‘Maschere e figure. Repertorio dei tipi letterari’ è un saggio in cui l’autore, Paolo Ruffilli, indaga le tipologie di personaggi che abitano le opere letterarie fino alla prima metà del Novecento. Individua nove archetipi e riconduce a ciascuno di essi i personaggi nati dalla penna di scrittori internazionali. Il risultato è un saggio che dà molti spunti sia di riflessione sia di lettura, grazie anche alla passione contagiosa con cui Ruffilli parla dei vari testi e racconta le loro trame
Dai giganti della letteratura russa come Dostoevskij agli autori protagonisti dell’età vittoriana come Dickens, tutti i grandi scrittori, per creare i loro personaggi, hanno attinto e tuttora attingono da un ventaglio di modelli precostituiti.
O, per meglio dire, da un ‘Repertorio dei tipi letterari’: questo il sottotitolo del saggio ‘Maschere e Figure’ di Paolo Ruffilli, edito da Il Ramo e La Foglia Edizioni.
Nel testo, l’autore analizza le caratteristiche dei personaggi più noti e amati, ma anche odiati, dai lettori in tutto il mondo, per ricondurli a una tra le nove categorie che ha individuato.
Queste sono il “pigro”, il “libertino”, l’”ipocrita”, l’”ingenuo”, il “bello”, la “donna fatale”, il “malvagio”, il “vanitoso” e l’”androgino”, e la loro invenzione è tutt’altro che recente.
Infatti, già nelle rappresentazioni teatrali dell’Antica Grecia, gli attori interpretavano personaggi corrispondenti in modo rigido all’una o all’altra categoria.
Inoltre, indossavano maschere che aiutassero a distinguere in modo palese quale fosse il ruolo che stavano ricoprendo: se quello del pigro, per esempio, o del vanitoso.
Da questa tradizione delle maschere, allora, deriva il titolo del saggio di Ruffilli, che ritrova nella letteratura dell’Ottocento e del Novecento la stessa tendenza a incastonare le personalità dei principali eroi e antieroi in classi ben distinte, seppure in maniera molto meno rigida.
A ciascun archetipo il suo capitolo
Così, il libro si divide in capitoli corrispondenti a ciascun archetipo. In ognuno di essi, Ruffilli offre una vasta gamma di esempi concreti che ha rintracciato in alcune tra le più famose opere letterarie internazionali.
Per esempio, le pietre miliari della letteratura russa sono ricche di personaggi riconducibili al tipo del “pigro”. Uomini inetti, rassegnati, incapaci di agire e perseguire un qualsivoglia ideale, mentre la società russa che li circonda, a seconda dell’epoca in cui è ambientato il romanzo, è profondamente ferita o vive il progresso senza di loro.
Ruffilli non si limita a elencare personaggi o a snocciolare trame, cosa che comunque fa in maniera talmente puntuale da invogliare i lettori a interrompere la lettura del saggio per recarsi nella biblioteca più vicina e chiedere una copia di “Padri e Figli”, oppure “Oblomov”, o ancora, per citare altri testi oltre a quelli russi, “Uno, nessuno e centomila”.
Tra l’altro, il fatto che a conclusione di ogni capitolo ci sia una lista dei libri citati, completa di autori e titoli, facilita chi avesse il desiderio di reperirli.
No, dicevamo, non fa solo questo: l’autore produce anche delle riflessioni su come i vari scrittori hanno utilizzato gli archetipi.
Per tornare a quello del “pigro”, Ruffilli riconosce per esempio che
Maschere e figure:
incuriosire per spingere a leggere
Dato che, come abbiamo detto, gli autori dell’Ottocento e del Novecento non incastrano in maniera così rigida i loro personaggi nelle varie categorie, ci sono alcuni eroi e antieroi che prendono delle caratteristiche in prestito a più di un archetipo, anche perché i lettori possano meglio identificarsi con essi.
Uno di questi personaggi dal doppio archetipo è il celebre Don Chisciotte di Cervantes, sia ipocrita sia ingenuo, così come esistono molte figure letterarie maschili e femminili che corrispondono alle classi sia del “bello” sia del “malvagio”.
Diventa divertente, a un certo punto, leggere in un capitolo la descrizione di un personaggio e provare a intuire in quale altra sezione del libro lo si potrebbe ritrovare. Chissà se questo libertino è anche vanitoso?, ci si chiede fin dalle prime righe dedicate a Don Giovanni e Casanova, sulle cui differenze Ruffilli si concentra in uno dei suoi momenti di riflessione.
Insomma, al contrario di quanto si potrebbe pensare a un primo, superficiale impatto di un saggio letterario, ‘Maschere e Figure’ non è affatto una lettura difficile, accademica, autoreferenziale. Non dà l’impressione che l’autore abbia voluto uno spazio per fare sfoggio delle sue conoscenze in materia di libri, piuttosto fa comprendere quanto ne sia sinceramente appassionato.
Passione che trasmette anche ai lettori, i quali, come accennato, è probabile siano invogliati a leggere alcuni testi citati nel saggio. E che siano spinti, d’ora in avanti, a riflettere su quale archetipo possa corrispondere ai personaggi che ritroveranno nei libri che leggeranno in futuro.
Eva Maria Vianello
Biografia
Paolo Ruffilli è nato nel 1949. Ha pubblicato di poesia: “Piccola colazione” (Garzanti, 1987, American Poetry Prize); “Diario di Normandia” (Amadeus, 1990); “Camera oscura” (Garzanti, 1992); “Nuvole” (con foto di F. Roiter; Vianello Libri, 1995); “La gioia e il lutto” (Marsilio, 2001, Prix Européen); “Le stanze del cielo” (Marsilio, 2008); “Affari di cuore” (Einaudi, 2011); “Natura morta” (Nino Aragno Editore, 2012, Poetry-Philosophy Award); “Variazioni sul tema” (Aragno, 2014, Premio Viareggio Giuria); “Le cose del mondo” (Mondadori, 2020).
Di narrativa: “Preparativi per la partenza” (Marsilio, 2003); “Un’altra vita” (Fazi, 2010); “L’isola e il sogno” (Fazi, 2011).
Paolo Ruffilli
Maschere e figure. Repertorio dei tipi letterari
Edizioni Il Ramo e la Foglia
Collana Saggi
Genere Saggistica
Anno 2023
Pagine 152