I fedelissimi della serie attendevano da anni il ritorno sul set della troupe e del cast più irriverenti della televisione italiana. Finalmente, il 26 ottobre 2022 i fan sono stati accontentati, anche se ‘Boris 4’ non li ha messi tutti d’accordo. Rimane comunque un prodotto iconico e rappresentativo della cultura televisiva del nostro Paese, che la stagione sia o meno all’altezza delle precedenti
Si sperava da anni che accadesse, e l’annuncio del 16 febbraio 2021 con il quale si confermava che ‘Boris 4’ sarebbe diventato realtà ha provocato incontenibile entusiasmo e alimentato grandi aspettative.
Ciò non stupisce, se si considera che la prima apparizione del pesciolino rosso Boris risale al 2007, ben quindici anni fa. È stato allora che la sua boccia piena d’acqua è comparsa sulla scrivania di René Ferretti, regista interpretato da Francesco Pannofino, che ai tempi si accingeva a filmare la seconda stagione di “Gli occhi del cuore”.
Sì, esatto: la prima stagione di ‘Boris’ corrisponde alla seconda della fiction alla quale René e la sua troupe tentano di dare forma. ‘Boris’ è, quindi, una metaserie, poiché è un prodotto TV che racconta le vicende che accadono proprio all’interno di una casa di produzione televisiva.
E lo fa in maniera fortemente satirica: i personaggi che si avvicendano sul set de “Gli occhi del cuore 2”, e successivamente degli altri progetti che dirige René, hanno caratteristiche molto negative. Sono incompetenti, corrotti, egomaniaci, avidi, drogati. Tuttavia, sono divertentissimi.
C’è chi, però, nella quarta stagione li ha visti un po’ sottotono. Eppure, alcuni aspetti di questi episodi sono una dimostrazione di estrema cura e di attenzione al dettaglio. Certo, il contesto intorno al cast de “Gli occhi del cuore” è mutato molto rispetto a quindici anni fa. Ed è cambiato qualcosa anche nelle vite degli autori e degli attori reali.
Boris 4: cosa è cambiato e cosa è rimasto
Siamo nel 2022, e le case di produzione non mirano più a girare serie per la televisione, bensì per le piattaforme di streaming americane. A giudicare i prodotti che vale la pena di inserire in queste piattaforme, non ci sono più dei dirigenti in carne e ossa, ma un algoritmo che valuta in maniera automatica in base a determinati fattori.
Alessandro (Alessandro Tiberi), definito lo stagista nelle stagioni 1, 2 e 3, è “il responsabile della piattaforma” in ‘Boris 4’. Pertanto, ha fatto carriera ed è l’unico che conosce i modi per soddisfare l’algoritmo.
Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti) e Corinna Negri (Carolina Crescentini) si sono sposati, e insieme hanno fondato la casa di produzione “SNIP – So Not Italian Production”.
Il nome deriva da un tormentone di Stanis, il quale per le tre stagioni precedenti non fa che definire atteggiamenti e idee che reputa scadenti come qualcosa di molto italiano.
I due vogliono girare una nuova serie che parli della vita di Gesù, e riuniscono i vecchi colleghi perché collaborino a questo progetto.
Così, chiamano alla regia René Ferretti, che porta sempre con sé il suo pesciolino portafortuna Boris. Con lui, arriva anche l’aiuto-regista Arianna (Caterina Guzzanti) e tutti gli altri. Si nota però una grande assenza: manca la segretaria di edizione Itala, in passato interpretata da Roberta Fiorentini, la quale è morta nel 2019.
Nella prima puntata si tiene il funerale di Itala, che diventa un saluto commovente degli autori di ‘Boris’ alla Fiorentini. Non manca comunque l’elemento dissacrante: durante la celebrazione, René riferisce che il direttore della fotografia Duccio (Ninni Bruschetta) non ha potuto partecipare, ma che pensa molto alla compianta collega.
Duccio ha fatto carriera come direttore della fotografia a Bollywood, e si trova in India al momento del funerale. Neanche qui, però, riesce a liberarsi della sua dipendenza da cocaina: quando il personaggio deve pensare, significa che deve tirare di coca, e l’immagine della sostanza stesa su un tavolo e inspirata con una banconota compare mentre René fa il suo delicato discorso.
In seguito anche Duccio tornerà sul set, insieme al suo assistente Lorenzo (Carlo De Ruggieri), da sempre bullizzato e soprannominato “merda” da Biascica (Paolo Calabresi), il capo elettricista.
Quest’ultimo sarà quello che avrà più difficoltà ad adeguarsi ai nuovi standard della piattaforma: non capisce come utilizzare un linguaggio inclusivo e finisce nei guai quando, nell’atto di scaccolarsi gli occhi, sembra che stia facendo un’imitazione degli asiatici, per cui viene accusato di essere razzista.
Torna anche il trio degli sceneggiatori, i quali studiano un metodo per rappresentare le scene nonostante il bassissimo budget a disposizione. Se un episodio della vita di Gesù richiede troppi materiali o effetti costosi, mettono in atto la tecnica del o’ dimo, che consiste nel far descrivere ai personaggi quanto è successo evitando così di metterlo in scena concretamente.
Omaggio a Mattia Torre
Ma rispetto al trio delle stagioni precedenti, in ‘Boris 4’, in onda su Disney+, è cambiato qualcosa: lo sceneggiatore interpretato da Valerio Aprea è sempre vestito di bianco e si rivolge soltanto ai due colleghi, mentre pare che gli altri non riescano a vederlo.
Nella prima puntata, addirittura, un collega gli chiede come si stia all’inferno. “Non è male. È pieno di quarte stagioni”, risponde lui prima di dissolversi nel nulla.
Questa caratterizzazione del personaggio di Aprea ha uno scopo preciso: è un omaggio a Mattia Torre, uno dei tre sceneggiatori veri che hanno scritto le stagioni precedenti di Boris.
Torre è morto prematuramente nel 2019, e i suoi colleghi Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico hanno pensato di ricordarlo con la presenza costante ma astratta dello sceneggiatore interpretato da Aprea.
Altri accenni all’amico tornano a più riprese nel corso della stagione, e soprattutto nel finale. Che, come al solito, vede René fallire con grande successo.
Boris 4: l’effetto dolceamaro della nostalgia
È rassicurante vedere i progetti di René naufragare ancora una volta e diventare tutt’altro rispetto alle sue aspettative iniziali. Il messaggio è che alcune cose non cambiano mai.
Il mondo intorno può essere sconvolto e capovolto dalle novità del presente, ma c’è qualcosa di confortevole nel constatare che su alcuni punti saldi si può sempre contare.
‘Boris’ è una di queste zone di comfort, che ci fa stare bene con noi stessi poiché ci apre gli occhi sul peggio della società e ci fa sentire sollevati perché non ne facciamo parte.
Ma ci fa anche tanto ridere, proponendoci le stesse gag che abbiamo sentito decine di volte anni fa e che tuttavia non ci stancano mai.
Un po’ come quelle dello squilibrato Mariano (Corrado Guzzanti) o del comico Martellone (Massimiliano Bruno), il cui sketch in cui urla Bucio de culo! ha stufato pure lui, ma non i suoi fan.
Perciò, gli apprezzamenti a ‘Boris’ 4 sono probabilmente dovuti un po’ anche all’effetto nostalgia, e forse questa stagione non è all’altezza delle precedenti.
I tempi sono cambiati, alcune persone non ci sono più e chi è rimasto deve adeguarsi al qui e ora, magari imparando a fare i balletti su Tik Tok.
René ci prova, e ci proviamo anche noi. Balliamo in un presente incerto nella speranza di un futuro più roseo e ricordando un passato che ci sembrava migliore.
E forse lo era, ma è bello apprezzare ciò che si ha. E il lavoro fatto per ‘Boris 4’, se non è da lodare, è senz’altro da apprezzare. Per le sue iconiche battute e per la sua rinnovata delicatezza.
Eva Maria Vianello
Foto dal web
Boris 4
con
Francesco Pannofino René Ferretti
Alessandro Tiberi Alessandro
Caterina Guzzanti Arianna Dell’Arti
Carolina Crescentini Corinna Negri
Pietro Sermonti Stanis La Rochelle
Ninni Bruschetta Duccio Patanè
Paolo Calabresi Augusto Biascica
Carlo De Ruggieri Lorenzo
Valerio Aprea Sceneggiatore nº 1
Massimo De Lorenzo Sceneggiatore nº 2
Andrea Sartoretti Sceneggiatore nº 3
Alberto Di Stasio Sergio Vannucci
Antonio Catania Diego Lopez
Corrado Guzzanti Mariano Giusti
Massimiliano Bruno Nando Martellone
Produttori Giacomo Ciarrapico, Luca Vendruscolo
Casa di produzione The Apartment
Distributore Disney+
Genere Commedia, satira
Anno 2022