Fino allo scorso 14 aprile, Fortezza Est, uno dei teatri off migliori di Roma, ha avuto in cartellone ‘C19H28O2 (o Come Avere le Palle)’: l’opera è un testo originale, firmato da Riccardo Rampazzo, che con una costruzione drammaturgica singolare e contemporanea racconta una storia nella quale due amici rivendicano la propria identità di uomini attraverso il lavoro
Gu e Loris sono due giovani pescatori che trascorrono gran parte delle loro giornate in barca, cercando non soltanto del pesce da vendere ma anche una misteriosa creatura che si nasconde tra le onde. Nelle lunghissime ore di attesa, i due ragazzi si confrontano ed espongono le proprie idee sul mondo e su loro stessi, cercando di rivendicare il più possibile il proprio essere maschi attraverso una lunga serie di filosofie.
C19H28O2 è la formula molecolare del testosterone, e proprio la virilità è il tema principale di questo interessante lavoro firmato da Riccardo Rampazzo, che grazie a un ispirato dialogo mette a nudo un aspetto poco sondato dell’essere uomini.
I personaggi dei due giovani pescatori, Gu e Loris, rappresentano una prospettiva inedita sulla necessità di sentirsi maschi; non si discute più di fisicità, di forza, di dualismo in paragone con le donne, ma il metro di giudizio del dimostrarsi più o meno uomini diventa il lavoro.
In questo senso, il pensiero espresso a più voci dai due colleghi ha qualcosa di antico: la mascolinità viene vista come strettamente collegata alla fatica e alla capacità di ottenere risultati, allontanandola così dai punti di vista più attuali che tendono a mettere in correlazione la virilità principalmente con l’aspetto esteriore.
Inevitabilmente, però, l’identità maschile dei due protagonisti si esprime in quanto tale quando fa la propria apparizione una donna, che mette a nudo gli aspetti più intimi e spontanei di entrambi i ragazzi.
C19H28O2: un testo dalle molteplici ispirazioni
Riccardo Rampazzo scrive un testo assai singolare che sembra affondare le proprie radici in più contesti, dalla filosofia all’antropologia, dalla scienza alla psicologia.
‘C19H28O2 (o Come Avere le Palle)’ è un lavoro maturo e dinamico che si allontana di molto dal rischio del luogo comune e che con un’espressione che resta tra le righe riesce a diventare il più chiaro possibile.
La regia dello spettacolo, anch’essa opera di Rampazzo, allestisce una scena estremamente cupa e meccanica, dove le luci sono ridotte al minimo – guidate oltretutto dagli attori, che manovrano ciascuno una torcia attaccata al microfono con cui eseguono numerosi effetti sonori – e dove l’assenza di scenografia disegna il vuoto del mare al largo, di notte.
C19H28O2: due interpreti da tenere d’occhio
I gesti ripetitivi e i discorsi spesso fini a loro stessi che Loris e Gu fanno, inseriti in quell’atmosfera così oscura e dispersiva, raffigurano con efficacia la condizione di alienazione che i due pescatori vivono e che in qualche modo distorce le analisi che entrambi fanno sulla propria identità di maschi.
La rappresentazione non è esente da qualche ingenuità e da qualche esagerazione: l’uso di una penombra scurissima impedisce di afferrare le espressioni degli attori, mentre i dialoghi divisi tra voce naturale e voce amplificata al microfono, quando non eseguiti perfettamente, rischiano di risultare troppo caotici e fastidiosi; tuttavia l’opera è realizzata con grandissima abilità e con una competenza e una disinvoltura che non tutti gli artisti così giovani hanno.
Gu e Loris sono interpretati con ottima scioltezza e altrettanta forza da Leonardo Cesaroni e Paolo Sangiorgio i quali danno vita a due personaggi dai contorni ben definiti, servendosi di una recitazione moderna e solida.
Gabriele Amoroso
Fortezza Est
dall’11 al 13 aprile
C19H28O2 (o Come Avere le Palle)
Scritto e diretto da Riccardo Rampazzo
con Leonardo Cesaroni, Paolo Sangiorgio e Sara Younes
Aiuto regia Giulia Ravelli
Musiche originali Massimo Rusi
Co-produzione Lidi Precari e Fortezza Est
con il sostegno di Centro Culturale Artemia