La convivenza che fa la differenza
In scena al teatro Vittoria di Roma dal 26 novembre al 4 dicembre, ‘Come se foste a casa vostra’ è una commedia dalla doppia anima che punta il dito contro il razzismo e il presunto antirazzismo attraverso un linguaggio tendenzialmente comico che toglie forza e verità allo spirito del copione
Un incredibile decreto ministeriale obbliga tutte le famiglie proprietarie di appartamenti superiori a determinate metrature a ospitare per un periodo indeterminato un numero altrettanto indeterminato di immigrati. L’abitazione della controversa coppia di coniugi formata da Maria e Riccardo, che rientra in quei parametri, diventerà così anche la nuova casa, con tutte le conseguenze del caso, degli africani Hazuz e Haya.
C’è una dicotomia di fondo che caratterizza l’intero spettacolo scritto e diretto da Michele Cosentini: la sostanza più importante del testo e la sua resa scenica non riescono a trovare un’armonia che le faccia fondere.
Il lavoro è purtroppo pieno di luoghi comuni e situazioni portate in scena con troppa scontatezza e non si riscontra mai nessun elemento che possa essere considerato realistico, anzi, le diverse situazioni raccontate durante tutta l’azione sono poco verosimili e continuamente compromesse da una comicità quasi mai necessaria che rende l’intera rappresentazione confusionaria e fuori fuoco.
All’interno del copione sono presenti tutte le migliori intenzioni e la cruda ma onesta riflessione sull’intolleranza e sul razzismo tocca comunque la coscienza, sottolineando l’ipocrisia di chi si dichiara, o meglio crede di essere, antirazzista. In questo caso però un messaggio tanto importante viene pesantemente snaturato e messo in secondo piano da una messinscena che si inquadra continuamente in contorni fatti di approssimazione e umorismo estremamente pallido: in sostanza la bontà del testo non è a suo agio nelle vesti di commedia.
Neppure l’evocativo e drammatico finale, che oltretutto ha il difetto di concludere seccamente e inaspettatamente lo spettacolo, riesce a salvare una messinscena che trasmette ben poche emozioni e diverte ancora meno.
Quello che l’autore vuole comunicare arriva forte e chiaro ma ‘Come se foste a casa vostra’ è un lampante esempio di come forma e contenuto siano due circostanze differenti e di come serva sempre uno sforzo in più per renderle una adatta all’altra.
Gabriele Amoroso
Teatro Vittoria
dal 26 novembre al 4 dicembre
Come se foste a casa vostra
di Michele Cosentini
regia Michele Cosentini
con Sveva Tedeschi, Luca Ferrini, Alberto Melone, Ashai Lombardo Arop, Paolo Roca Rey e Yonas Aregay
luci e fonica Multicolor Service
idea scenica Barbara Ferrini
direzione di scena Davide Sapienza
produzione Alt Academy