In scena al teatro Argot Studio di Roma, dal 24 febbraio al 6 marzo, ‘Così è (o mi pare)’ è lo spettacolo diretto e interpretato Elio Germano che, partendo dal testo – quasi omonimo – di Luigi Pirandello, diventa un lavoro di realtà virtuale nel quale il pubblico viene trasportato tramite cuffie e visori 3D
Il signor Ponza e sua suocera, la signora Frola, riparano in una provincia siciliana dopo esser sopravvissuti a un terribile terremoto. Una volta in città, le due figure diventano oggetto dei sospetti e dei pettegolezzi del resto della comunità, dal momento che pare esista anche una signora Ponza, moglie di uno e figlia dell’altra, che per motivi ignoti viene tenuta prigioniera in casa.
Elio Germano ha avuto l’idea di creare una realtà teatrale virtuale: dotati di cuffie e visori, gli spettatori assistono a una rappresentazione dove si è totalmente presenti, non a caso, infatti, Germano ha inventato un personaggio che, nel gruppo dei personaggi originali, rappresenta un anziano commendatore in sedia a rotelle che osserva tutto, immobile e in silenzio, e che viene interpretato dal pubblico.
Questa tecnica sarebbe suggestiva al suo massimo se lo spettatore fosse all’interno di una azione dinamica, sviluppata in più ambienti, in un contesto irreale o fantastico ma naturalmente nulla di questo appartiene ai copioni di Pirandello.
Uno spettacolo teatrale realizzato con la tecnica della realtà virtuale è un esperimento che lascia perplessi: un’azione che nasce per vivere su due dimensioni, e che su quelle stesse rimane, non subisce una trasformazione significativa con quella stessa tecnica.
Il valore aggiunto dello spettacolo viene tutto dal testo originale; i temi cari a Pirandello – il vero e il verosimile, il doppio, la maschera – ci sono tutti e come sempre sono questi a fare presa sullo spettatore.
In quello che appare come un lungo piano sequenza cinematografico, l’intero cast dà il meglio di sé sebbene al controllo delle imprecisioni e alle piccole improvvisazioni si alternino dei controscena troppo insistenti.
Nella realizzazione della messinscena, Elio Germano, da regista, ha orchestrato un lavoro corale molto ben organizzato e coordinato, mantenendo comunque un assetto di palese natura teatrale.
Tuttavia, è fondamentalmente inutile creare un’esperienza di realtà virtuale nella quale lo spettatore si trova in un’ambientazione in cui tutto è fermo e i 360 gradi di fatto si limitano a 180.
Visori e cuffie aggiungono davvero poco a una rappresentazione che sul palco di un teatro avrebbe avuto in pratica la stessa resa, se non addirittura migliore.
Gabriele Amoroso
Teatro Argot Studio
dal 24 febbraio al 6 marzo
Così è (o mi pare)
Una riscrittura per realtà virtuale di Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello
Adattamento e regia Elio Germano
con Elio Germano, Gaetano Bruno, Serena Barone, Isabella Ragonese, Pippo Di Marca, Michele Sinisi, Natalia Magni, Caterina Biasiol, Maria Sole Mansutti, Daniele Parisi, Gioia Salvatori, Fabrizio Careddu, Marco Ripoldi, Luisa Bosi, Ivo Romagnoli, Lisio Castiglia, Davide Grillo, Bruno Valente
Direttore della fotografia Matteo Cocco
Sound design Gabry Fasano
Costumi Andrea Cavalletto
Scenografia Federica Francolini
Make up design Dalia Colli
Hair design Daniela Tartari
Sound supervisor Luca Fortino
VR supervisor e final design Omar Rashid
Aiuto regia Claudio Aloia
Assistenti alla regia Martina Cavazzana, Rebecca Righetti
Segretaria di edizione Carolina Marconi
Operatore camera e post produzione Sasan Bahadorinejad
Effetti speciali e post-produzione Cosimo Lombardelli
Color correction Nazzareno Neri
Microfonista Andrea Bruni
Assistente costumista Eleonora Medolla
Sarta Eleonora Sgherri
Puppet Eugenio Casini
Grafica Azzurra Giuntini
Supporto logistico Sara Tonani
Organizzazione Dario Costa
Amministrazione Morena Lenti
Prodotto da Pierfrancesco Pisani, Alessandro Mancini, Omar Rashid, Luca Fortino, Elio Germano