‘Anna Karina, la musa inquieta della Nouvelle Vague’ ripercorre la vita di una donna la cui esistenza non ha mai navigato su acque chete. Forse è nata con il mare mosso nel sangue, essendo stato suo padre un capitano marittimo che l’ha abbandonata quand’era bambina. Questa è la storia di come la danese Hanne è riuscita a diventare la talentuosa attrice Anna Karina, in una biografia interessante seppur non del tutto convincente
“Il carisma di Anna esplode su coloro che la conoscono, una vera Musa che trasforma le energie degli altri in passione e ispirazione artistica, diventando per alcuni uomini vero e proprio simulacro di musica, poesia e cinema, proprio come era accaduto per Godard.”
Il Godard citato nell’estratto qui sopra, tratto da ‘Anna Karina, la musa inquieta della Nouvelle Vague’ di Simona Galassi, è un regista il cui nome suonerà senz’altro familiare agli appassionati di cinema.
Jean-Luc Godard è stato il grande amore di Anna Karina, che ne è stata a sua volta la moglie e la musa, protagonista di numerose pellicole scritte e dirette da lui.
Se l’esistenza di un legame tra i due potrebbe essere cosa risaputa dai cinefili più attenti, altri aspetti della vita di questa attrice potrebbero risultare ancora poco noti ai più. Al fine di colmare le lacune, questo volume edito da Alpes Italia è una lettura efficace e veloce.
“Sia Anna che Godard sembrano in balia di un oceano di emozioni non governabili tra amore e odio. […] Il cinema, che possiamo identificare come il “terzo della coppia”, li aiuterà a vedersi reagire, trasformando la vita e le esperienze in arte creativa, accompagnandoli fino alla definitiva separazione.”
La forza di Hanne/Anna e della biografia di Galassi
Come ogni biografia che si rispetti, anche questa comincia dal principio, da quando Anna Karina è ancora Hanne Karin Bayer. Anzi, da prima ancora: da quando la madre di lei si innamora dell’inaffidabile capitano di una nave mercantile.
I presupposti non sono dei migliori e infatti, fin dalla sua nascita in una cittadina danese nel 1940, la vita di Hanne è segnata dall’assenza fisica del padre e da quella affettiva della madre.
Inoltre, l’infanzia trascorsa tra i bombardamenti e gli attacchi aerei della Seconda Guerra Mondiale contribuisce a forgiare il carattere della futura stella del cinema, rendendola una donna tanto inquieta e tormentata, quanto determinata e capace di tornare ogni volta in carreggiata. Sarà in grado di farlo anche quando le capiterà di uscire di strada in maniera brusca e le sembrerà di essere finita in un burrone, senza alcuna possibilità di uscirne viva.
In effetti, Hanne affronterà molti momenti difficili: l’arrivo a Parigi, città che raggiunge da sola ancora quattordicenne, senza avere un soldo né alcuna competenza linguistica; la relazione turbolenta con Godard, tutt’altro che semplice e tradizionale; la perdita di un figlio e la conseguente consapevolezza che non ne avrà mai altri; la depressione e i tentativi di suicidio.
Eppure, l’attrice ammetterà di aver avuto anche molta fortuna: viene notata da un cacciatore di talenti mentre cammina per la strada; a Parigi capita per caso in un caffè dove conquista una fotografa di moda; incrocia Coco Chanel che le consiglia il nome d’arte di Anna Karina.
Tutto ciò è documentato nel libro anche per mezzo di foto ed estratti presi da interviste dell’attrice, in una panoramica esaustiva della sua vita e della sua carriera.
‘Anna Karina, la musa inquieta della Nouvelle Vague’ è quindi un viaggio appassionante, e tuttavia presenta anche alcune debolezze.
Anna Karina: punti deboli del testo, tra ridondanze e omissioni
Per esempio, non viene approfondito il movimento cinematografico della Nouvelle Vague, di cui vengono date poche, scarne informazioni soltanto nella prefazione a cura del critico e giornalista Roberto Silvestri.
Pur dotandosi della consapevolezza che l’argomento principale del testo non è la corrente artistica in sé ma la figura di Anna Karina, va ammesso che sarebbe potuto risultare arricchente un po’ di contesto in più per collocare le opere che Godard ha realizzato e a cui la sua musa ha preso parte.
Al contrario, risulta leggermente ridondante il capitolo 4 “A passeggio nella psiche”, che impegna la metà del volume ed è dedicato all’analisi psicologica delle vicende che hanno coinvolto Anna Karina, di nuovo prese in esame dopo essere già state esposte nei capitoli precedenti.
Si torna all’infanzia di Hanne, al rapporto coi suoi genitori, a quello con Godard, a ogni scelta compiuta affinché l’autrice Simona Galassi, che è psicologa, possa darvi un’interpretazione da un punto di vista clinico.
L’idea è interessante ma l’effetto, trattandosi di un libro breve, è che sembra di leggere fatti di cui si è discusso soltanto poco prima.
Un’ultima osservazione riguarda non tanto il contenuto del volume, bensì la forma: stona in alcuni punti la posizione delle virgole; la mancata elisione degli articoli indeterminativi che precedono i nomi femminili con iniziali vocali; la discordanza tra i tempi verbali.
Avrebbe giovato un editing più scrupoloso, e tuttavia il testo rimane un utile strumento di conoscenza e, perché no, di intrattenimento. Per chi conosce Anna Karina e ha visto i film di Jean-Luc Godard, ma anche per chi non ne ha mai sentito parlare prima. Per gli amanti della psicologia e per gli appassionati di storie riguardanti personalità complesse, ma destinate a perseguire e ottenere il successo.
Eva Maria Vianello
Biografia
Simona Galassi è psicologa, operatrice mindfulness e di training autogeno. Amante del cinema, scrive recensioni su Cinema e Psicologia, con particolare attenzione alle relazioni di coppia.
Simona Galassi
Anna Karina, la musa inquieta della Nouvelle Vague
Edizioni Alpes Italia
Collana Psiche e dintorni
Genere Biografia
Anno 2022
Pagine 100