‘Home, I’m Darling’ è lo spettacolo andato in scena al teatro Vittoria di Roma fino allo scorso 29 ottobre: l’opera porta la firma di Laura Wade e racconta una singolare storia nella quale la protagonista sceglie di condurre tutta la propria esistenza come se fosse una donna di un’altra epoca e precisamente degli anni ’50. Sul palco un eccellente cast di attori che tiene in piedi un copione lungo e non sempre centrato
Johnny e Judy sono una coppia di coniugi giovani e innamorati: i due abitano in un appartamento che rappresenta perfettamente gli anni ‘50, il problema è però che marito e moglie vivono nella nostra epoca contemporanea; Judy e Johnny sembrano condurre una vita molto serena e organizzata eppure, come è facile aspettarsi, dietro quell’apparenza si nasconde una realtà ben diversa.
Come tutti gli spettacoli che creano un parallelismo fra comico e tragico, anche ‘Home, I’m darling’ prova a creare un equilibrio tra i due registri riuscendoci per buona parte dell’azione.
La storia di Judy, che fa gravitare attorno a sé l’intera rappresentazione, è piuttosto semplice e chiara ma nella messinscena si perde in un mare di parole e di episodi che vengono analizzati fino allo sfinimento, creando nello spettatore un fastidioso sentimento di staticità.
All’interno del copione scritto da Laura Wade, infatti, c’è un numero impressionante di battute e la verbosità va a sopraffare continuamente l’essenza principale della narrazione.
Judy rappresenta in buona fede un carattere che non tollera la nostra epoca e che, in maniera quasi impaurita, si rifugia nel suo mondo domestico, dove tutto richiama un passato che non soltanto non esiste più ma che nelle idee di Judy è totalmente frainteso.
La drammaturgia presenta un paio di monologhi senza dubbio riusciti e che mantengono alta l’attenzione dello spettatore ma nella sua globalità lo spettacolo viene prolungato più del dovuto e parte della sua durata appare quasi irrilevante.
Home, I’m darling: attori bravissimi
La regia di Luchino Giordana ed Ester Tatangelo insiste sulla condizione di Judy e sulla sua necessità di non allontanarsi dalla propria casa e se da una certa prospettiva questo viene restituito molto bene sulla scena. da un’altra contribuisce a creare una sospensione che non esalta un ritmo che già da solo tende a essere piuttosto affaticato.
Sebbene gli attori del cast recitino con una sfumatura manieristica, tutti sono bravissimi nel gestire i propri ruoli e nell’interagire, in particolar modo la protagonista, Valentina Valsania, nei panni della singolare Judy è padrona di una prestazione eccezionale, carica di dialoghi e priva di qualsiasi attimo di riposo dietro le quinte: l’attrice esegue un vero e proprio tour de force che porta a conclusione senza mai la minima incertezza.
Gran parte del senso dello spettacolo è tutta giocata sul finale che, pur essendo evocativo e descrivendo quella che è l’evoluzione di Judy, sembra però realizzato con una certa fretta e poca cura che in qualche modo ne compromettono l’effetto.
Gabriele Amoroso
Foto: Michele Bevilacqua
Teatro Vittoria
dal 19 al 29 ottobre
Home, I’m darling
di Laura Wade
Regia Luchino Giordana e Ester Tatangelo
con Valentina Valsania, Roberto Turchetta, Laura Nardi, Elena Callegari, Cecilia Cinardi, Luchino Giordana
Assistente alla regia Elena Lunghi
Coreografia jive Marco Pitorri
Costumi llaria Capanna
Light designer Diego Labonia
Musiche Marco Vidino
Scene Francesco Ghisu
Produzione HERMIT CRAB coprodotto con Teatro del Carro