Nell’ambito dell’annuale rassegna Trend, in scena al teatro Belli di Roma per tutto il mese di novembre, dal 6 all’8 è stato proposto al pubblico ‘Riot Act’, un interessante lavoro firmato da Alexis Gregory, che con un trio di monologhi racconta alla platea le tante facce dei violenti moti di Stonewall, la rivolta che nel 1969 vide gli omosessuali newyorkesi afferrare i propri diritti con la forza
Michael, Lavinia e Paul sono tre uomini omosessuali e tutti e tre sono stati coinvolti, direttamente o indirettamente, nei celebri moti di Stonewall, la rivolta dei gay newyorkesi che ebbe luogo nel 1969: ognuno di essi porta la propria testimonianza, una dichiarazione sincera di ricordi pieni di orgoglio, di coscienza ma di altrettanto dolore.
I tre monologhi che compongono il copione di ‘Riot Act’ sono un interessante excursus su ciò che ha significato essere omosessuali nella seconda parte del secolo scorso: le storie di Paul, di Lavinia e di Michael sono intessute di episodi singolari, a volte carichi di amore, di speranza e di solidarietà ma allo stesso modo pieni di paura e di disperazione.
Come è naturale aspettarsi, le storie raccontate in ‘Riot Act’ sottolineano continuamente la terribile condizione di normali esseri umani che si sono trovati a dover fronteggiare discriminazioni, atti di violenza, persecuzioni, indifferenza e, purtroppo, gravissime malattie.
Tutto questo materiale è scritto magistralmente da Alexis Gregory e tradotto altrettanto bene da Enrico Luttmann; i monologhi sono rapidi e asciutti e non si perdono in troppe metafore anzi, il linguaggio che spesso diventa crudo e diretto trasmette al pubblico un’idea ancora più solida di ciò che l’autore vuole raccontare e ricordare.
Riot Act: Massimo Di Michele uno e trino
Massimo Di Michele, il protagonista e regista della rappresentazione, è un uomo che il teatro lo sa fare con enorme competenza: Di Michele inventa una regia sobria ma piena di dinamismo e persino di eleganza, utilizzando un insieme di luci che contribuisce a rendere variegata e viva tutta la narrazione.
Come interprete, Di Michele è ancora più incisivo: la sua capacità di passare da un personaggio all’altro con visibile naturalezza e l’abilità di conferire a ognuno di essi personalità precise e diverse, ne fanno un attore eccellente che, grazie anche alla bellissima presenza scenica, controlla completamente il palcoscenico, riempiendolo pure essendo da solo.
Gabriele Amoroso
Teatro Belli
dal 6 all’8 novembre
Riot Act
di Alexis Gregory
Traduzione Enrico Luttmann
Diretto e interpretato da Massimo Di Michele
Costumi Marco Dell’Oglio
Consulente musicale Fabio Marchi
Scrittura gestuale Tiziano Di Muzio
Assistente alla regia Giuseppe Claudio Insalaco
Produzione Artisti Associati