Il 21 gennaio scorso la Sala Baldini, all’interno del Chiostro di Campitelli limitrofo al prestigioso Teatro di Marcello, è stata il palcoscenico di una serata musicale indimenticabile, durante la quale abbiamo avuto il privilegio di assistere al concerto di Melisa Ibrahimi. La giovane pianista kosovara ha dimostrato di possedere un virtuosismo straordinario, donando al pubblico un programma eclettico che ha toccato le corde più profonde dell’anima
Il concerto di Melisa Ibrahimi si è aperto con tre sonate di Domenico Scarlatti: “Sonata in fa minore K 466”, “Sonata in mi minore K 98” e “Sonata in re minore K 141”. La prima è stata eseguita con una grazia e una raffinatezza che hanno catturato immediatamente l’attenzione di tutti. Le note delicate e fluide si sono messe in moto come una danza elegante, creando un’atmosfera di intimità e contemplazione che ha avvolto la Sala Baldini.
L’esecuzione della seconda, invece, è stata un vero capolavoro di espressione emotiva. Melisa Ibrahimi ha saputo trasmettere ogni sfumatura di tristezza e di malinconia contenuta nella composizione, rendendo ogni suono frammento di pura sincerità e profondità.
Il pubblico è rimasto incantato dalla capacità della musicista di evocare sentimenti così intensi mediante la tastiera del pianoforte, lasciando vivere agli astanti un mondo di suggestioni.
L’interpretazione della terza opera – “Sonata in re minore K 141”, infine, ha elargito una ventata di energia in Sala. Melisa ha affrontato il brano con una verve incalzante, rendendo ogni passaggio virtuosistico momento di pura maestria tecnica.
Le sue mani sembravano danzare sulla tastiera, creando una fusione perfetta tra potenza e precisione. La platea è stata così conquistata dalla sua abilità tecnica e dalla sua presenza magnetica sul palco.
Melisa Ibrahimi: un concerto virtuoso
Successivamente, Melisa ha eseguito tre opere di Ferenc Liszt che hanno lasciato i presenti senza fiato. “La Leggenda n. 2 – San Francesco di Paola cammina sulle acque”, è stata un’esplosione di perfezione e intensità.
Melisa ha suonato con una passione travolgente, rimandando un crescendo di emozioni che ha raggiunto l’apice nella sezione finale, in cui le sue mani sembravano danzare in modo frenetico sul piano, trasmettendo forza e bellezza straordinarie.
Il brano “Grosses Konzert Solo S. 176” di Liszt è stato un vero e proprio tour de force. Melisa ha dimostrato una padronanza tecnica prodigiosa, affrontando le complesse sfide ritmiche e le rapide progressioni di accordi con una precisione millimetrica. La sua performance pertanto è stata travolgente: il pubblico si è sentito indotto a seguire un turbine di suoni e trepidazione, rimanendo senza fiato di fronte all’abilità della pianista.
Infine, Melisa ha concluso il concerto con “Orage – Storm”, un brano che ha provocato una tempesta di vivacità in Sala. Le sue mani hanno sferrato attacchi potenti, dando origine a una cascata di suoni che ha riprodotto l’atmosfera stessa di una tempesta, appunto, in tutta la sua magnificenza.
La platea dunque è stata attratta dalla forza e dalla passione con cui Melisa ha eseguito questo brano, assaporando un senso di meraviglia.
Raffinato bis dedicato al pubblico dei Concerti del Tempietto e del Festival Musicale delle Nazioni: il “Notturno n. 20 in Do diesis minore” di Fryderyk Chopin.
Filippo Novalis
Concerti del Tempietto
Festival Musicale delle Nazioni
21 gennaio
Melisa Ibrahimi pianoforte
Tre sonate di Domenico Scarlatti
- Sonata in fa minore K 466
- Sonata in mi minore K 98
- Sonata in re minore K 141
Tre opere di Ferenc Liszt
- La Leggenda n.2
- San Francesco di Paola cammina sulle acque
- Grosses Konzert Solo S. 176
Orage – Storm
Notturno n. 20 in Do diesis minore di Fryderyk Chopin