‘Città di polvere’ è un giallo corale raccontato da voci di bambini, genitori e di una sergente della polizia che si ritrova a indagare su un caso doloroso: la morte di Esther, dodicenne amata da tanti, in un luogo in cui si conoscono tutti. Nonostante il tema complesso, l’autrice Scrivenor riesce a scrivere un romanzo molto più difficile da dimenticare che da leggere
“La polvere e il dolore – ecco cosa avrebbero ricordato della nostra città. Ma noi ricordiamo i nostri amici, le nostre famiglie: coloro che ci amavano quando nessuno li guardava. Ricordiamo di aver partecipato alle assemblee, spalla contro spalla, cantando l’inno della scuola. Tutti i bambini cantavano. Era la nostra casa, il nostro unico posto. Esther sarà sempre una bambina di Dirt Town, così come lo siamo anche noi, ancora.”
La città di polvere che dà il titolo al romanzo di Hayley Scrivenor, uscito il 24 marzo scorso per NN Editore, è Durton, un paesino della provincia australiana. I bambini del posto ne storpiano il nome in “Dirt Town”: appunto, “città di polvere”.
Tra i protagonisti della storia ci sono anche loro, i suoi piccoli abitanti. Protagonisti, al plurale, perché si tratta di un romanzo corale, ovvero un’opera in cui ciascun capitolo è raccontato da una voce diversa, che narra gli stessi eventi da prospettive differenti.
E sono proprio i bambini di Durton, presentati al lettore con il pronome “Noi” posto in apertura ai capitoli che li riguardano, che introducono nella prima pagina la storia della scomparsa di una di loro, a partire dal ritrovamento del suo cadavere.
“Una delle nostre madri sentì che la ragazzina si era allontanata da sola. Oppure i nostri genitori ci dissero il suo nome e ci lasciarono a casa per partecipare alle ricerche. Oppure vivevamo fuori città e nessuno dei nostri genitori disse nulla, e nessuno chiamò al telefono, e lo avremmo scoperto solo il lunedì successivo, a scuola.”
Il caso di Esther
Viene quindi chiarito fin dal principio che si sta parlando di un caso di omicidio: Esther Bianchi, dodicenne di Durton, figlia di Steven e Constance Bianchi, un giorno non torna a casa da scuola e tutto ciò che è raccontato nei capitoli successivi riguarda le indagini condotte dalla polizia per tentare innanzitutto di riportarla a casa e, in seguito al suo ritrovamento, di scoprire chi sia il responsabile della sua morte.
Le altre voci a cui è affidata la narrazione delle vicende appartengono alla madre della vittima Constance, alla migliore amica di Esther e sua coetanea Ronnie Thompson, all’altro loro amico Lewis Kennard, alla detective sergente Sarah Michaels.
Pur non essendo gli unici personaggi a popolare il vasto universo narrativo del romanzo, questi ultimi sono quelli che apportano non soltanto una descrizione finita dei fatti, bensì la mescolano con dettagli inerenti le loro vite, anche precedenti alla scomparsa di Esther.
Noi e gli altri
I capitoli di Ronnie, oltre a quelli raccontati da “Noi”, sono gli unici in prima persona, e sono ricchi di ricordi di momenti passati insieme a Esther, l’amica di sempre, la cui assenza è dolorosa e il mistero su chi le abbia fatto del male assillante.
Così come lo è quello che riguarda l’identità di suo padre: la madre di Ronnie, Evelyn, non glielo ha mai rivelato. E non è l’unica informazione che le tiene nascosta.
Anche Lewis, nonostante la sua tenera età, porta con sé dei segreti. Al di là del fatto che anche lui senta la mancanza di Esther, c’è qualcosa che non può dire al proposito, e nemmeno la sua ambigua famiglia si espone troppo.
La vita di Constance, poi, è precipitata nell’abisso fin dal momento in cui ha capito che sua figlia non stesse semplicemente tardando a tornare da scuola. In realtà, qualcos’altro l’aveva profondamente turbata già a partire da qualche ora prima, ma non sa se ciò che ha scoperto su suo marito Steven e ciò che è successo poco dopo alla figlia siano eventi collegati.
L’unica certezza che ha è la sua amica Shelly Thompson, zia di Ronnie e unica persona con cui Constance sia riuscita a legare da quando si è trasferita a Durton. È Shelly a starle vicino più di chiunque altro per tutto il periodo delle indagini.
A parte la detective sergente Sarah Michaels, ovviamente. La sua indiscussa professionalità nel gestire situazioni come questa viene a tratti adombrata da un pensiero ricorrente, riguardo quanto è successo con la sua ex ragazza prima che cominciasse a occuparsi del caso di Esther.
L’omosessualità di Sarah non è mai stato un problema nella sua vita e nel suo lavoro ma, forse, se fosse nata nella cittadina di provincia in cui si ritrova a condurre le indagini, le cose sarebbero potute andare diversamente.
Città di polvere: il lutto per Esther è anche nostro
‘Città di polvere’, insomma, è un giallo nel quale si vedono i protagonisti muoversi su uno sfondo descritto con dovizia di particolari non solo a livello concreto. Infatti, non ci si limita a vedere con chiarezza la terra brulla, a sentire sotto la suola delle scarpe l’asfalto rovente e nel respiro l’affanno causato dal caldo soffocante della cittadina australiana.
Grazie alle parole dei personaggi, alle metafore che utilizzano per spiegare ciò che provano, alla narrazione dei ricordi ai quali si abbandonano, si riesce anche a comprendere come le loro scelte vengano fortemente influenzate dal contesto sociale in cui vivono. Quello di un posto in cui si conoscono tutti, nel quale le voci girano in men che non si dica, e la gente teme il giudizio dei vicini di casa, prima ancora di quello della polizia:
“La città reagì come ci si sarebbe potuto aspettare. Un tale frullare di labbra che c’era da stupirsi che l’intera Dirt Town non si fosse staccata dal suolo e, come una libellula, non fosse volata via.”
La scrittura di Hayley Scrivenor e la traduzione di Fabrizio Coppola sono perfette per questo genere di romanzo: pulite, concise, incalzanti. Leggere dell’omicidio di una bambina e della sofferenza che questo causa in chi la ama, nei suoi genitori, in altri bimbi che le volevano bene, non è facile. Eppure, non si riesce a interrompere la lettura di ‘Città di polvere’.
La vita di un intero paesino cambia per sempre nel momento in cui Esther scompare. E noi, che non abbiamo la possibilità di leggere alcuna parola proveniente da lei, poiché cominciamo a conoscerla solo dal momento in cui viene trovata morta, ne sentiamo comunque la mancanza nel corso dell’intero libro.
E continuiamo a sentirla quando terminiamo la lettura, chiudiamo il volume e mettiamo la sua storia, tra le altre, sullo scaffale della nostra libreria.
Eva Maria Vianello
Biografia
Hayley Scrivenor è un’autrice australiana, ricercatrice in Scrittura creativa presso la Wollongong University ed ex direttrice del Writers Festival locale. Best seller in Australia, Città di polvere è il suo romanzo d’esordio che, prima di essere pubblicato, ha vinto il KYD Unpublished Manuscript Award ed è stato selezionato per il Penguin Literary Prize.
Città di polvere
Edizioni NN Editore
Collana La stagione
Genere Giallo
Anno 2023
Pagine 350