Sabato 25 febbraio all’Auditorium Parco della Musica – Ennio Morricone, Carolina Bubbico è tornata sul palco dello Studio Borgna con ‘Il dono dell’ubiquità’. Tra canzoni vecchie e nuove, energie e sonorità eterogenee, la cantante e musicista ha entusiasmato il suo pubblico
Reduce dall’ultimo Sanremo, dove ha partecipato in veste di arrangiatrice e direttrice l’orchestra in occasione dell’esibizione di Eodie – “Due” -, l’artista salentina ora è in torunèe con ‘Il dono dell’ubiquità’.
Il concerto, sin dal primo momento, si dimostra energico e le sonorità si propagano nitide nell’etere, brillanti e fresche. Jazz, pop, nuance cadenzate e più coinvolgenti si sommano ai ritmi latini e ’80, ballabili: l’insieme si unisce e celebra una sinergia perfetta.
Di conseguenza, si vive un’uniformità armonica che testimonia la bravura dell’intera ensemble: Filippo Bubbico (chitarra e basso); Giacomo Riggi (tastiere, cori e percussioni); Dario Congedo (batteria); Aurora De Gregorio e Chiara Corallo (cori), con le quali la cantante interagisce, donando al pubblico delle performance vocali sublimi.
La scaletta trova un suo equilibrio nella sua esecuzione: “Tabù”, “Cos’è che c’è”, “Bimba”, “Margherita”, “Portami a ballare” (di recente pubblicazione), “Beverly Hills”, “Amore infinito”, “Lunatica”, “Amore Infinito”, “Hey Mama”, “Baby”, “Italianità” e tanti altri, sono i successi interpretati con rigorosa precisione e vivacità.
Manifesto di intenti
I testi che Carolina scrive affrontano tematiche che lei stessa osa toccare con prudenza oppure che la incuriosiscono o che si forgiano di toni più giocosi: prendono vita l’amore, l’anzianità, l’amore immenso di un padre verso sua figlia, quasi una preghiera laica, le ispirazioni che inquadrano scenari quotidiani.
La sua versatilità vocale infatti le permette di giocare, in metrica, con i tanti vocaboli esistenti. Piuttosto emerge il suo maneggiare lo strumento musica in modo perfetto.
La Bubbico inoltre ha di speciale il dono della parola che utilizza con disinvoltura: presenta i suoi pezzi prima di cantarli. Un’usanza che va via via perdendosi nei concerti a più ampia presenza di pubblico.
Tiene poi a precisare, appunto, che questo suo ultimo lavoro “è un manifesto di intenti, con l’idea di evitare le categorizzazioni e utilizzare diversi linguaggi, uniti, con lo spirito di essere libera e autentica in ciò che faccio e riconoscendomi in quello che scrivo”.
Il dono dell’ubiquità: l’interculturalità musicale
Il concetto è divulgare, attraverso la musica, l’interculturalità con le note. Pertanto vediamo la cantante intonare “Voyage” in francese, con rimandi a musicalità africane, e maneggiare la musica altrui, facendolo però con coscienza, con la propria voce: è il caso di “Rosalia” e “Prendila così” di Battisti, velocizzata in chiave jazz rispetto alla versione originale.
Non manca, Carolina, di esibirsi alla tastiera, il suo luogo abituale, dove scrive le sue canzoni. E qui esegue “Santa Croce liberata”, inserita nell’ultimo disco (previsto per il prossimo autunno), generando un momento intimo.
‘Il dono dell’ubiquità’ è un unicum risonante ben strutturato. Rimanda un riverbero spensierato, fresco e vigoroso. Di certo Carolina Bubbico attira: sebbene abbia una cerchia ristretta di fan, si inserisce nel nostro panorama musicale di nicchia come una ciliegina sulla torta, che si distingue per il genere melodico al quale si accosta con professionalità e passione.
Annalisa Civitelli
Foto: © Fondazione Musica per Roma – Musacchio, Ianniello, Pasqualini e Fucilla
Auditorium Parco della Musica – Ennio Morricone
25 febbraio
Carolina Bubbico
in Il dono dell’ubiquità
Carolina Bubbico voce e tastiere
Filippo Bubbico chitarra e basso
Giacomo Riggi tastiere, cori e percussioni
Dario Congedo batteria
Aurora De Gregorio e Chiara Corallo cori