Dal 31 Gennaio al 5 Febbraio, il teatro Olimpico a Roma ha in scena ‘50 Years’, rappresentazione con cui i Mummenschanz celebrano l’anniversario della loro formazione. Un omaggio alla poesia e alla fantasia del gesto e del corpo in grado di restituire la potenza di una comunicazione senza parole
Nel 1972 Andres Bossad, Floriana Frassetto e Bernie Schürch fondano i Mummenschanz, conosciuti anche come “I musicisti del silenzio”. Il gruppo nasce a seguito di anni di sperimentazione dai mimi allievi della scuola di Jacques Lecoq e Roy Bosier, e da qual momento continua la sua attività con tournée che fanno il giro del mondo diventando iconici.
Il gruppo teatrale svizzero, infatti, porta in scena il mimo e la maschera senza l’ausilio di scenografia o di musica e avvalendosi unicamente della potenza del gesto e del corpo tramite un linguaggio che senza parole, o forse proprio perché non verbale, è comprensibile a tutti.
Viene così superata ogni barriera linguistica, culturale o geografica. Maschere e corpi si muovono su uno sfondo nero narrando micro-storie interagenti, giocose e poetiche.
50 Years: corpo, mimo e performance
Portare il pubblico nel mondo, nel gioco, nell’interattività, senza l’ostacolo dell’arte oratoria. Questa la filosofia dei Mummenschanz che significa “mimetizzarsi con la fortuna di mascherarsi” come ha spiegato Floriana Frassetto, in scena insieme a Tess Burla, Sarah Lerch, David Labanca e Manuel Schunter.
Riportare i nomi dei performer in questo caso non è solo dovere di cronaca, ma ha lo scopo di fornire luce a coloro che per l’intero corso dello spettacolo non mostrano mai il loro volto. Si mascherano e scompaiono dietro gli sketch.
Brevi racconti puramente visivi che si contrappongono all’idea di una unica narrazione lineare e reinterpretano il teatro tramite l’assenza di qualsivoglia scenario o musica. Il vuoto, dunque, inteso come contenitore, stimola e accoglie l’immaginazione e la fantasia della platea.
L’essenzialità che provoca
Così in scena viene mostrata la storia d’amore tra una presa e il suo attacco, appaiono figure geometriche non sempre antropomorfe che si disfano e ricompongono in altre, e ancora gli abissi oceanici popolati che creature marine dai contorni vaghi, ma volendo identificabili, che si dissolvono l’una nell’altra in un giocoso scambio di ruoli tra predato e predatore in cui “nulla si crea e nulla si distrugge”.
Il tutto mediante l’utilizzo di materiali originariamente di scarto che la compagnia teatrale, negli anni ’70 iniziò ad usare per gli spettacoli lasciando in tal modo all’inventiva dello spettatore la possibilità di trovare un suo proprio spazio nel farsi coautrice delle immaginifiche trasformazioni sul palcoscenico.
Complessivamente ‘50 Years’ è una performance che sfida e che provoca. Compete con la narrazione, con il lessico, con la velocità della nostra vita quotidiana, con il silenzio e con l’abbandono alle fantasticherie infantili resoci dai Mummenschausen attraverso l’ambigua chiarezza del loro gesto parlante.
Sofia Remiddi
Teatro Olimpico
dal 31 gennaio al 5 febbraio
50 Years
di Mummenschanz
Regia Floriana Frassetto
con Floriana Frassetto, Tess Burla, Sarah Lerch, David Labanca e Manuel Schunter
Luci Eric Sauge