Dal passato al presente, la tecnica dell’acquerello si “mostra” sempre in gran forma. L’artista cinese con la sua personale, ‘Cina, Riflessi e Visioni’, rievoca sia il suo paese, attraverso immagini dai toni eterei, quasi sospesi in una dimensione da sogno, sia donando al visitatore un delicato assaggio di ciò che la natura offre nelle sue infinite sfumature e trasparenze
Il delizioso spazio di Via Plauto a Roma, la Galleria Pietrosanti G.d.A. di cui Marco Pietrosanti è il proprietario, nonché Direttore Artistico, comincia a far parlare di sé. Dopo il successo della sindone di vetro, eseguita con l’antica tecnica dell’Ambrotipia, che ha visto protagonista il fotografo Danilo Mauro Malatesta, dal 10 maggio al 17 maggio, ha ospitato venti opere del Maestro Congyue Luo.
L’acquerello, sviluppatosi prima nel Medioevo per diramarsi poi nel periodo rinascimentale, nel ‘700 vive la sua massima diffusione attraverso le opere degli acquerellisti inglesi, tra cui i caposcuola furono Taverner, Sandby, Cozens e Turne, mentre in Francia spiccano Monet, Cézanne, Gauguin, Manet e Degas. Famosi anche i germanici Paul Klee e Eduard Hildebrandt.
All’interno delle due sale espositive, dunque, ci siamo trovati di fronte scene meravigliose: i paesaggi dell’acquarellista Luo, dipinti con estrema delicatezza, ci invitano a riflettere e ci immergono del tutto in luoghi calmi; un susseguirsi di ambientazioni notturne e diurne in cui i colori tenui si amalgamano con l’acqua e le trasparenze.
Alberi, canoe, fiumi, animali, coltivazioni e ampie distese, divengono protagonisti delle nostre storie: siamo noi che, seduti o sdraiati sui prati, oppure che remiamo su una barca, diveniamo i personaggi delle opere.
I tratti accennati e delicati frammentano lo spazio, dividendo l’immagine su diversi piani pittorici: questo è proprio il senso dell’acquerello; si crea lo sfondo per giungere alla struttura finale del disegno, facendolo emergere nei primi piani.
Cina, Riflessi e Visioni: effetto etereo
Viviamo così la profusione di bianco con i soffioni che sembrano piovano dal cielo ne la “Primavera” (foto accanto); un paesaggio innevato si confonde con l’azzurro chiaro; il seppia si unisce invece al grigio-bianco del fiume dove scivola via un’imbarcazione, su un’orizzonte a chiazze tra il celeste e il bianco.
La mostra, patrocinata dal Municipio Roma I Centro, ripercorre quindi il senso nostalgico dell’artista, intimo e personale, mediante il quale la Luna e la campagna sono presenti e vividi nell’animo di Luo.
La curatrice Silvia Mattina infatti tiene a precisare che la mostra “nasce dalla scelta di mostrare l’altro volto dei paesaggi cinesi nelle suggestioni evanescenti e colorate di un pittore che è riuscito a trovare un’armoniosa sintesi tra passato e presente“.
Il “guazzo” è ben visibile: macchie abbozzate danno forma agli alberi, come leggeri puntini bianchi riempiono la tela in cui un muro di alte piantagioni vivono e si ergono alte e fiere, e la canoa è solitaria sul fiume; un rosa leggero si accompagna in un paesaggio agreste; il verde e il giallo si insinuano nell’insieme con freschezza.
Assistiamo quindi a un’armonica composizione di colori che infonde pace: principalmente gli animi sono i primi a rilassarsi. Le tipiche canoe sono marcate di nero o solo accennate, guidate dai pescatori, simbolo di una vita semplice.
‘Cina, Riflessi e Visioni’ – è il caso di dire –, ci riporta indietro nel tempo ma in un contesto contemporaneo, mettendo un po’ di ordine nel caos attuale. Una sospensione in un’epoca lontana che ritroviamo proprio nella natura e nell’aria limpida, assorta e assorbita dalla nebbia leggera, quali possono, nell’immaginario collettivo, confondersi nei luoghi nostrani.
Congyue Luo vive appunto in Italia, dove ha anche esposto in altre gallerie, riscontrando anche una buona risposta da parte del pubblico. Un artista da scoprire ma soprattutto da vivere.
Annalisa Civitelli
Galleria Pietrosanti G.d.A. di Roma
Via Plauto 30 (Zona Borgo)
Cina, Riflessi e Visioni
mostra dell’acquarellista Congyue Luo
dal 10 maggio al 17 maggio