendeva dichiarare ma, nella sua natura più intrinseca, l’opera resta ricca di significato e di fascino, nonché di un importante valore storiografico.
Tuttavia, un lavoro così elaborato non è esente da difetti: la regia di Filippo Dini – che è anche uno dei protagonisti in scena – è in grado di costruire scene visivamente meravigliose e con un forte impatto emozionante e altre che, per contrasto rispetto alle prime, sono schiacciate da una piattezza al limite della noia; ne deriva un ritmo poco omogeneo che, unito alla lunghezza della rappresentazione, affatica parecchio.
Uno spettacolo imponente
Sul palco si avvicendano interpreti di altissima caratura, comprese le giovani attrici che vestono i panni delle presunte streghe; al di là di questo, però, gran parte del cast ha la tendenza a gridare costantemente – mettendo a dura prova le proprie corde vocali – provocando una sensazione di non poco fastidio a tutta la platea.
La visione d’insieme, però, resta magnifica, e tra scenografie mastodontiche, musiche angoscianti, costumi sofisticati e coreografie seducenti, l’imponenza della rappresentazione non può che essere applaudita.
‘Il crogiuolo’ è una messinscena di grande spessore che, senza l’interazione di professionisti di livello assoluto, non sarebbe mai esistita.
Gabriele Amoroso
Teatro Quirino
dal 22 al 27 novembre
Il crogiuolo
di Arthur Miller
Regia Filippo Dini
Traduzione Ripaolino d’Amico
con Virginia Campolucci, Gloria Carovana, Pierluigi Corallo, Gennaro Di Biase, Andrea Di Casa, Filippo Dini, Didi Garbaccio Bogin, Paolo Giangrasso, Fatou Malsert, Manuela Mandracchia, Nicola Pannelli, Fulvio Pepe, Valentina Spaletta Tavella, Caterina Tieghi e Aleph Viola
Costumi Alessio Rosati
Luci Pasquale Mari
Musiche Aleph Viola
Scene Nicolas Bovey
Collaborazione coreografica Caterina Basso
Aiuto regia Carlo Orlando
Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale con il sostegno della Fondazione CRT in accordo con Arcadia & Ricono Ltd