Dal 3 al 19 febbraio, il teatro Arcobaleno a Roma avrà in scena ‘Sogno di una notte di mezza estate’ di William Shakespeare. Una commedia che celebra il passaggio del sogno dall’ambito della superstizione a quello del legame con l’amore. Allora sognare ed amare non saranno più solamente illusioni, ma realtà intrecciate su una trama a più strati
‘Sogno di una notte di mezza estate’ narra delle vicende amorose di tre coppie: Ermia e Lisandro, sinceramente innamorati ed altrettanto ostacolati; Elena e Demetrio, tormentati dall’infatuazione di lui per Ermia; infine Oberon, re degli elfi, e Titania, regina delle fate. Se la trama degli uomini ruoterà intorno a gelosie, inseguimenti, e scontri, quella del mondo fatato si svolgerà invece sul piano dei giochi e delle malie.
In occasione dei preparativi del matrimonio tra Teseo, duca di Atene, e Ippolita, regina delle Amazzoni, Ermia e Lisandro si daranno appuntamento nel bosco fuori città. I due saranno inseguiti da Demetrio, deciso a prendere in moglie Ermia dopo aver abbandonato Elena, in precedenza sua amante, che a sua volta tenterà la riconquista del perduto amore.
Il bosco è però luogo di ombre e di incanti. Qui i dissidi amorosi di Oberon e Titania porteranno all’ingaggio del folletto Puck che sarà, quasi come un demiurgo, il fulcro dell’intrecciarsi delle trame umane e fantastiche. Per un suo errore infatti, Lisandro s’innamorerà di Elena, e solo grazie al sonno e al sogno le coppie torneranno alla fine alla giusta composizione.
Sogno di una notte di mezza estate:
i giochi di Cupido e gli errori di un folletto
I molti personaggi presenti nella complessa storia intessuta dal drammaturgo inglese sono argutamente gestiti dalla regia di Francesco Polizzi.
Polizzi, nella sua schietta linearità, risulta essenziale e funzionale in una amalgama sapiente con la scenografia, i diversi cambi di ruolo supportati dall’encomiabile duttilità degli attori in scena nonché con la pluri-ambientazione.
Quest’ultima caratterizza e impone il sogno shakespeariano fatto dei mondi concentrici ma intersecantisi delle fate, della corte e della città, degli innamorati e infine dei villani.
Dunque, se il testo shakespeariano prevede uno spettacolo nello spettacolo – in quanto nel bosco vaga anche una stravagante compagnia teatrale intenta a preparare una rappresentazione per le nozze di Teseo e Ippolita -, in scena è presente un sipario nel sipario.
È proprio grazie a questo elemento registico–scenografico che gli attori riescono a gestire molteplici personaggi con veloci cambi di costumi e di registri interpretativi.
Il gioco delle interpretazioni
Il dinamismo quindi rende potente ‘Sogno di una notte di mezza estate‘, che vede ogni attore in scena alle prese con almeno due ruoli.
Ma non si può tacere delle ottime scelte musicali e della volontà di coinvolgere il pubblico svolgendo parte dell’azione drammaturgica in platea, tra gli spettatori, quasi a sottolineare che, se non vi è poi molta distanza tra sogno e realtà non vi è allora neanche tra coloro che sono sul palco e coloro che s’illudono di esserne al di fuori.
In breve, uno spettacolo a tutto tondo che se coglie in Puck il Deus ex machina del testo shakespeariano, a maggior ragione lo trova nella regia.
Vero omaggio a Shakespeare di cui corre l’obbligo ricordare la sentenza secondo la quale: “Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini e le donne sono soltanto attori. Hanno le loro uscite e le loro entrate e nella vita ognuno recita molte parti”.
Sofia Remiddi
Foto: Alice Colombo
Sogno di una notte di mezza estate
di William Shakespeare
Regia di Francesco Polizzi
Con Francesco Polizzi, Roberta Anna, Andrea Lami, Talia Donato, Benedetta Nicoletti e Vincenzo Iantorno
Costumi Claudia de Palma e Ilaria Ammaturo
Musiche Franco Accascina
Scene Alessandro Filosa e Danilo Pascolini