Fino allo scorso 13 febbraio, il teatro Off Off di Roma ha ospitato ‘Cam on’, un lavoro scritto e diretto da Massimo Stinco che indaga gli strati più torbidi della realtà virtuale quando l’argomento è il sesso: mettendo insieme perversioni e denaro, lo spettacolo offre un quadro desolante di una circostanza ormai sdoganata che non fa più scandalo
Durante una serata tra amici come tante, tre giovani uomini iniziano per scherzo a usare una chat erotica per divertirsi e guadagnare qualche soldo. Basterà poco tempo perché tutti e tre diventino dipendenti da quella circostanza lasciando che i lati più repressi della propria identità prendano il sopravvento.
È singolare notare come l’opera firmata da Massimo Stinco, in maniera quasi ingiusta, mostri soltanto la parte più malata e sbagliata del sesso, soprattutto nella nostra epoca contemporanea, dove tutto ciò che ruota intorno ai sex worker non solo è sdoganato ma addirittura legittimato: nelle circostanze in cui tutti sono consenzienti, tutto diventa lecito.
La trama di ‘Cam on’ infatti, in modo piuttosto banale, racconta come dietro comportamenti sessualmente disinibiti, o al limite della patologia, ci sia sempre un male molto più radicato che trova la propria giustificazione in una psicologia estremamente spicciola.
Nel testo si crea un corto circuito nel quale non si comprende più se l’uso di un mezzo tecnologico associato al sesso abbia come scopo il denaro, la trasgressione, lo sfogo o la messa in atto di una fantasia.
Probabilmente nelle intenzioni di Stinco c’era la necessità di raccontare come quegli elementi dipendano inevitabilmente uno dall’altro ma la drammaturgia non permette di afferrarlo e tutto si riduce a una storia di perversione e disagio molto poco verosimile.
Oltretutto, la rappresentazione è ricca di brevi passaggi comici che, forse senza volere, risultano più azzeccati delle lunghe scene drammatiche.
Per questo motivo lo spettacolo lascia allo spettatore una sensazione di inconcluso che, sfortunatamente, non viene salvata neppure dal comparto artistico del lavoro: i tre protagonisti infatti, i giovani Simone Fabiani, Alberto Bucco e Alberto Viscardi, recitano sempre sopra le righe e, nonostante siano disinibiti e coraggiosi nel rappresentare dei caratteri dalla natura complessa, non colpiscono per particolare credibilità.
Allo stesso modo la regia, curata anch’essa da Stinco, non brilla per creatività e lascia che tutta l’azione scorra con una struttura didascalica e poco dinamica.
Gabriele Amoroso
Foto: Fulvio Bennati – Benful Photography
Teatro Off Off
dall’11 al 13 febbraio
Cam on
Scritto e diretto da Massimo Stinco
con Simone Fabiani, Alberto Bucco e Alberto Viscardi