Dal 2011, “Black Mirror” angoscia il suo pubblico rappresentando scenari di un mondo futuro, devastato dalla deriva tecnologica. Ogni episodio autoconclusivo ipotizza le estreme conseguenze che si avrebbero se mai si dovesse arrivare a fondere del tutto l’esperienza digitale con quella reale. Questo è ciò che la serie è stata finora; tuttavia, ‘Black Mirror 6’ si discosta dalla precedente tradizione e propone episodi mosci, fuori tema e che non angosciano, bensì lasciano perplessi
Erano ormai dodici anni che “Black Mirror” faceva leva sulla nostra paura di essere controllati, manovrati e torturati dai nostri dispositivi tecnologici.
La serie antologica e distopica per eccellenza ci ha donato incubi del calibro di “Messaggio al Primo Ministro”, la prima puntata in assoluto in cui un politico inglese era costretto ad avere rapporti sessuali in diretta con un maiale; “Zitto e balla”, nel quale un ragazzo veniva ricattato dopo che degli hacker avevano ripreso le sue perversioni immorali controllandolo dalla sua webcam; “Playtest”, con un protagonista il cui cervello veniva collegato a un videogioco che ne riproduceva le paure e ne comprometteva il sistema nervoso.
Tanto indelebili quanto disturbanti erano anche “Bianco Natale” e “Black Museum”, mentre ricordiamo più piacevolmente le storie d’amore e tecnologia narrate in “San Junipero” e “Hang the DJ”. Inoltre, ci eravamo divertiti a esplorare le varie linee narrative alternative nell’episodio speciale interattivo: “Bandersnatch”.
Sembrava, quest’ultimo, un esperimento riuscito che avrebbe determinato la tradizione di “Black Mirror” da lì in avanti: sarebbe stato bello se avessimo potuto continuare a scegliere in autonomia da cosa farci spaventare, dato che giocare sulle nostre paure è da sempre una grande fonte di intrattenimento. Ma no.
‘Black Mirror 6’ è ancora un esperimento, ma diverso e dai risultati molto meno brillanti. Non ci sono più scenari futuri ma si resta nel presente o si torna al passato; non esistono più distopie allucinanti ma si vira sul genere crime e sul soprannaturale; la tecnologia è talvolta presente ma non permea più ogni episodio come accadeva in precedenza. A dire il vero, fa da protagonista in due sole occasioni.
“Joan è terribile” e “Beyond the Sea”:
la salvezza di questa stagione
Gli unici episodi della nuova stagione in parte inerenti le tematiche classiche sono il primo e il terzo: “Joan è terribile” e “Beyond the Sea”.
“Joan è terribile” mette in scena problematiche attuali come l’utilizzo sconsiderato dei deepfake e la tendenza diffusa degli utenti ad accettare alla cieca i cookie e i “Termini e condizioni” di siti web e piattaforme.
La protagonista dell’episodio, Joan (Annie Murphy), si ritrova infatti a vedere la sua vita replicata giorno dopo giorno in maniera identica alla realtà in una serie prodotta da una piattaforma di streaming.
In questa serie, Joan è interpretata da un deepfake dell’attrice Salma Hayek (che in ‘Black Mirror 6’ recita nel ruolo di se stessa): non si tratta quindi della vera Hayek, bensì di una sua immagine realistica creata da un’intelligenza artificiale.
Né Joan né Salma credevano di aver dato il consenso perché ciò accadesse, e tuttavia si scopre che, iscrivendosi alla piattaforma, avevano involontariamente ceduto i diritti per lo sfruttamento della loro immagine.
Il tutto, però, piuttosto che risultare angosciante, suona sarcastico, e ciò si evince anche dal fatto che la piattaforma di streaming rappresentata sia una parodia di Netflix, qui sotto lo pseudonimo di “Streamberry”.
“Beyond the Sea”, come la puntata appena citata, vede la presenza nel cast di un attore già noto al pubblico, ovvero Aaron Paul. L’interprete di Jesse Pinkman in “Breaking Bad” è qui un astronauta impegnato, negli anni Sessanta, in una missione spaziale a bordo di un’astronave.
Si chiama Cliff e ha un compagno di viaggio, David (Josh Hartnett). I due lavorano fianco a fianco e, occasionalmente, hanno la possibilità di connettersi a turno a una capsula che riversa la loro coscienza all’interno di androidi con le loro sembianze rimasti sulla Terra. Anche se il loro vero corpo rimane nello spazio, in questo modo gli astronauti possono visitare le loro famiglie, poiché entrambi hanno moglie e figli.
A un certo punto, però, David assiste all’omicidio della sua famiglia mentre è sulla Terra nel corpo del suo androide, il quale poi viene distrutto in maniera irreparabile dagli stessi assassini. Così, per evitare che l’amico cada in depressione, Cliff gli offre in prestito il suo androide, in modo che David possa tornare sulla Terra e distrarsi dalla tragedia che l’ha colpito. Ovviamente, però, avrà le sembianze di Cliff e dovrà stare con la moglie e il figlio di quest’ultimo.
Il finale è abbastanza scontato, ma l’episodio si merita di essere definito come il migliore della stagione. Questo perché, in fondo, la concorrenza non è così spietata.
Black Mirror 6:
preludio a un futuro più black per i fan?
In effetti, i restanti episodi sono decisamente fuori gara: “Loch Henry”, “Mazey Day” e “Demone 79” si discostano in toto dallo stile di “Black Mirror”.
In estrema sintesi, raccontano rispettivamente un’indagine condotta da due studenti su un caso true crime, l’inseguimento di una famosa attrice da parte di alcuni paparazzi che finiscono per scoprire la sua vera natura di licantropo e, infine, la missione di una giovane commessa indiana che, nella Londra degli anni Settanta, compie diversi omicidi per scongiurare l’apocalisse e aiutare un demone che ha liberato dall’interno di un talismano.
“Mazey Day”, con il suo colpo di scena del tutto insensato, è probabilmente il peggior episodio di sempre. Anche gli altri due, comunque, convincono poco e sembrano testimoniare una carenza di idee innovative, creative e attinenti gli argomenti che erano la cifra stilistica di una serie iconica come questa.
Non è chiaro se l’esperimento svolto in questa stagione sia servito a introdurre una nuova era di “Black Mirror” e se quindi, in futuro, degli ipotetici nuovi episodi potrebbero ancora attingere da un mix di generi o se si sia trattato di un caso isolato, come è stato per “Bandersnatch”.
Se la prima ipotesi fosse quella corretta, ci si potrebbe chiedere: perché non investire, piuttosto, in uno spin-off? È chiaro che, per questa serie, valga il detto squadra che vince non si cambia, quindi perché sconvolgere tanto l’identità di un prodotto che funzionava alla perfezione così com’era?
Solo il futuro potrà rispondere a queste domande, sperando che sia esso più roseo di quello a cui ci ha abituati il buon, vecchio, tradizionale “Black Mirror”.
Eva Maria Vianello
Foto dal web
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Black Mirror 6
con
Annie Murphy Joan (Joan è terribile)
Salma Hayek Salma Hayek (Joan è terribile)
Michael Cera Beppe (Joan è terribile)
Avi Nash Krish (Joan è terribile)
Ben Barnes Mac (Joan è terribile)
Samuel Blenkin Davis (Loch Henry)
Myha’la Herrold Pia (Loch Henry)
Daniel Portman Stuart (Loch Henry)
John Hannah Richard (Loch Henry)
Monica Dolan Janet (Loch Henry)
Aaron Paul Cliff (Beyond the Sea)
Josh Hartnett David (Beyond the Sea)
Kate Mara Lana (Beyond the Sea)
Clara Rugaard Mazey (Mazey Day)
Zazie Beetz Bo (Mazey Day)
Danny Ramirez Hector (Mazey Day)
Anjana Vasan Nida (Demone 79)
Paapa Essiedu Gaap (Demone 79)
Katherine Rose Morley Vicky (Demone 79)
David Shields Michael Smart (Demone 79)
Produttore Charlie Brooker
Casa di produzione Broke & Bones, Endemol Shine Group
Distributore Netflix
Genere Fantascienza, Drammatico, Thriller, Antologico, Satira, Distopico
Anno 2023