In scena per due sere al teatro Lo Spazio di Roma, ‘Anna Cappelli’ è uno dei tanti testi scritti dall’amato autore napoletano Annibale Ruccello. In questo lavoro, la protagonista Anna, unico personaggio in scena, si trasforma in una triste e allo stesso tempo grottesca metafora della solitudine e dell’insoddisfazione
Anna Cappelli lavora come cameriera presso una facoltosa signora di Latina; Anna non possiede nulla di veramente suo, è sempre sola e ha un pessimo rapporto con la sua datrice di lavoro. Soltanto l’incontro con Tonino, un benestante scapolo, le permette di intravedere un ingannevole bagliore in fondo a un monotono e deprimente tunnel.
Annibale Ruccello, autore di ‘Anna Cappelli’, morì prematuramente, appena trentenne, nel 1986: in pochi anni di vita, Ruccello ha firmato diversi capolavori del teatro italiano contemporaneo, dai quali non si sottrae neppure questo splendido ‘Anna Cappelli’.
Con una cifra che si barcamena fra l’ironico, il surreale e il drammatico, il copione mette in scena una storia triste e angosciante nella quale Anna diventa una figura che si può soltanto compatire e che, necessariamente, non andrà incontro a un lieto fine.
Anna porta lo spettatore a provare un forte sentimento di pena nei suoi confronti: la sfortunata ragazza sembra non avere passato né presente né tantomeno futuro ed è attanagliata da un insostenibile senso di inferiorità e dalla consapevolezza di non avere niente che sia davvero suo.
È infatti indicativo come, tra una battuta e l’altra, la protagonista ripeta continuamente l’aggettivo possessivo mio, proprio a sottolineare il desiderio di possedere qualcosa o qualcuno che le appartenga completamente.
Anna Cappelli: un immortale Annibale Ruccello
Su un palco riempito di pochi ma efficaci elementi scenografici, la regia di Geppi Di Stasio lascia carta bianca alla brava Olimpia Alvino, interprete di Anna, la quale recita con passione e visceralità il lunghissimo monologo.
Olimpia Alvino si cala a perfezione nel personaggio, esaltando con evidente abilità tutte le corde di Anna, da quelle comiche a quelle cupe, passando per quelle più umane.
Lavori di questo genere continuano a far rimpiangere il bravissimo Annibale Ruccello il quale, se non altro, ha lasciato alle scene numerosi copioni che, con intelligenza e competenza teatrale, vengono continuamente riproposti.
Gabriele Amoroso
Teatro Lo Spazio
8 e 9 novembre
Anna Cappelli
di Annibale Ruccello
Regia Geppi Di Stasio
con Olimpia Alvino
Audio e luci Marco Pratesi