Fino al 10 marzo, il teatro Lo Spazio di Roma ha ospitato ‘Clitennestra, voi la mia coscienza io il vostro grido’; il lavoro nasce da un’idea di Eleonora Lipuma e Federica Genovese e rappresenta sul palcoscenico parte degli episodi più cruciali dell’“Orestea” di Eschilo: il risultato è piuttosto ambivalente e lascia perplessa quella parte di pubblico più avvezza alle opere teatrali
Tra le tante avventure e disavventure narrate nell’“Orestea” – il trittico di tragedie scritte da Eschilo – durante gli anni della guerra di Troia, una delle più significative è quella che ha visto come protagonisti Clitennestra, Agamennone ed Egisto: i tre sono coinvolti in un sanguinoso triangolo amoroso che, come è naturale aspettarsi, finirà in tragedia accompagnato dalle testimonianze di altri personaggi fondamentali nell’opera eschilea quali Oreste, Ifigenia, Elettra e Cassandra.
‘Clitennestra, voi la mia coscienza io il vostro grido’ è un singolare lavoro teatrale, ideato da Eleonora Lipuma e Federica Genovese e diretto da Alessia Tona, che porta in scena una incerta versione di parte dell’“Orestea” di Eschilo con un’apparenza contemporanea e oscura.
Sebbene nella regia siano presenti un paio di idee piuttosto azzeccate, lo spettacolo, suo malgrado, nella propria globalità ha l’atmosfera e la resa di un saggio da corso di recitazione che non riesce a convincere totalmente.
Clitennestra: inutile attualizzazione
Nella rappresentazione sono presenti infatti diversi elementi che cercano di portare l’opera ai giorni nostri i quali, tuttavia, hanno uno spirito scolastico che non crea nessun effetto di novità né tantomeno mostra un’attenzione più consapevole verso il copione originale.
La rappresentazione insiste molto sul dinamismo creato dalla regia che in qualche scena funziona piuttosto bene ma in altre rivela una serie di ingenuità che, appunto, avvicinano il lavoro a un’identità più debolmente accademica.
Gli attori del cast sono tutti giovani e capaci e in questo piccolo gruppo due o tre membri in particolare riescono a fare un’ottima figura, con l’inevitabile effetto, però, di mettere in ombra ed esaltare i difetti degli interpreti invece meno preparati.
Clitennestra: troppe ingenuità
Questo risulta dunque uno spettacolo non del tutto riuscito che, pur costruito sull’evidente buona fede delle ideatrici, si perde in tante piccole banalità che ne abbassano la qualità.
Nella messinscena è presente anche un riferimento al cruento e noto delitto di Novi Ligure che, apparendo del tutto forzato, pone questo lavoro in una categoria di rappresentazioni teatrali, ormai ampiamente superate, nelle quali, secondo le intenzioni di registi e autori, diventava necessario un parallelismo con il presente che, almeno in questo caso, fondamentalmente non esiste.
Gabriele Amoroso
Foto: Giancarlo De Luca
Teatro Lo Spazio
dal 7 al 10 marzo
Clitennestra, voi la mia coscienza io il vostro grido
da un’idea di Eleonora Lipuma e Federica Genovese
Regia di Alessia Tona
Con Chiara Caporali, Carlo Falconetti, Virginia La Tella, Eleonora Lipuma, Marco Masiello, Lorenzo Martinelli e Maddalena Serratore
Luci e Fonica Marco Bertoni
Voci Maurizio Canforini e Antonio Tocco
Assistente alla regia Maddalena Serratore
Assistente di compagnia Agnese Breda
MUA Marta Serratore