Una soluzione narrativa alle condanne culturali
“Dio è come un chiodo – chiarì il vecchio con il tono rassegnato e gli occhi bassi –, se lo usi per trafiggere un cuore, la colpa non è sua…”
‘Come il buio per le stelle’ edito da IoScrittore (Gruppo editoriale Mauri Spagnol) nel novembre 2020, è un libro sul perdono, sulla diversità e su una redenzione possibile
In culture ancestrali radicate nel nostro Paese, i padri picchiavano i propri figli e insegnavano loro il dolore dell’amore. Nella Sardegna di Gavino Ledda, un “Padre padrone” frustava il suo bambino per costringerlo a vincere il terrore della notte, della solitudine, e rimanere ai pascoli per badare al gregge. In altre parole, lo educava alla vita. Perché la vita non è fatta di baci e carezze, ma di delusioni, di paure e di solitudine.
In altre culture, ancora più lontane dal nostro immaginario, esistono padri che insegnano come resistere ai calci e ai pugni, o come sparare con un fucile. Questo accade oggi, in alcuni paesi dove il fondamentalismo islamico è tramandato di generazione in generazione.
Il libro di Pierangelo Consoli ce lo racconta attraverso gli occhi di Said, un giovane siriano.
“Niente buio, niente stelle”, si ripete Said ogni volta che ripensa alle parole di suo padre, comprendendo che in quelle botte, in quel buio, si celava per assurdo un insegnamento importante: non esiste il bene se non all’interno del male.
Said è stato educato all’Islam radicale. Non ha avuto il coraggio di portare a termine il compito di farsi esplodere nel corso di un attentato che dall’Andalusia ha sconvolto l’intera Europa. La sua vita è una vita di fuga, di speranza, di rivalsa.
“Said osservava la vita degli altri con distacco, riflettendo su quell’armonia che si apprestava a distruggere.”
Arriva in Italia, a Napoli, dove il passato di popoli disperati come il suo è ancora visibile nei volti e nelle mani. Qui, si sente meno solo. Perché Napoli può nascondere, può dimenticare, ma soprattutto può perdonare. E così, ancora una volta, Napoli accoglie un esule che cerca rifugio nelle sue braccia, ma in realtà offre protezione a un’intera generazione di fuggiaschi, figli senza padri e senza madri, dei senza famiglia dalla personalità spigolosa come il tufo, “una pietra stupida, gialla, non malleabile, porosa, che non sa respingere mai del tutto.”
Napoli è raccontata attraverso i suoi simboli, dalle leggende legate alla figura della Regina Margherita alla musica di Nino D’Angelo. È una patria, più che una città, culla di una koinè letteraria e culturale senza eguali, afflitta dalle sue contraddizioni, dall’ingiustizia dei potenti e dalla strafottenza dei poveri cristi.
Una città in cui “dentro ci finisce sempre la povera gente”, in cui “la notte è il purgatorio delle anime che aspettano, uno sguardo verso i cieli e un piede nell’abisso”.
Gli abitanti del buio della Napoli di Consoli, come “Il popolo degli abissi” dei sobborghi londinesi descritti da Jack London nel 1903, sono martiri, in perenne attesa di una grazia, venerano santi pagani ed esultano alla vista del loro sangue.
Il popolo napoletano, che qui si racconta, trova la sua salvezza nel significato esoterico dei gatti e delle stelle, e infine – ed è questo che lo accomuna a qualsiasi altro popolo, in qualsiasi altra epoca – nell’amore. Quell’amore che lei mostra al protagonista, lassù, in cima alle scale malmesse, alle spalle del Chiostro di Santa Chiara, un amore nascosto in un cielo notturno, buio, ma colmo di stelle.
È in quelle stelle, o in un corpo nudo che ci attende alle nostre spalle mentre sogniamo e ricordiamo, oppure in un disegno di una bambina cinese di quattro anni appeso al frigorifero, che questo libro è capace di mostrarci quello che abbiamo tutti da perdere, quell’umano che ci hanno strappato nei campi siriani o nel più abietto dei vicoli di Forcella.
Pierangelo Consoli dedica questo romanzo al padre, e chiude un ciclo, dipingendo un profondo paratesto, sintomo di letteratura alta per la quale gli editor delle case editrici rappresentate dal torneo letterario IoScrittore hanno avuto buon fiuto.
Frank Iodice
Biografia
Pierangelo Consoli è nato nel 1981 ed è cresciuto a Sparanise. Scrive per “Satisfiction”. Salernitano, trapiantato a Napoli per dieci anni, è laureato in Lettere Moderne. Chitarrista e padre, ha svolto svariati lavori. Ha alle spalle diverse pubblicazioni.
Pierangelo Consoli
Come il buio per le stelle
Editore IoScrittore
Genere Narrativa
Collana IoScrittore
Edizione 2020
Pagine 184