Il Teatro fondato da Michele Del Grosso torna a vivere grazie alla tenacia di due giovanissimi napoletani. Il 21 ottobre a Napoli ha riaperto il TIN, lo spazio storico totalmente ristrutturato. Una grande festa ha visto la presenza di giornalisti, spettatori, turisti e amici e non solo
Era il 1968 quando Michele Del Grosso, morto lo scorso 9 Gennaio, fondò a Napoli il Teatro Instabile sul lato basso di Via Martucci, in una zona elegante della città. In vico Fico Purgatorio ad Arco, nello stesso posto in cui nel 2001, lo stesso Del Grosso trasferì la sua attività, a Napoli riapre il TIN, spazio chiuso dopo la sua morte.
Senza tradire le origini dell’edificio originario e il tocco artistico del suo fondatore, oggi si presenta totalmente ristrutturato agli occhi di tutti e, tuttora, mantiene la sua integrità: un’arena ellittica ipogea con gradinate. La singolare struttura, che suggerisce una precedente destinazione mistico–esoterica del luogo, conserva ancora le pareti ad opus reticulatum, che ne testimoniano l’origine remota.
La ripresa dello spazio teatrale, in cui transitarono giovani artisti tra cui Roberto De Simone, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Peppe Barra, Pino Daniele, Edoardo Bennato, Franco Battiato, Francesco De Gregori, Antonello Venditti (fu solo l’inizio di una serie di successi per Del Grosso e l’intero capoluogo Campano), ospiterà, nell’arco della stagione 2018/2019, spettacoli di prosa e di improvvisazione, concerti musicali, mostre e corsi di teatro. Il TIN mira infatti a diventare un nuovo punto di riferimento culturale per la città partenopea.
A Napoli riapre il TIN
L’inaugurazione è stata dunque accompagnata dalle performance degli allievi dell’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema di Gianni Sallustro, con i costumi di Costantino Lombardo, tratte dai libri di Perillo su Napoli. A condurre i tanti spettatori a teatro è stata l’installazione sotto al portico “Pioggia di corni” di Sofia Ferraioli e la Mostra Fotografica di Luciano Ferrara e Antonio Alfano.
“Nell’anno 2018-19 – spiega Sallustro – abbiamo programmato un’intensa attività all’interno del Tin; riprenderemo, infatti, due spettacoli che portano la firma di Michele “La cantata dei pastori” e “Mater camorra” e faremo stage e workshop con artisti nazionali per portare avanti l’idea del teatro che aveva Michele che, in un’epoca come la nostra dove l’appiattimento culturale la fa da padrone, risulta essere l’unica via veramente artistica da seguire. Lavorare, lavorare, lavorare per il teatro e per l’arte”.
Ricordiamo che il Teatro Instabile di Napoli fra il 1968 ed il 1969 fu un vero e proprio centro nevralgico: ospitò alcune delle più significative esperienze internazionali del momento tra cui “The Open Theatre” con “The serpent” e “The mask”; “Les Trèteaux Libres” (Ginevra) con “Quo Vadis?” e Del Grosso fu uno degli artefici di una storica tournée del “Living Theatre”.
Inoltre, le attività proseguirono fino a metà degli anni Settanta e, negli anni ‘80, egli fonda il Teatro Tenda 80, un circo itinerante che porta il teatro nelle piazze. Nel 2001 ricostituì il Teatro Instabile nel cuore di Napoli in vico Fico del Purgatorio (sua attuale sede), all’interno dello storico Palazzo Spinelli.
Oggi, suo nipote Giancarlo insieme alla moglie Fabiana, si prefiggono di dare nuova linfa al vico, trasformandolo da vicolo d’arte a vicolo del Teatro, con l’intento di riportare il TIN ai massimi livelli creando di conseguenza una compagnia (in)stabile e altresì un museo del teatro dedicato principalmente all’attività del suo fondatore.
Il TIN e la sua eredità
Appena si entra a teatro si respira nell’immediato l’arte di quel luogo attraverso elementi simbolici, come le maschere di Pulcinella e articoli di giornali, testimoni dell’epoca storica in cui il teatro stile elisabettiano fu protagonista e che, Fabiana Mangiapia (presidente dell’Associazione TIN Teatro Instabile Napoli Michele Del Grosso) e Giancarlo Del Grosso (vicepresidente), fanno tornare in luce.
“Abbiamo una grande responsabilità – afferma Giancarlo Del Grosso – le difficoltà sono tante, il nostro impegno sarà massimo per rendere nuovamente il TIN un punto di riferimento culturale per la città di Napoli e per cercare di restituire a mio zio, Michele Del Grosso, ciò che ha donato a tutti noi”.
Al TIN nel 2006, infine, andò in scena la prima retrospettiva dedicata a Manlio Santanelli, che spazia nei primi venticinque anni della produzione del drammaturgo napoletano, culminando con la prima assoluta di sei prime scene, mentre nel 2014 il regista Alessandro Chetta realizza il documentario “Instabile” dedicato alla figura di Michele Del Grosso.
Proprio lo scorso 11 gennaio 2018 – due giorni dopo la scomparsa di quest’ultimo – è stata ricordata la sua attività teatrale con una cerimonia tenutasi al TIN con la partecipazione di artisti, giornalisti ed istituzioni.
Alla serata inaugurale, sono inoltre pervenuti tanti amici di Michele Del Grosso, turisti e curiosi, e anche giornalisti e appassionati di arte e teatro. Durate la serata, infatti, Marco Perillo, giornalista e scrittore ha presentato i suoi libri “101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere” e“Misteri e segreti della storia di Napoli. Itinerari per scoprire nuovi scorci, leggende, aneddoti e tradizioni”. Roberta D’Agostino, giornalista, Gianni Sallustro, attore e regista, e Martin Rua, scrittore, anche loro presenti.
Un intento di tutto rispetto, che speriamo abbia lunga vita, con l’auspicio che la cultura a Napoli possa trovare nuovi linguaggi e nuove prospettive, al servizio della comunità intera. Una sorta di continuità culturale, dunque, un’eredità, come la celebre scultura del Pulcinella di Lello Esposito, fortemente voluta da Del Grosso, il quale desiderava trasformare il vicolo in luogo d’arte, inglobando anche il teatro.
Marta Astolfi