In scena a Fortezza Est, il nuovo polo multiculturale di Tor Pignattara, ‘Con un quaderno nel portapacchi: Milano – Udine’ è l’ultimo lavoro di Giuseppe Mortelliti, ottimo interprete e autore siciliano, che con un lungo monologo racconta un viaggio reale e metaforico compiuto in bicicletta, pochi mesi fa, lungo le regioni dell’Italia settentrionale
La scorsa estate Giuseppe, in sella alla sua fedele bicicletta Girardenga, ha pedalato da Milano a Udine in solitaria completando un viaggio a tappe, faticoso ed emozionante, che probabilmente andava fatto: nel corso di centinaia di km, l’artista e ciclista ha costruito ricordi che difficilmente svaniranno.
Nel suo ordine disordinato ‘Con un quaderno nel portapacchi’ è uno spettacolo bello e imperfetto: Giuseppe Mortelliti, come sempre impeccabile sia come attore sia come drammaturgo, firma un testo che sembra identificato da una doppia anima.
Se da un lato il lungo monologo si presenta preciso, ponderato e ragionato, dall’altro, in tantissimi passaggi, le parole danno l’impressione di esser state messe su carta di getto, perdendo un contorno logico e lasciandosi scrivere dal solo sentimento.
Questo dualismo conferisce alla rappresentazione un sostanza eterogenea che porta lo spettatore, talvolta, a non afferrare ciò che l’autore vuole raccontare dall’inizio alla fine: è come se una grossa onda di emozioni travolgesse il pubblico mettendolo in difficoltà e non dandogli la possibilità di stare al passo con gli episodi descritti nell’opera e dunque assorbirli.
Una strada lunga 700 km
È chiaro però come quella intensa pedalata abbia significato moltissimo per Mortelliti e quanto abbia lasciato nella sua memoria poiché il copione, lungo come il viaggio, è materialmente pieno, forse troppo.
Questa avventura è personale, difficile da condividere con altri nella sua interezza, ma la peculiare natura da diario di viaggio permette almeno in parte di comprendere lo spirito e il cuore con cui il protagonista ha vissuto quella strada lunga 700 km.
Giuseppe Mortelliti è un uomo che sa stare sul palcoscenico, le sue prestazioni, e questa non fa eccezione, sono sempre cariche di fatica, passione, grandissima conoscenza del mezzo teatrale, esigenza di raccontare e necessità quasi fisica di interagire con la sua platea.
Come lo stesso Mortelliti si domanda a fine spettacolo, se questo lavoro potesse migliorare, l’autore non avrebbe problemi a rimaneggiare il copione dunque, esaurito questo primo giro di repliche, con i suggerimenti del pubblico è probabile che ‘Con un quaderno del portapacchi’ diventi uno spettacolo eccezionale.
Gabriele Amoroso
Foto: Alessio Trerotoli
Fortezza Est
dal 7 al 9 aprile
Con un quaderno nel portapacchi: Milano – Udine
di e con Giuseppe Mortelliti
Regia Giuseppe Mortelliti
Tecnica Simone Martino