Aperta lo scorso 6 marzo al Palazzo delle Esposizioni di Roma, la mostra antologica dedicata a Carla Accardi, a dieci anni dalla morte e a cento dalla nascita, è un labirinto di emozioni “psichedeliche” e “tattili”, gioia per lo sguardo ed estasi per l’intelletto. Curata da Daniela Lancioni e Paola Bonani, assembla un centinaio di opere e coinvolge l’intera biografia dell’artista, figura mirabile dell’arte contemporanea italiana e internazionale
“Un dipinto deve comunicare quello che vuole dirti in brevissimi istanti, e deve farlo con una sensazione” – Carla Accardi
Fortunatamente prorogata fino al 1 settembre, la personale dedicata alla straordinaria Carla Accardi, nata a Trapani nel 1924 e arrivata poi a Roma dove ha soggiornato sino alla sua morte nel 2014, è tappa fondamentale dell’excursus artistico che offre oggi la nostra bella città.
Per descrivere il viaggio esistenziale e lavorativo di questa eclettica donna, impegnata anche nel sociale (insieme alla critica d’arte Carla Lonzi fondò il Manifesto “Rivolta Femminile”) non basterebbero cento pagine di parole scritte: ecco perché ci lasceremo sorprendere e travolgere direttamente dal linguaggio visivo delle sue opere, poliedriche e particolarmente stranianti.
Una sperimentazione da vivere e assaporare
Mistero, scambio, rivoluzione, cambiamento: caratteristiche queste che descrivono un’artista costantemente in mutazione dialettica con se stessa. Già dal lontano 1947, quando firma con il futuro marito Antonio Sanfilippo il manifesto “Forma 1”, il suo stile si proietta verso lidi che niente hanno a che vedere con l’attualità espressiva in cui decide di muovere i primi passi.
All’epoca, il connubio dissociato tra idealismo e realismo padroneggia la sfera espositiva italiana, e la Accardi se ne allontana prontamente, approdando da subito allo studio ossessivo del valore cromatico delle tele.
Forme e colori sintetici, giochi di luce, materie plastiche: un lungo percorso che parte dagli esordi dell’astrattismo all’approccio informale, dalla pittura-statica d’ambiente alla dematerializzazione, passando per la svolta rivoluzionaria in bianco e nero – “Grande Grigio Bruno” del 1964 – e gli azzardi in plexiglass. Sentiero senza fine, perennemente in fieri, che la condurrà all’utilizzo del famoso sicofoil – foglio di acetato di cellulosa – un nuovo e straordinario materiale.
Immagini complesse, schiette ma contorte, svelate ma nascoste: il percorso espositivo della mostra, lineare ma criptico, si articola in sette stanze in ordine cronologico e risalta i molteplici contrasti della sua particolare e a tratti disorientante tecnica.
“Ed è così che è nata la mia pittura, a cui sono arrivata con un cammino personale, segnato da incontri di amici come Burri e Fontana”. – Carla Accardi
Il raggiungimento sommo di questa disarticolazione espressiva è evidente nelle bicromie luminescenti di “Viola-Rosso” del 1963, o nella sperimentazione costruttivistica delle strutture ambientali: la nota “Triplice-Tenda”, in vernice su sicofoil e telaio in plexiglass, ricorda i noti rilievi pittorici – installazioni geometriche aggettanti – di Vladimir Tatlin del 1913, assai innovative già all’epoca.
Carla Accardi: una visione organica dello spazio
Ambienti da scoprire, dunque, calpestare, osservare e annusare: le realizzazioni in tre dimensioni, come il “Cilindrocono” e la “Casa Labirinto”, diventano luoghi ancestrali, misteriosi e sacri. L’aspetto trasparente e luminescente, che li caratterizza, produce un’armoniosa e credibile sincerità, al punto da perdersi inevitabilmente nel contemplarli.
Alcuni infatti si possono attraversare e lo si fa a piedi nudi (per visitarli bisogna togliere le scarpe) e questo stabilisce un ulteriore contatto poetico e viscerale con la terra.
Considerata, a nostro parere, la parte dell’allestimento più riuscita e coinvolgente, la Sala con gli experimental-environments è la comfort-zone del futuro, una specie di Casa Kaufmann – “Casa sulla Cascata”, di Frank Lloyd Wright – del boom economico.
L’indipendenza della forma sintetica
Le installazioni si alternano alle sperimentazioni materiche e attraversano lo sguardo dello spettatore come fossero segni divergenti di un prisma multicolor; una lotta continua per raggiungere l’improbabile integrazione concettuale di tutte le opere esposte, per un’accettazione che sia soprattutto ambientale.
Lo spazio e la superficie, ricchi di echi sentimentali e rimbalzi geometrici tattici, diventano strategici e sfociano in molteplici e caotici contenitori di luce.
Caos: quello storico e non-sense delle Avanguardie Artistiche dei primi anni del Novecento, o il concettuale di Lucio Fontana e il materico di Alberto Burri? Il disordine anarchico della Accardi è sintetico, carnale, plastico e naïf: travolge, soffoca, scuote.
La mostra è da subito un’incognita consequenziale, fisica e intellettuale: simile a un labirinto, il percorso appare in principio come un parco-giochi per bimbi irrequieti, grazie anche alle tante installazioni pluridirezionali. Poi tutto muta radicalmente: ed ecco le immagini di una lunga esistenza, i documenti di uno studio formativo assai stratificato, le anti-tele della rivolta espressiva, i quadri che vivono di luce propria.
Le tante sale diventano allora scorci di memoria, echi di epoche in lotta e riflessioni dormienti, ricordi spezzati e interrotti di chi, nel tempo, non si è risparmiato, mai.
Da vedere, ancora fino al 1 settembre.
Vania Lai
Foto: Vania Lai
Immagine di copertina dal sito del Palazzo delle Esposizioni di Roma
- Carla Accardi – Assedio rosso n. 3, (1956) | Tempera alla caseina e smalto su tela
Carla Accardi
Palazzo Esposizioni Roma
dal 6 marzo al 1 settembre 2024
a cura di Daniela Lancioni e Paola Bonani
Mostra promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo
Realizzata con la collaborazione dell’Archivio Accardi Sanfilippo e con il sostegno della Fondazione Silvano Toti
Catalogo della mostra a cura di Quodlibet
Informazioni
Palazzo Esposizioni Roma
via Nazionale 194
00184 Roma
tel. 06 696271
e-mail: info@palaexpo.it
Orari di apertura
Lunedì: chiuso
da martedì a domenica dalle 10 alle 20
Biglietti
Intero: € 12,50
Ridotto: € 10,00
Ragazzi dai 7 ai 18 anni: € 6,00
Ingresso gratuito per bambini fino a 6 anni
Biglietto open: € 16,00
Social e Hashtag ufficiale
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