Cenere
Gabriele Amoroso Stagione 2018/2019 cenere, claudia guidi, dubliners, francesco gentile, gente di dublino, guido targetti, ilaria giorgi, james joyce, laura nardinocchi, recensioni, Roma, teatro, teatro trastevere 0
Dal 26 al 31 marzo il teatro Trastevere di Roma diventa la casa di “Cenere”, singolare spettacolo portato in scena dalla giovane Laura Nardinocchi, regista vincitrice dell’ultimo Fringe Festival con “Pezzi” come miglior spettacolo: riadattando un celeberrimo racconto di James Joyce tratto dalla serie “Gente di Dublino”, la Nardinocchi, grazie ad un ottimo cast, porta sul palcoscenico una storia aderente alle atmosfere tipiche del romanzo psicologico che soffre però un’eccessiva freddezza
Gabriele e Greta, una coppia sposata da non molto tempo, partecipano ad una festa di capodanno in preda a sentimenti contrastanti: lei euforica, lui annoiato. Durante il corso della serata però, tra balli, canti e conversazioni più o meno formali, l’umore dei due sposi si inverte completamente fino a quando, una volta tornati nel proprio albergo, Gabriele e Greta conosceranno nuovi aspetti di entrambi fino ad allora mai manifestati.
Come nel testo originale scritto da James Joyce, anche “Cenere” è un lavoro sfiorato, e a volte forse attraversato, dal concetto di morte, un concetto che a seconda dell’evolversi della storia diventa temuto o addirittura desiderato: Laura Nardinocchi è senza dubbio abilissima nel restituire sul palcoscenico queste atmosfere come, rispettando la natura del racconto originale, “I morti”, è altrettanto capace di creare delle circostanze nelle quali diventano drammaturgia anche gli elementi letterari peculiari di Joyce: il monologo interiore e lo stream of consciousness.
Nella regia della giovane Nardinocchi nulla è lasciato al caso e soluzioni tipiche del teatro contemporaneo vengono usate in modo ponderato e mai scontato; l’intera messinscena funziona benissimo anche da un punto di vista tecnico: è bellissima l’illuminazione così come la scelta delle musiche eseguite dal vivo da uno dei membri del cast, Francesco Gentile, e non da meno sono i costumi che, per quanto semplici e sobri, raffigurano vividamente quel sentimento cupo e quasi decadente rappresentato nell’intera storia insieme ad un’opprimente sfumatura fatta di superficialità e ovvietà tipica di certi ambienti borghesi.
Tutti gli attori in scena sono bravissimi a rendere vero un profondo senso di vuoto, di artefatto e quasi di rassegnazione che non si modifica mai e resta coerente dall’inizio dell’azione alla fine; una nota di merito va in particolare ai due protagonisti assoluti, Guido Targetti e Ilaria Giorgi, giovani, belli e intensissimi nel dare vita sul palco alla psicologia così unica e complicata dei personaggi principali, Greta e Gabriele, anche attraverso prestazioni che in alcune scene sono soltanto evocative se non addirittura grottesche.
Nella sua globalità, tuttavia, “Cenere” soffre una strana condizione di “chiusura”: l’aderenza alle atmosfere caratteristiche dell’opera di Joyce ne limita l’empatia con il pubblico che assiste ad una drammatizzazione messa in scena con talento e ispirazione ma che suscita poche emozioni, restando sostanzialmente ben elaborata nella forma ma asettica nei contenuti.
Gabriele Amoroso
foto Simone Galli
Teatro Trastevere
dal 26 al 31 marzo 2019
Cenere
da James Joyce
regia e drammaturgia Laura Nardinocchi
con Francesco Gentile, Ilaria Giorgi, Claudia Guidi, Guido Targetti
musiche dal vivo Francesco Gentile
scene Ludovica Muraca e Margherita Nardinocchi
costumi Rosalba Di Carlo
produzione Teatro del Carretto