Giancarlo Bufacchi
“Il panorama dell’editoria è cambiato negli ultimi anni, soprattutto con l’avvento delle tecnologie. Come autore, ho dovuto adattarmi a questi cambiamenti, per imparare a utilizzare gli strumenti digitali per promuovere i miei libri”
Nell’ambito dei Concerti del Tempietto, lo scorso 28 maggio, prima del concerto “Il bel canto nella tradizione italiana” con Tamara Angelovska e Paolo Scibilia, si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro di Giancarlo Bufacchi: “La nevicata del Cinquantasei” edito da Castelvecchi.
I libri, si sà, sono immortali e proprio durante uno dei pomeriggi che preannunciavano l’estate abbiamo colto l’occasione di porre qualche domanda allo scrittore romano.
Bufacchi, autore di romanzi che esplorano tematiche diverse, dalla montagna reatina alla fede, dalla musica popolare al futuro distopico, ci racconta della sua esperienza e di quanto l’editoria abbia subito delle trasformazioni nel tempo e in funzione di ciò di quanto si sia dovuto adattare al cambiamento.
Lo scrittore ci ha inoltre parlato delle sue fonti di ispirazione, del processo creativo, di ricerca, per i suoi libri e delle sfide che ha affrontato nella creazione dei suoi personaggi.
Ci lascia infine con un’anticipazione del suo prossimo romanzo, “2071 – La tassa perfetta”, che promette di essere un mix di tragedia, farsa e allarme.
Giancarlarlo Bufacchi, qual è stata la sua principale fonte di ispirazione per scrivere “La nevicata del cinquantasei” e come ha sviluppato l’idea del romanzo?
“Buongiorno, Filippo. Grazie per l’invito. La mia principale fonte di ispirazione per ‘La nevicata del cinquantasei’ è stata la memoria di un avvenimento indimenticabile nella mia vita, accompagnato dalla canzone omonima nella versione maschile di Franco Califano. La storia è stata completamente inventata partendo da un personaggio che mi è spuntato dal nulla e che mi ha raccontato la sua vita.”
In che modo la grande nevicata del 1956 rappresenta una metafora per la vita del protagonista, Alberto, e come viene affrontato il tema della colpa nel libro?
“La grande nevicata del 1956 rappresenta una metafora per la vita del protagonista, Alberto, poiché un imprevisto lo ha costretto ad affrontare l’ignoto, a modificare la sua personalità e previsione di un futuro organizzato. Il tema della colpa ha origini mie intime e il senso di colpa è una connotazione inevitabile della psiche umana, instillato sin dall’infanzia dal potere genitoriale, religioso e politico. Alberto, che si sente quasi un superuomo, pagherà con il rimorso.”
Ora, passando alla ricerca per il romanzo, come ha condotto le ricerche sulla montagna reatina e sulla vita di montagna nel 1956?
“Ho una conoscenza diretta della montagna reatina, in quanto discendo da una famiglia originaria di un paesino chiuso tra il fiume Velino e la Salaria. Ho quindi potuto attingere alle mie memorie e alle storie che mi sono state raccontate. Inoltre, ho letto molta documentazione sull’epoca e sulla vita di quelle montagne, per creare un contesto realistico e credibile per la storia.”
Passiamo ora a “Ascensori, scale e altri incubi”. Come ha sviluppato il tema dell’irrazionale e del fruscio di follia nei racconti contenuti nel libro?
“L’irrazionale, l’imponderabile e il paranormale fanno parte della nostra psiche e liberare la mente dalle pastoie della razionalità (non della ragione) ci permette di viaggiare in spazi infiniti e meravigliosi. Tutti i racconti presenti in ‘Ascensori, scale e altri incubi’ sono figli di un’esperienza paranormale vissuta in piena consapevolezza. Il racconto ‘La casa in montagna’ spiega tutto. Gli ascensori sono come un incubo: per anni ho sognato ascensori che partivano come astronavi sfondando il tetto del casamento.”
Adesso parliamo di “Il Trio Lescano e il mistero del gatto”. Può condividere con noi una breve anticipazione del libro e qual è stata la sua ispirazione per scrivere questo giallo?
“Mi sono sempre chiesto se fosse possibile scrivere un giallo senza omicidio. Ho deciso di far girare la storia tra personaggi apparentemente improbabili, ma in realtà ricalcati su persone in carne e ossa. Nel romanzo ‘Il Trio Lescano e il mistero del gatto’ ho esaltato i lati nascosti delle persone. Il bello di questo romanzo consiste nella sua versione a specchio. Il romanzo ‘La versione di Carlo’ spiega come tutto quello che si è letto nel primo abbia una seconda faccia. Il pozzo delle verità? Ma cos’è la verità?”
Come ha costruito i personaggi nel romanzo “Il Trio Lescano e il mistero del gatto” e quali sfide ha affrontato nel creare un cast di personaggi così variopinti e improbabili?
“La creazione dei personaggi in questo romanzo è stata molto divertente. Mi sono ispirato a persone reali che ho incontrato nella mia vita, ma ho creato dei personaggi che fossero un po’ più eccentrici e stravaganti. La sfida più grande è stata quella di farli interagire tra di loro in modo credibile, ma alla fine sono riuscito a creare una sorta di chimica tra loro che ha reso la storia molto interessante.”
Riguardo a “Secondo Luciano”, come è nata l’idea di scrivere un romanzo che affronta temi come l’amicizia, la fede e la malattia attraverso la storia di un Vangelo apocrifo?
“L’idea di scrivere ‘Secondo Luciano’ è nata dalla mia passione per la storia del cristianesimo e dalla mia curiosità verso i Vangeli apocrifi. Volevo scrivere qualcosa che mettesse in discussione la verità storica e religiosa, ma che allo stesso tempo fosse anche una storia di amicizia e di fede. Ho scelto di usare il personaggio di Luciano, un personaggio poco conosciuto della Bibbia, perché mi ha permesso di creare una storia completamente nuova e originale.”
Interessante. Cosa spera che i lettori apprezzino di più in “Secondo Luciano” e qual è il messaggio centrale che vuole trasmettere attraverso questo romanzo?
“Spero che i lettori apprezzino la storia di amicizia e di fede che ho cercato di creare in ‘Secondo Luciano’. Il messaggio che voglio trasmettere è che la fede e la spiritualità sono personali e che ognuno deve trovare la propria strada per raggiungere la pace interiore. La mia intenzione era quella di scrivere una storia che potesse essere letta da persone di qualsiasi credo religioso o filosofico.”
Passiamo al suo primo romanzo, “Il maresciallo Ferri”. Che cosa l’ha spinta a scrivere una storia poliziesca e come è nato il personaggio del Maresciallo Ferri?
“Ho sempre amato i romanzi polizieschi e mi piaceva l’idea di creare un personaggio che fosse un po’ fuori dagli schemi. Il personaggio del Maresciallo Ferri è nato dalla mia passione per la musica e la cultura popolare, e volevo creare un personaggio che fosse un po’ diverso dai soliti detective visti nei romanzi polizieschi.”
Nel corso della sua carriera letteraria, come ha visto cambiare il panorama dell’editoria e quali sono stati gli adattamenti più importanti che ha dovuto affrontare come autore?
“Il panorama dell’editoria è mutato molto negli ultimi anni, soprattutto con l’avvento delle nuove tecnologie. Come autore, ho dovuto adattarmi a questi cambiamenti e imparare a utilizzare gli strumenti digitali per promuovere i miei libri. Inoltre, ho dovuto imparare a scrivere in modo più diretto e coinvolgente per soddisfare le esigenze dei lettori moderni.”
Tra tutti i personaggi che ha creato nei suoi romanzi, quale si sente più vicino e perché?
“Sono molto legato a tutti i personaggi che ho creato nei miei romanzi, ma forse quello a cui sono più legato è il personaggio di Alberto in ‘La nevicata del cinquantasei’. È un personaggio molto complesso e ambiguo, che rappresenta molte delle mie paure e ansie.”
Infine, quali sono i suoi progetti futuri nel mondo della scrittura? Sta lavorando a un nuovo romanzo?
“Attualmente sto lavorando a un nuovo romanzo che ho intitolato ‘2071 – La tassa perfetta’. È un romanzo di fantasia distopica in cui descrivo una storia che potrebbe accadere in futuro, in cui viene applicata una tassa universale sull’eccesso di peso del corpo di ogni cittadino. Il titolo orwelliano del romanzo lo rivela come il ‘nipotino di 1984’. Sto cercando di combinare tragedia, farsa, sberleffo e allarme in questo romanzo che mi ha fatto penare molto per tirarlo fuori da una storia di tasse. Spero di concludere la stesura del romanzo nel giro di qualche settimana e sto anche sviluppando una commedia teatrale basata su questa storia.”
Filippo Novalis
Tutto ciò di cui abbiamo parlato è molto stimolante. Vien voglia di mettersi a leggere i libri di Bufacchi nell’immediato.
Ringraziamo Giancarlo Bufacchi per il tempo che ci ha dedicato e per le risposte interessanti che ci ha fornito.