Cagliosa
Annalisa Civitelli Libri cagliosa, calcio, collana le erbacce, dialetto, giuseppe franza, napoli, narrativa contemporanea, ortica edizioni, periferia, rione, riscatto 0
“E il calcio è una grande metafora, il racconto puro della vita: un gioco che si piglia sempre con troppa serietà, dilettevole perché snervante e talvolta angosciante, in cui si pretende di poter risolvere tutto con la tattica ma dove poi ogni protagonista cerca di affidarsi al talento, alla furbizia o alla fortuna.“
Il primo romanzo di Giuseppe Franza si ambienta nella periferia di Napoli, precisamente nel Rione Incis dove lui stesso ha vissuto. Per mezzo del calcio ci mostra la realtà napoletana
Giovanni Croce, soprannominato Vangò, è il nostro punto di riferimento nell’incontro con lo sport più famoso al mondo. Il protagonista venticinquenne, nato e cresciuto a Ponticelli, vive con sua madre Fatima e suo nonno Franco (Franchetiello), ha una fidanzata dai tempi del liceo, Concetta detta Titti. Ruba motorini e, per svago, gioca per il “Rione Incis Club” con la maglia n° 9, una squadra della serie C della terza categoria.
Questo è quello che sappiamo di lui esternamente ma, andando più in profondità e avanti nella lettura del libro, riscontriamo che Croce non è altro che un ragazzo stanco della monotonia e senza più speranza.
Accetta la sua vita, poiché è quella che crede di meritarsi, soprattutto per essere nato in quel quartiere, che percepisce quasi come una sorta di punizione. Nondimeno, anche la sua ragazza è parte della routine e della consuetudine.
L’autore, grazie a una narrativa lenta ma dal linguaggio preciso, che rimarca la conoscenza del lessico calcistico, guida il lettore in una realtà difficile e labile, dove si sopravvive e lo spaccio di droga è all’ordine del giorno. Il calcio dunque è sinonimo di salvezza, distrazione e sogni possibili.
Il “Rione Incis Club” con cui Giovanni ha firmato il primo contratto da dilettante, all’età di sedici anni, piano piano diviene per lui un riparo. Gli amici sono i componenti della squadra, tutti abbastanza particolari come Silvestro Bitols, che si è laureato e parla bene l’italiano e l’antitesi Carmine Basile, uno spacciatore.
Il conforto che Giovanni trova nel calcio va tuttavia consumandosi a causa della sua autodistruzione, finché l’incontro fortuito con la giornalista Damiana, brillante e istruita, gli farà dimenticare tutto ciò che di brutto c’è intorno a lui.
Questa la vera svolta che aiuterà il protagonista a ritrovare positività nei confronti dell’esistenza, a combattere le ingiustizie e le truffe (nonostante i compromessi che dovrà accettare per vivere un futuro migliore) e che lo avvicinerà allo sport in modo più maturo.
Unico punto negativo del testo è l’uso costante del dialetto napoletano che, seppur comprensibile, rallenta molto lo scorrere della lettura. ‘Cagliosa’, sicuramente nato da una vicenda personale, è un approccio interessante per gli appassionati di calcio ma anche per le peculiari tematiche sociali che Franza affronta.
L’autore dunque descrive la quotidianità della periferia partenopea, povera, problematica e piena di contrasti, facendoci conoscere Napoli sotto altri aspetti. Dal finale inaspettato il testo ha il pregio di farci riflettere su come sia possibile raggiungere la felicità e sul tempo: non è mai troppo tardi per realizzare i nostri sogni.
Agnese De Luca
Giuseppe Franza, trentottenne napoletano, ha lavorato come redattore ed editor per varie case editrici. Vive a Roma.
Giuseppe Franza
Cagliosa
Ortica edizioni
Collana Le erbacce
Genere Narrativa contemporanea, romanzo sociale
Edizione 2019
Pagine 322