La sera del 30 agosto, presso il Giardino della Filarmonica di Roma è stato rappresentato lo spettacolo di Stefano Napoli ‘Circus Dark Queen – Ricordando Antonio e Cleopatra’, incentrato sulla figura di Cleopatra e la sua relazione con Antonio. Lo spettacolo viene rappresentato da più di dieci anni e fa parte della rassegna estiva della Filarmonica “I Solisti del Teatro”
La passione di Stefano Napoli per le regine – potenti, antiche, ai limiti del mitologico – è uno dei migliori frutti del suo lavoro.
Il regista ha cominciato con “Beauty Dark Queen – Lo strano caso di Elena di Troia”, sulla da sempre discussa figura che catalizzò la Guerra di Troia, per poi passare a un personaggio meno conosciuto con “Vanity Dark Queen – Niobe Regina di Tebe”, rappresentato al Campania Teatro Festival.
Per il terzo capitolo della serie, ‘Circus Dark Queen’, Napoli torna però ai personaggi famosi, abbandonando il mito per la fantastoria. Protagonista è Cleopatra, la sovrana d’Egitto più celebre di sempre, inserita in un contesto insolito: un circo vaudeville.
Sotto il tendone di Circus Dark Queen
A vederlo all’esterno, ‘Circus Dark Queen’ non evoca immediatamente l’immagine di Cleopatra. Nessun riferimento visivo a Roma o all’Egitto, o anche solo a un archetipo di regina. Si preferiscono influenze moderne, dagli anni venti e trenta, con smoking e cilindri e abiti d’epoca. Una vera e propria reinterpretazione – che dà senso alla seconda parte del titolo, “ricordando Antonio e Cleopatra”. Una filtrazione contemporanea verso delle figure storiche ancora oggi molto misteriose.
Lo spettacolo presenta un dialogo molto ridotto, in italiano e in inglese, e affida la sua narrazione alla coreografia e ai gesti dei personaggi.
Un circo della notte pomposo, beffardo, sommerso da una musica assordante e da una fame di applausi (anche registrati) che non guarda in faccia a nessuno. E tra loro Cleopatra, interpretata da Francesca Borromeo, diventa a sua volta uno strumento di scena. Spostata, manovrata, tirata e vestita dai circensi, e derisa a male parole dal direttore.
Mille sguardi su Cleopatra
Si potrebbe avere da ridire su una raffigurazione tanto passiva di una celebre regina storica, famosa per la sua strategia di guerra e la sua perizia politica, e già da troppo tempo ridotta a una mera seduttrice.
Un’interpretazione più caritativole, tuttavia, potrebbe intendere questa Cleopatra non tanto come la regina storica, ma come una figura pop-culturale costruita addosso a lei, divenuta degna di Antonio solo nella morte (per citare l’interpretazione che ne dà Bizet) e ridotta, molto spesso, solo a un bel viso.
Memorabile la citazione al sapone Cleopatra, venduto a Parigi, che utilizza la sua figura come testimonial di carne ispirandosi alla sua supposta abitudine di fare il bagno nel latte per conservare la pelle.
Per il resto l’estetica di ‘Circus Dark Queen’ rimane affascinante e accattivante, con tutte le atmosfere gotiche promesse dal titolo.
Ottimo anche il tappeto musicale, che combina pezzi classici con brani più moderni e azzeccati per il tema circense – da “Little Drop of Poison” di Tom Waits a “The Devil is Loose” di Asha Puthli, passando per il classico di Fred Astaire “Love Of My Life”.
Maria Flaminia Zacchilli
Foto: Dario Coletti
Giardini della Filarmonica di Roma
I Solisti del Teatro
Circus Dark Queen
Ricordando Antonio e Cleopatra di W. Shakespeare
31 agosto
di Stefano Napoli
Adattamento Ármin Szabó-Székely
Traduzione Tamara Török
Regia Kriszta Székely
Compagnia Colori Proibiti
con Francesca Borromeo, Alessandro Bravo, Lucrezia Coletti, Simona Palmiero, Giuseppe Pignanelli e Luigi Paolo Patano
Consulenza musicale Federico Capranica
Disegno luci Mirco Maria Coletti
Musiche M.R. Delalande, G.F. Haendel, N. Rota, C.A. Rossi e S. Umebayashi
Scene Botond Devich