La mattina del 18 maggio, il direttore artistico del teatro capitolino Sala Umberto Alessandro Longobardi, nonché un gruppo dei suoi migliori attori e registi, hanno presentato la stagione teatrale 2023-2024 e gli spettacoli in arrivo
La nuova stagione teatrale del teatro Sala Umberto decolla su una parola d’ordine: divertimento. Il piano degli spettacoli scelti, presentati dal direttore artistico Alessandro Longobardi (che svolge tale ruolo anche per il Brancaccio) e da alcuni degli attori e registi che si esibiranno, è di riavvicinare il teatro al pubblico e renderlo un ambiente accogliente e coinvolgente, soprattutto per i giovani.
Si parla dell’importanza della riscoperta del provino, e del promuovere nuovi talenti – alcuni dei quali si esibiscono nella stagione in arrivo grazie a tale sistema – nonché dell’importanza della commedia come mezzo espressivo, alla quale è dedicata buona parte della stagione.
Una commedia ragionata e matura, che non ignori le questioni più delicate della società e dell’animo umano.
Gli spettacoli, dunque, sono stati presentati ciascuno da un brano musicale. Tutti classici: da Georges Brassens a Fiorella Mannoia, da David Bowie a Frank Sinatra, come leitmotiv di una stagione che riscopre e ripresenta pietre miliari e nuove idee.
Teatro Sala Umberto: il ritorno alla commedia
La stagione si aprirà il prossimo 26 settembre, con la commedia paradossale “Un giorno come un altro”. È la prima a inaugurare il leitmotiv della stagione. Lo spettacolo è leggero, ma con una tematica importante di fondo: il voto, e con esso la partecipazione politica. Stavolta nessuna critica ai giovani, riconosciuti come molto attivi; sono piuttosto i trentenni ad essere messi sotto giudizio. I protagonisti, interpretati da Luca Amorosino e Carlo de Ruggieri, hanno una dinamica che ricorda il celebre “Il Sorpasso”. Incarnano due Italie diverse, due modi diversi di intendere la politica, destinati a scontrarsi.
Un’altra commedia si apre il 10 ottobre: “Il Padre della Sposa”, interpretato da Gianfranco Jannuzzo, con musiche del suo caro amico Gianluca Guidi. La premessa è classica: Jannuzzo interpreta un padre la cui figlia sta per sposarsi, che affronta in maniera farsesca la sindrome del nido vuoto. Uno spettacolo “com’è bello farli”, con un cast molto affiatato – parole affettuose sono spese per Barbara de Rossi, interprete della moglie di Jannuzzo, e per i new entry scelti via provino Martina Di Fonte e Lucandrea Martinelli. L’unica speranza è divertire.
Il nome più riconoscibile della serata, Biagio Izzo, presenta un’altra commedia. “Balcone a Tre Piazza”, che debutta il 31 ottobre, combina un classico scenario da commedia degli equivoci – la tresca – con una storia più profonda e delicata. Il protagonista, un uomo divorziato, non può approfittare delle feste per tornare a legare con l’ex moglie per via di una tempesta di neve: ma nuovi rapporti si presentano all’orizzonte complice la suddetta tempesta. Nelle parole del suo protagonista è uno “spettacolo per farvi stare bene”.
Segue, il 21 novembre, “La Cantata dei Pastori”. Ne parla Peppe Barra, il regista: è uno spettacolo rituale, mai uguale e colmo di improvvisazioni. Un banchetto di musica, lazzi e folclore. “Io non vendo acqua fresca”, proclama Barra, “vendo cultura”.
Dal 26 dicembre, fino a Gennaio, si potrà poi vedere “Il Vedovo Allegro”, di e con Carlo Buccirosso. Una commedia malinconica e delicata, in cui un uomo che ha perso tutto nella pandemia del Coronavirus, dal lavoro all’amata moglie, e circondata da un cast eccentrico e divertente. Lo spettacolo è radicato nel mondo contemporaneo e tratta questioni rilevanti: oltre al Covid si parla di utero in affitto e inseminazione artificiale. La parola d’ordine è “sdrammatizzare per non spaventare”. Da tenere d’occhio due delle nuove promesse, Elvira Zingone e Donatella de Felice.
Nuove facce e vecchi classici
Interessante il progetto di e con Giovanni Scifoni, incentrato sulla figura del patrono d’Italia: “Fra’ – San Francesco, la Superstar del Medioevo”. Appropriatamente per uno spettacolo a tema religioso ha inizio il 5 dicembre e durerà fino all’antivigilia. Sul Poverello d’Assisi si è ormai scritto e rappresentato di tutto, ma Scifoni non teme omologazione. San Francesco è una “star” del cattolicesimo, con un fascino che trascende la fede e che catalizza oggi come allora. Era inoltre, nella vita reale, un paroliere – compose il “Cantico delle Creature”, il primo poema italiano in volgare – e, come tutte le rockstar, affronta il problema dell’ego.
Aprirà il 2024, dal 24 gennaio, un titolo notevole: “Storia di un corpo”, di Daniel Pennac. Regia di Giuseppe Cederna, interpretato da Giorgio Gallione. Il diario di un padre donato alla figlia si traduce nella storia viva ed eterna della “nostra macchina per vivere”. Una “carezza per l’anima”, nelle parole dei suoi interpreti.
Per chi preferisce i progetti più sperimentali, la compagnia tedesca Familie Flöz presenta dal 6 febbraio uno spettacolo muto: “Hotel Paradiso”. Servendosi di maschere caricaturali e carnose, che ricordano il moderno immaginario horror, e di un’esilarante commedia slapstick, raccontano a un pubblico davvero universale un grottesco giallo in un albergo nelle Alpi.
Di grande pregio è il copione di Marsha Norman “Buonanotte mamma”, che nel 1983 vinse un Premio Pulitzer e che inizia ad essere rappresentato il 13 febbraio. Marina Confalone, interprete della madre Thelma, lo racconta come “il teatro che che ho sempre voluto fare”. Anche qui si ride, ma in modo amaro. Il comportamento di Thelma è ridicolo, ma di una comicità che scongiura il tempo che passa. Mariangela d’Abbraccio, interprete della figlia, lo paragona a un orologio che scandisce il tempo.
La seconda parte della stagione teatrale ’23 | ’24
La fase successiva della stagione, che inizia il 27 febbraio, presenta una serie di classici. Si comincia con “Sei personaggi in cerca di autore”, di Luigi Pirandello. Lo mette in scena Michele Sinisi, con una compagnia in continua mutazione. La sfida, qui, è inscenare un caposaldo del teatro e “portare rispetto all’arte del recitare”. È in queste pagine che, più di tutto, splende il discorso sulla meritocrazia.
Il 26 marzo si rappresenta Molière, con la commedia “Le Preziose Ridicole”. Il progetto modernizza e trasla il copione classico, spostandolo a Roma durante i duri anni quaranta. Le “preziose” del titolo sono Benedicta Boccoli e Lorenza Mario, novelle Totò e Peppino – con tanto di citazione diretta – che si danno aria da soubrette. Sarà un jukebox musical, e promettono “canterete con noi”.
Si conclude poi la fase dedicata ai grandi classici con il nostro Goldoni, nella commedia “Il Giuocatore”. Inizierà ad essere rappresentato dal 4 aprile sotto la regia di Roberto Valerio. La tematica di fondo – la ludopatia, o in generale la dipendenza – è attuale anche dopo secoli ed evolve in uno spettacolo “pop” che sia contemporaneo, ma anche di qualità. Ancora una volta il tema della risata drammatica si fa sentire.
Il 17 aprile debutterà “Intramuros”, tratta dall’acclamato copione del francese Alexis Michalik. Ispirato dall’esperienza di Michalik stesso con l’insegnare il teatro in un carcere, il copione vede protagonista un regista, Gianluigi Fogacci, che assieme alla moglie, Virginia Acqua, e un assistente visitano una prigione per tale scopo. I detenuti sono disinteressati alle loro lezioni e solo uno dei due presenti pare coinvolto. Tutto cambia, però, quando il detenuto decide di raccontare la storia della sua vita. “Per capire intramuros bisogna guardarlo”.
Il 2 maggio sarà la volta de “I Due Cialtroni”, copione di Pier Francesco Pingitore. Un altro scontro di personalità, stavolta nel mondo della recitazione. I protagonisti sono due attori, un comico e un prosatore, interpretati da Maurizio Martufello e Marco Simeoli, che si incontrano in un rifugio gestito dal personaggio di Miriam Misturi. Un copione scritto anni fa, ma mai utilizzato, che riceve la possibilità di brillare e modernizzarsi.
Infine la conclusione della stagione, con una dedica ad Enzo Jannacci. È Max Paiella a presentare “Jannacci e Dintorni – una storia raccontata e cantata”. Una dedica a uno dei migliori cantautori d’Italia, uno dei migliori a incarnare la combinazione di commedia ed empatia – infatti promettono che “non si ride, ma si piange tantissimo”. Max Paiella è anche cantante, e si esibisce in una combinazione di “Ci vuole orecchio” e “Can’t help falling in love”.
Una stagione, dunque, colma di promesse e possibilità – oltre che amore per il teatro e il suo potenziale.
Maria Flaminia Zacchilli
18 maggio
Teatro Sala Umberto
Presentazione nuova stagione teatrale 2023 | 2024
Direzione artistica Alessandro Longobardi
Maggiori informazioni https://salaumberto.com