Dal 16 al 18 aprile scorsi, il teatro Off Off di Roma ha avuto in cartellone ‘Adolf prima di Hitler’, un testo scritto da Antonio Mocciola, che ha riscosso già parecchio successo negli anni precedenti in giro per tutta l’Italia. L’opera trae spunto dal testo di memorie “Il giovane Hitler che conobbi”, scritto da August “Gustav” Kubizek, che negli anni ‘10 del secolo scorso fu il coinquilino di Adolf Hitler a Vienna, quando quest’ultimo rincorreva il sogno di fare il pittore e il primo quello di diventare direttore d’orchestra. Il cardine di questa storia è però l’ambiguo rapporto intercorso tra i due ragazzi, che stando alle parole di Kubizek, in più di un’occasione si è avvicinato a un sentimento che scavalcava di molto l’amicizia
Nel 1907, i giovani Adolf e August, chiamato Gustav dal primo, condividono una stanza in affitto a Vienna mentre entrambi cercano di rendere reali i propri sogni: Adolf vuole diventare un pittore, Gustav invece un direttore d’orchestra. Tra i due c’è una forte affinità e una complicità che spesso sembra molto più di un’amicizia.
Mentre Adolf, ossessionato dalla sua condizione sociale svantaggiata, inizia a idealizzare una società tanto organizzata quanto utopica, lo spirito politico in Europa comincia a cambiare davvero. In breve tempo, Gustav diventa un musicista professionista e Adolf diventa Hitler.
Il copione di ‘Adolf prima di Hitler’, scritto dal bravo Antonio Mocciola con uno stile moderno e privo di inutili sottotesti, trova il suo punto di forza nella regia di Diego Sommaripa: il regista allestisce una scena sobria, ma allo stesso tempo evocativa, costruita con un ottimo disegno luci che sostiene perfettamente il ritmo e l’identità della rappresentazione.
Con una cornice così sottile e poco invasiva, Sommaripa riesce a lasciare lo spazio maggiore ai dialoghi, i quali restano il fulcro fondamentale dello spettacolo.
Adolf prima di Hitler: come avrebbe potuto essere
Chi ha letto la le memorie di Kubizek o chi assiste alla rappresentazione deve fare lo sforzo di dare per scontato che tutto ciò che è raccontato da Kubizek sia vero: in questo modo è facile meravigliarsi e quasi rammaricarsi realmente per ciò che avrebbe potuto essere se gli eventi della storia non avessero separato i due amici.
È questo infatti l’interrogativo cruciale della trama: Hitler aveva un’anima determinata ma creativa, artistica e visionaria, sarebbe dunque diventato ugualmente il Führer se avesse avuto la possibilità e il permesso di assecondare le proprie capacità e i propri sentimenti?
Adolf prima di Hitler: un bel gruppo di attori
È ottima la prova dei due attori in scena: Vincenzo Coppola e Francesco Barra, rispettivamente Adolf e Gustav, sono due giovani attori, dotati e validi, che mostrano un’ottima affinità e interpretano i propri personaggi riuscendo a disegnare una psicologia definita ed eloquente.
Non sono da meno le due coprotagoniste in scena con Coppola e Barra – Jessica Ferro e Chiara Cavalieri – che intervengono in un insieme di piccole azioni offrendo un punto di vista esterno e chiarificatore del rapporto ambivalente fra Adolf e Gustav.
L’unico piccolo difetto del lavoro è un finale che tende a essere probabilmente troppo sbrigativo e che si avvicina in maniera precipitosa alla conclusione della storia, impedendo così alla platea di fare un lavoro di riflessione più approfondito.
Nonostante ciò, lo spettacolo è un buon lavoro teatrale realizzato nel miglior modo possibile e destinato ad avere una lunga vita.
Gabriele Amoroso
Foto: Umberto Averardi
Teatro Off Off
dal 16 al 18 aprile
Adolf prima di Hitler
di Antonio Mocciola
Regia Diego Sommaripa
con Vincenzo Coppola e Francesco Barra
e la partecipazione di Jessica Ferro e Chiara Cavalieri
Costumi Dora Occupato
Musiche Gianluigi Capasso
Trucco Forma e Colore Agostino Amore
Produzione Resistenza Teatro & Musiciens