La tradizione tramandata
Dall’antico al moderno lo spettacolo ci stupisce per la sua semplicità. L’interprete delle “cinque voci” spicca per la sua grazia e l’impeccabile recitazione che abbraccia solo personaggi femminili, ognuno con i suoi idiomi freschi e versatili. Un excursus, un viaggio nelle varie epoche che ci prende per mano dal 1923 ad oggi
Quando uno spettacolo si palesa al pubblico ineccepibile e ben strutturato non è facile descriverlo. Talvolta ci si trova in difficoltà con le parole e nel dare ordine alle proprie impressioni.
Al teatro Sala Umberto di Roma per soli due giorni (il 28 e il 29 ottobre) è andato in scena ‘Cinque donne del Sud’ scritto e diretto da Francesca Zanni la quale, con i suoi testi, non delude mai ed è sempre capace di portare sul palco storia e tradizione.
Unica protagonista è Beatrice Fazi. L’attrice dà voce a cinque personaggi, tutti al femminile, che aprono e chiudono un cerchio: la storia di una famiglia dell’entroterra campano di stampo matriarcale. Crocefissa Gargiulo vive a Roccadàspide dove la vita di campagna non riserva moltissimo ma di certo è ricca di tradizioni, di storia, di usanze.
La protagonista ha tredici femmine ed è in attesa della sua ultima creatura: un’altra bambina, che viene chiamata Raimondo detta poi Raimonda. Nome, quest’ultimo, testimone del desiderio di suo marito: quello di avere dei figli maschi. Conosciuto a una festa del Paese, lui deciderà poi di emigrare in America dove si creerà un’altra famiglia.
Raimonda vivrà con la sorella Titina a Salerno, considerata una città moderna per quei tempi, finché non sarà costretta a partire per convincere il padre a rientrare in Italia. Si troverà così catapultata nella realtà newyorchese del 1937 dalla quale sarà impossibile separarsi. Libertà, emancipazione, lotta per il femminismo, musica e manifestazioni sono dunque il filo conduttore della narrazione che si snoda nei secoli: dal 1923 ad oggi.
Interessante è la ricerca dei costumi, a cura di Fabrizia Migliarotti, che abbraccia un po’ la storia della moda e il percorso nel quale si contestualizzano le vicende; congeniali invece i video e le foto che, per ogni quadro, scorrono sullo sfondo; i pochi elementi di scena sono funzionali, mentre la scelta musicale è rilevante: tarantella, jazz, rock and roll, twist, disco e rap compongono la colonna sonora della rappresentazione.
Libertà, Mia e Nirvana sono le altre compagne che ci conducono durante il viaggio: la prima è la figlia di Raimonda; la seconda la figlia di Libertà, e infine Nirvana la figlia di Mia. Tutte dal temperamento ben delineato sono figlie, appunto, dei loro tempi: Raimonda detta Onda vivendo in America si sente libera dalle catene e si rende indipendente; Libertà è svampita, entra nel vivo degli Hippy, di Woodstock, della filosofia “Peace & Love”, e degli spinelli; epoca in cui si faticava a trovare una propria identità e vocazione, e si evitavano le responsabilità.
Le ultime due personalità, invece, sono la tipica milanese snob Mia, e infine Nirvana, introdotta nella realtà che ormai ci appartiene: cellulare, chat, rap e accento romano ma capace, al contempo, di trovare una sua collocazione nel mondo: Roccadàspide, dove tutto ha avuto origine. Insomma una generazione femminile a confronto tra passato e presente, il cui punto di incontro può essere il linguaggio che, seppure diverso, mantiene intatti gli stessi valori.
Il testo ironico, drammatico ma anche attuale pone lo spettatore di fronte a situazioni che, forse, sono cambiate poco durante il corso degli anni: il potere degli uomini; il maschilismo; il razzismo; la politica. Sicuramente ci induce a pensare quanto la donna sia forte e sappia primeggiare nonostante le difficoltà: la pièce ha pertanto il potere di sdrammatizzare sulle circostanze che ancora si susseguono in una palpabile contemporaneità. Che il passato serva per arrivare al futuro?
Annalisa Civitelli
Foto dal web
Teatro Sala Umberto
28 e 29 ottobre
Cinque donne del Sud
scritto e diretto da Francesca Zanni
con Beatrice Fazi
costumi Fabrizia Migliarotti
disegno luci Giuseppe Filipponio
dance concept e aiuto regia Natasha Buono
organizzazione e distribuzione Eleonora Tripodi
produzione Trebisonda