Fino allo scorso 17 dicembre, il teatro Lo Spazio di Roma ha ospitato ‘A sciuquè’: lo spettacolo, ottimo testo firmato da Ivano Picciallo, torna in scena a Roma dopo cinque anni di interruzione. La storia racconta le avventure di un gruppo di amici di vecchissima data tra i quali c’è Nicola, il protagonista, un ragazzo che diventerà un uomo felice e risolto ma che, a un punto del suo percorso di vita, si troverà inghiottito in un burrone dal nome terribile: ludopatia
Nei pressi di Bari, qualche anno fa, un gruppo di compagni di scuola trascorre le proprie giornate giocando e scambiandosi pensieri mentre il tempo scorre. Diventati adulti, quei ragazzi trovano il proprio posto nel mondo e due di loro, Nicola e Lucia, si innamorano e si sposano iniziando a condurre una vita ricca di gioia e soddisfazioni. Improvvisamente, però, Nicola inizia a giocare d’azzardo non riuscendo in nessun modo a liberarsi da quel terribile vizio.
‘A sciuquè’ è uno dei copioni migliori scritti da Ivano Picciallo e torna in scena dopo ben cinque anni dalle ultime rappresentazioni; nel 2017 l’opera riscosse un gran successo al Fringe Festival di Roma, alla fine del quale vinse come miglior spettacolo e come miglior regia.
Di nuovo in cartellone nella capitale, il testo mostra uno smalto resistente e un impianto teatrale globale che continua a farne uno spettacolo eccezionale.
Un lavoro di fortissimo impatto
‘A sciuquè’ si presenta come un lavoro di fortissimo impatto: la messinscena è una sequenza di quadri che rappresentano ricordi e passaggi cruciali nella vita di un gruppo di giovani amici, che contribuiscono a rendere quegli stessi ragazzi degli adulti non soltanto completi e risolti nella propria identità, ma anche felici.
Ogni battuta è recitata in un dialetto stretto ma comprensibile che permette allo spettatore di assorbire la natura spontanea che l’autore ha voluto conferire a tutta la narrazione e che crea una musicalità che immediatamente trasporta in un contesto ben definito.
Sebbene nella trama non sia presente il motivo detonatore della ludopatia del protagonista, è forse proprio questa assenza a determinare come tali patologie spesso nascano senza un motivo scatenante.
Più volte, nel corso dell’azione, Nicola ripete quanto la sua vita sia fortunata e libera da qualsiasi mancanza, eppure è proprio lui che si ritrova strangolato in quel vortice fatto di giocate infinite.
A sciuquè: uno spettacolo di regia
Il punto forte della rappresentazione è la regia, il reparto nel quale Ivano Picciallo eccelle: in qualità di regista, Picciallo mette in scena tutta la propria creatività e allestisce un’opera ricca di simbolismi e momenti evocativi che riescono a rendere il copione eloquente anche quando non ci sono battute.
È comunque di altissimo livello l’intero cast, composto da attori bravissimi che mostrano un affiatamento evidente e un talento innegabile, sopratutto nell’impersonare tutte le fasi della vita dei protagonisti.
‘A sciuqué’ è un lavoro maturo, importante e in grado di rappresentare a perfezione gli aspetti migliori della drammaturgia contemporanea: prendendo in esame anche l’ultimo lavoro di Ivano Picciallo, “Sammarzano”, grande successo della scorsa stagione, possiamo iniziare ad annoverare l’artista pugliese tra i migliori della sua generazione.
Gabriele Amoroso
Teatro Lo Spazio
dal 14 al 17 dicembre
A sciuquè
Scritto e diretto da Ivano Picciallo
con Adelaide Di Bitonto, Giuseppe Innocenti, Igor Petrotto, Francesco Zaccaro e Ivano Picciallo
Luci e fonica Alessandro Iannattone