‘Affamata’ di Melissa Broder è il nuovo romanzo entrato a far parte ieri, martedì 12 settembre, della collana Le Fuggitive di NN Editore. La storia colpisce per l’ironia con cui la protagonista la racconta, soffermandosi soprattutto sulla sua ossessione per la magrezza, sul rapporto con sua madre e sulle sue fantasie e performance erotiche, descritte con impressionante dovizia di particolari
“Sgranocchiavo, succhiavo, scioglievo, ripulivo tutto con la lingua in preda all’estasi – solido e soffice, dolce e dolcissimo – in un prisma di bellezza al tempo stesso terrena e divina, mentre, ancorata al suolo, non ero altro che una bocca e una lingua giganti, e mangiavo e mangiavo per il puro e semplice piacere di mangiare.”
Quando la mattina si alza dal letto, Rachel sputa la gomma alla nicotina che ha masticato tutta la notte e subito ne mette in bocca un’altra. È la sua colazione, e non si concederà altro almeno fino alle 11, quando sgranocchierà una barretta dietetica seduta alla scrivania del suo ufficio. La masticherà il più lentamente possibile, affinché la sensazione di sazietà duri fino all’ora di pranzo.
Occorre specificarlo fin da ora: per chi soffrisse di disturbi alimentari, sarebbe raccomandabile approcciarsi al libro con cautela, a causa della quantità di riferimenti al cibo e a comportamenti malsani legati a esso.
Infatti, la stessa protagonista soffre di un disturbo di questo tipo. Rachel ha venticinque anni, lavora nell’ufficio di un agente dello spettacolo a Los Angeles e conta ogni caloria che ingurgita, così come le ore che la separano dai miseri pasti che concede al suo corpo, che vuole mantenere il più magro possibile.
È ciò che ha sempre voluto anche sua madre la quale, durante l’infanzia di Rachel, ha continuato a paragonare il corpo della figlia a quello delle amichette, sostenendo che lei fosse sempre più grassa di loro.
Per questo, ha sempre tenuto sotto controllo ciò che la bambina mangiava, arrivando a proibirle il miele consigliato per alleviare il mal di gola: fa ingrassare.
“La verità è che non sapevo quasi niente di lei. Solo che era ebrea e poco più giovane di me. E che era gentile, molto gentile. Che quando ero insieme a lei mi veniva voglia di mangiare una coppa gelato, o anche due, e perfino del cibo cinese. E sapevo che mi faceva sentire come se fossi fatta di coriandoli anziché di sangue.”
La gracilità del corpo
Se a un certo punto Rachel aveva avuto il dubbio di stare scivolando nell’anoressia, la madre le aveva risposto che non poteva essere: le anoressiche sono molto più magre di così.
La madre di Rachel non è cattiva, ma è pur vero che ha ridotto la figlia talmente all’osso, sia mentalmente sia fisicamente, che la ragazza vede una terapeuta per cercare di risolvere i suoi problemi. Ma non è davvero convinta di voler cambiare stile di vita, poiché pensa di stare bene con i suoi digiuni e la sua estrema solitudine.
Questo finché un giorno, durante una pausa pranzo, non vedrà vacillare le sue incrollabili certezze.
Affamata: galeotto fu il frozen yogurt
La routine di Rachel è scandita da alcuni irrinunciabili appuntamenti. Innanzitutto quello con la palestra, che frequenta tutti i giorni per tre ore dopo il lavoro, e poi quello con lo show di cabaret nel quale si esibisce ogni giovedì sera, facendo ridere il pubblico parlando del meteo.
Infine, un appuntamento che Rachel attende smaniosa ogni settimana è quello con Yo!Good, un locale che serve frozen yogurt ipocalorici e nel quale si intrufola furtiva durante le pause pranzo.
A servirla è sempre un giovane silenzioso e riservato, che Rachel intuisce sia ebreo per via del suo aspetto e perché, in verità, anche lei sarebbe ebrea, sebbene non creda in Dio.
Un giorno, però, Rachel non trova più il ragazzo a servirla, bensì la sorella di lui, bionda e obesa, il cui carattere è diametralmente opposto a quello del fratello.
La nuova commessa, Miriam, è infatti molto più espansiva e invadente: esagera con le porzioni di yogurt e insiste affinché la cliente provi questo o quell’altro topping, mettendola a disagio.
“E soprattutto era grassa: innegabilmente, incontrovertibilmente grassa. Non era robusta, formosa o paffuta. Era più che carnosa, eclissava l’idea di robustezza. Era proprio grassa, come io non riuscivo a immaginarmi nemmeno nei miei incubi peggiori. Ma sembrava ignorarlo o fregarsene alla grande.”
Il modo di fare aggressivo e l’apparente noncuranza di Miriam nei confronti delle abbuffate convincono Rachel dapprima a provare un frozen yogurt più calorico, poi a condividere con la commessa una cena cinese, finché la protagonista comincia a mangiare come mai prima d’ora.
E, all’aumentare dell’appetito, aumenta anche il desiderio sessuale: Rachel è in balia dell’erotismo, passa da fantasie sessuali a dir poco freudiane in cui è coinvolto il rapporto con sua madre, a scenari in cui immagina di fare sesso con donne che mangia, morde, lecca, penetra, fa bagnare, ne annusa gli odori, ne assaggia gli umori e le secrezioni.
Protagoniste interessanti e tematiche potenti
D’improvviso, l’ossessione per le calorie di Rachel si trasforma in un’ossessione per il sesso, e le descrizioni fatte dall’autrice sono molto grafiche e dettagliate, al punto che qualcuno potrebbe trovarle di dubbio gusto.
Il principale oggetto del desiderio di Rachel diventa Miriam: dapprima immagina di fare sesso con lei in tutti i modi e le circostanze, poi inizia a provare nei suoi confronti un altro tipo di sentimento.
Tutto ciò, in ‘Affamata’, è narrato con un linguaggio ironico e divertente, sebbene le tematiche che fanno da perno alla storia non siano propriamente leggere.
Per esempio, oltre al rapporto conflittuale con il corpo, con il cibo e con la madre, anche la religione ha un ruolo fondamentale e condiziona la relazione tra Rachel e Miriam.
Si legge infatti in una nota scritta dalla traduttrice Chiara Manfrinato alla fine del libro: “[…] in Affamata abbondano i sapori, gli odori, le consistenze e i suoni – del resto, come dicevo a un amico, è un libro fatto per il 60% di cibo, per il 30% di sesso e per il restante 10% di ebraismo e mommy issues”.
Tutti questi argomenti, in ‘Affamata’, convergono all’interno di una storia travolgente, con una protagonista dalla personalità interessante e una co-protagonista che si vorrebbe come amica, per poterci trascorrere del tempo insieme a tavola.
Insomma, per concludere utilizzando delle metafore a tema, del libro di Melissa Broder ci si abbuffa con gusto ma non si è mai sazi. E per tutto il corso della lettura ci si chiede se, arrivati alle ultime pagine, verrà finalmente servito il dolce.
Eva Maria Vianello
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Biografia
Melissa Broder è un’autrice americana di romanzi, racconti, saggi e poesie, selezionate dal Center For Fiction First Novel Prize e dal Women’s Prize For Fiction. Collabora con The New York Times, Elle e The Cut. Vive a Los Angeles.
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Melissa Broder
Affamata
Edizioni NN Editore
Collana Le Fuggitive
Genere Narrativa
Anno 2023
Pagine 288