Fino al 21 maggio, il teatro Tirso de Molina di Roma ha ospitato ‘Eravamo la Terza C’, una simpatica commedia, scritta e diretta da Salvatore Scirè, che omaggia la gloriosa storia del liceo Visconti di Roma attraverso una storia che vede protagonisti un variegato gruppo di ex studenti alle prese con una nostalgica rimpatriata
Dopo 25 anni dall’esame di maturità, la dolce giornalista Tania organizza una piccola rimpatriata con alcuni dei suoi vecchi compagni di classe; il gruppo di amici si incontra per un informale pranzo e tra risate e canzoni vengono ricordati i tempi andati, arricchendoli di qualche segreto svelato e sentimenti mai dichiarati.
‘Eravamo la Terza C’ è una commedia leggerissima che l’autore e regista Salvatore Scirè ha firmato per omaggiare il più antico liceo di Roma e d’Europa: il Visconti.
La vicenda che Scirè ha inventato trae sicuramente spunto da episodi realmente esistiti, tuttavia, purtroppo, questi non vengono mai approfonditi e restano soltanto piccole storie accennate che sembrano non avere un pregresso.
Tra parecchie incongruenze cronologiche e anagrafiche, la trama fa riferimento a uno sparuto gruppo di persone che non hanno poi molto da raccontare o rivelare e nessun carattere spicca su un altro né si rende memorabile.
Eravamo la Terza C: si può fare di più
Il difetto principale di ‘Eravamo la terza C’ sono proprio i suoi protagonisti, un insieme di soggetti simpatici ma grossolanamente stereotipati che non riservano alcun colpo di scena ma che, anzi, utilizzano le proprio battute in modo troppo spesso didascalico.
Tuttavia, alcuni dei membri del cast, pur non professionisti, controllano il palco con grande sicurezza e mostrano tempi recitativi adeguati, sebbene abbiano non poche difficoltà a rendere verosimili i propri personaggi e padroneggiare la memoria.
La commedia non ha grandi pretese e nonostante tutto si fa seguire con una certa partecipazione, piacendo soprattutto agli spettatori più nostalgici.
Gabriele Amoroso
Teatro Tirso de Molina
dal 17 al 21 maggio
Eravamo la Terza C
Scritto e diretto da Salvatore Scirè
con Marina Vitolo, Pierre Bresolin, Antonella Arduini, Carlo Capolino, Laura Giannotta, Federica Mora, Giacomo Palmeri, Francesca Rasi, Stefano Scaramuzzino, Matilde Tursi, Silvano Vecchio
Movimenti coreografici Valeria Palmacci
Elementi scenici Nicola Di Lernia
Immagini in scena Enrico Benaglia
Luci e fonica Danilo Sabelli