Fino allo scorso 25 febbraio, il teatro Trastevere di Roma ha avuto in cartellone Barbara, un’opera scritta da Angelo Orlando e diretta da Fabrizio Catarci. Lo spettacolo è costruito sulle atmosfere del teatro dell’assurdo, ma sebbene le premesse creino alte aspettative, nel corso dell’azione la messinscena si rivela molto poco riuscita
Aldo e Pino sono due avvocati, colleghi e amici. Un pomeriggio come tanti, i due uomini si recano presso una casa d’appuntamenti per avere un estremo incontro erotico con la misteriosa Barbara. Appena giunti sul luogo, Aldo e Pino vengono ammanettati allo stesso letto da un bizzarro e sfuggente uomo, Carmine, e da qual momento inizierà la lunga attesa di Barbara.
Angelo Orlando firma questo surreale lavoro, ‘Barbara’, traendo una palese ispirazione dallo stile di Samuel Beckett e in particolare dal suo capolavoro “Aspettando Godot”.
La coppia di protagonisti aspetta Barbara per tutta la durata dell’azione e questo dà modo ai due di inscenare un lungo e strampalato dialogo il cui scopo è portare al pubblico una serie di verità, riuscendoci con molti inciampi.
Nonostante lo spirito del testo sia volutamente improntato sull’onirico e sull’inverosimile, l’opera resta poco a fuoco e si barcamena in continuazione fra il tentativo di risultare comica e l’ambizione di trasmettere un messaggio piuttosto serio che analizza la nostra epoca contemporanea.
Quello stesso messaggio arriva comunque, ma viene comunicato come fosse in qualche modo inquinato da uno sforzo di alleggerirlo o renderlo il più possibile comprensibile.
Barbara: risultato deludente
Gli attori del cast recitano piuttosto bene, nonostante i due protagonisti, Francesco Primavera e Fabrizio Catarci – che firma anche la regia – si aiutino moltissimo con l’uso del romanesco, e riescono a mantenere un buon ritmo e un ottimo controllo della scena pur essendo sacrificati dalla direzione di Catarci che non allestisce troppi dinamismi né tantomeno si fa ricordare per creatività.
Il lavoro lascia dunque piuttosto perplessi e non sembra riuscito nella sua globalità, anzi, è proprio il lungo e pesante finale che in qualche modo ne compromette la possibilità di essere promosso e che lascia andare via il pubblico con un profondo senso di noia.
Gabriele Amoroso
Foto: Alessandro Leone
Teatro Trastevere
dal 22 al 25 febbraio
Barbara
di Angelo Orlando
Regia Fabrizio Catarci
con Francesco Primavera, Fabrizio Catarci, Enrico Franchi, Sebastiano Vinci e Olena Kozinina
Assistente regia Caterina Cioli Pluviani
Costumi Alessia Sambrini
Disegno luci Marco Di Campli San Vito
Grafica Marco Animbono
Scenografo Francesco Montanaro