Fino al 28 gennaio, ‘Metti, una sera a cena’, il testo più noto e celebrato di Giuseppe Patroni Griffi, è stato in scena al teatro Off Off di Roma con la regia di Kaspar Capparoni il quale, particolarmente ispirato, costruisce sul palco un lavoro evocativo e sofisticato che riporta sul palco le spregiudicate atmosfere degli anni ’70
Quattro amici borghesi e colti si incontrano frequentemente per cena e attorno al solito tavolo si dipanano numerosi discorsi che insistono sempre sui rapporti tra uomini e donne: si parla di amore, di sesso, di fedeltà e di tradimenti. Michele e Nina sono legati in un matrimonio molto elastico, Max intrattiene una relazione parallela e perversa con la stessa Nina – coinvolgendo nella tresca il giovane Ric – mentre Giovanna, donna libera e risoluta, innamorata di Michele, non viene affatto corrisposta.
Quando Giuseppe Patroni Griffi portò ‘Metti, una sera a cena’ in scena per la prima volta nel 1967, il pubblico italiano ritenne immediatamente quel testo uno dei più significativi e rilevanti mai apparsi sui nostri palchi.
La storia inventata da Patroni Griffi in effetti, immaginata più di cinquant’anni fa, non poteva che sollevare riflessioni dibattute, indagando una serie di rapporti controversi tra adulti e mettendo alla luce un insieme di comportamenti legati al sesso che all’epoca erano pressoché un tabù.
Dopo parecchi anni, l’opera torna in scena a Roma con una versione fedelissima al copione originale che prova ad avvicinarsi di qualche passo al nostro tempo, mantenendo comunque lo spirito peculiare del testo.
Metti, una sera a cena: bravo Capparoni
Questo nuovo giro di repliche trova il suo punto di forza nella regia di Kaspar Capparoni: il regista, impegnato anche tra le quinte nel ruolo dell’ambiguo e affascinante Max, costruisce una rappresentazione ricca di dinamismo e di ritmo che rende chiara la successione labirintica delle scene; inoltre Capparoni utilizza un disegno luci – opera di Umberto Fiore – particolarmente suggestivo e azzeccato che scongiura qualsiasi rischio di monotonia e che richiama la forma più elegante dell’optical anni ‘70.
Al di là di questo, tuttavia la trama, per quanto rimanga un caposaldo della drammaturgia italiana, inizia a tradire qualche segno di invecchiamento ma non tanto nella sua natura, quanto nella reazione del pubblico il quale è ormai completamente abituato, se non quasi indifferente, al tipo di intrecci e rapporti raccontati nella storia.
Metti, una sera a cena: spuntano le prime rughe
L’unico difetto del lavoro, legato suo malgrado allo scorrere del tempo, è infatti l’incapacità di sollevare ancora scandalo e di portare a considerazioni che ormai non hanno più modo di esistere.
Nonostante ciò, lo spettacolo allestito da Capparoni è un lavoro solido e ben realizzato che può contare anche su un buon cast all’interno del quale spiccano le due interpreti femminili: Laura Lattuada e Clara Galante.
Immancabile, nei saluti finali, il celeberrimo e ipnotico motivo musicale firmato da Ennio Morricone, che faceva da colonna sonora al film omonimo del 1969.
Gabriele Amoroso
Foto: Umberto Fiore
Teatro Off Off
dal 19 al 28 gennaio
Metti, una sera a cena
di Giuseppe Patroni Griffi
Regia Kaspar Capparoni
con Kaspar Capparoni, Laura Lattuada, Carlo Caprioli, Clara Galante ed Edoardo Purgatori
Aiuto regia Orazio Rotolo Schifone
Costumi Valter Azzini
Scene Alessandro Chiti
Direzione tecnica e luci Umberto Fiore
Assistenza tecnica Gloria Mancuso