Non è facile trovare e rammentare un film del nostro cinema, unico nel suo genere, soprattutto negli ultimi anni. Se riavvolgiamo il nastro e facciamo ricorso alla memoria, qualche perla si trova. Dall’oblio del ricordo collettivo emerge un piccolo gioiellino, ‘Cresceranno i carciofi a Mimongo’, con la sorprendente e divertita interpretazione di due attori allora esordienti: Daniele Liotti e Valerio Mastandrea
Con il memorabile “Tutti giù per Terra“ di Davide Ferrario abbiamo iniziato un viaggio nel cinema indie italiano e lo vogliamo proseguire raccontandovi di film poco diffusi e approfonditi che, tra la fine degli anni novanta e gli anni duemila, hanno conosciuto un periodo brevissimo ma di grande splendore.
Proprio in questa nicchia temporale, l’identità mutevole e la sensazione perenne di cambiamento incombente dà forza e vigore a un nuovo linguaggio cinematografico.
Ovvero aver saputo narrare in modo puntuale ed efficace, quasi come fosse un’istantanea, sentimenti, umori, sogni e prospettive – tutte disattese – di una generazione intera.
Le pellicole indipendenti di solito si realizzano con poche risorse economiche e hanno una diffusione esigua nelle sale. Tuttavia, la storia del cinema ha dimostrato che, quando buone sceneggiature, idee e soprattutto coraggio di osare combaciano, l’aspetto economico non è tutto.
E ‘Cresceranno i carciofi a Mimongo’ è la perfetta dimostrazione di questo concetto. Un film in bianco e nero, asciutto e parco.
Cresceranno i carciofi a Mimongo: un’idea coraggiosa
Diretta da Fulvio Ottaviano, l’opera è stata ripresa con una vecchia macchina da presa in modo irresistibile e sagace. Essa inoltre offre uno spaccato sociale giovanile che di certo non rappresenta un elemento di novità.
Nonostante questo ‘Cresceranno i carciofi a Mimongo’ ha un potenziale da non sottovalutare e che fa differenza: il duo protagonista.
Daniele Liotti e Valerio Mastandrea, allora pressoché due sconosciuti, reggono da soli il lungometraggio mostrando una chimica e un affiatamento assolutamente godibile, che spesso sfocia in gag esilaranti.
I personaggi apolitici
Sergio (Liotti) ed Enzo (Mastandrea) sono due ventenni molto distensivi e disimpegnati.
Il primo è un neolaureato in agraria con una tesi sulla coltivazione del carciofo sui terreni aridi, alla perenne ricerca di un lavoro. Tuttavia, non disdegna l’ozio e gli slanci amorosi con le ragazze.
Il secondo, condivide l’appartamento con il suo migliore amico Sergio, e ha un talento naturale nel vivere alla giornata e schivare qualsiasi problema del quotidiano ricordando un po’ il personaggio di Alberto Sordi ne “I Vitelloni”.
La quiete di Sergio però, fra test da superare e curriculum da inviare, viene interrotta da una notizia che lo sconvolge: Rita, la ragazza di cui ancora è innamorato è in procinto di sposarsi. Si innescano così situazioni tragicomiche e divertenti, sorrette in maniera impeccabile dall’ironia e dalla verve dei due giovani attori.
Ritratto di un’epoca unica ed irripetibile
‘Cresceranno i Carciofi a Mimongo’ è un film generazionale, che colpisce per lo stile spigliato e spontaneo, il taglio graffiante e la sua citazione del contemporaneo “Clerks” di Kevin Smith.
Il girato si smarca dal racconto post-adolescenziale che spesso scade nel vittimismo e nell’auto commiserazione, ma neppure offre uno spaccato cinico e nichilista come spesso accade nel cinema odierno quando si parla di giovani.
Anzi, ritrae un naturale affresco della collettività non più ideologica, senza però fare alcun cenno alla politica volto all’esclusiva affrancazione da ciò che è impegno sociale, attraverso i caratteri surrealisti e totalmente libertari.
Questi ultimi inoltre conferiscono all’opera un’attitudine irriverente e leggera, rendendola piacevole da seguire, attraverso una musicalità e un ritmo degno di un videoclip di MTV che, a quei tempi, impazzava nelle tv dei ragazzi.
Tra “antico” e moderno
La freschezza e la spontaneità dei protagonisti è la marcia in più. Liotti e Mastandrea sono visibilmente acerbi: è del tutto comprensibile. Sono agli esordi, ma non importa.
Sono tuttavia perfetti nell’inquadrare i giovani del periodo contestualizzato che, dopotutto, non sono dissimili da quelli attuali.
Esattamente come in altre pellicole degli anni Novanta, fondamentale e preponderante è la musica.
La colonna sonora infatti si basa sulla scelta del rap contemporaneo (Jovanotti in primis) e predilige il reggae/ska italiano del tempo in coerenza con il tema africano (Mimongo è una piccola cittadina africana nel Gabon).
Se pensiamo al cinema attuale, invece, sempre più appiattito e sempre meno adito a strutturare narrazioni equilibrate ed efficaci – seppur con i suoi limiti -, viene facile fare paragoni con opere del secolo scorso.
‘Cresceranno i Carciofi a Mimongo’ è quindi davvero difficile da dimenticare proprio per la verve con quale riesce a sintetizzare e ridimensionare situazioni reali.
Andrea Di Sciullo
Foto dal web
Cresceranno i Carciofi a Mimongo
Regia Fulvio Ottaviano
con
Daniele Liotti Sergio Baldini
Francesca Schiavo Rita
Valerio Mastandrea Enzo
Patrizia Pezza Flaminia
Francesco Siciliano Federico
Chantal Ughi Chantal
Luisa Ammaniti Betta
Elena Bermani Miriana
Stefania De Luca Gaby
Paola Mele Signora con coniglio
Giulia Bonura Giulia
Simonetta Guidotti Signora con cane
Giandomenico Spinola Bracconiere
Piero Natoli Paolo Baldini
Gennaro Formisano Fratellino
Tonino Zangardi Head Hunter
Roberto Bragaglia Corriere della droga
Alessandra Bonarota Luisa
Francesca Ponziani Deborah
Luisa Brancaccio Ragazza al telefono
Gabriella Masoni Stefania da giovane
Katia Gabrielli Ilaria
Antonella Avolio Gertrude
Gianni Fallacara Socrate
Simona Marchini Stefania
Morena De Pasquale Beatrice
Christopher Buchholz Regista horror
Elena Cantarone Segretaria produzione horror
Niccolò Ammaniti Fattorino produzione Horror
Rocco Mortelliti Attore horror
Altero Borghi Truccatore horror
Michele Carpentieri Produttore horror
Maria Giannelli Attrice horror
Michele La Ginestra Davide
Rocco Papaleo Esaminatore
Roberta Terregna Livia
Piero Chiambretti voce fuori campo di Ermanno Lopez
Soggetto e Sceneggiatura Francesco Ranieri Martinotti e Fulvio Ottaviano
Costumi Cristina Francioni
Fotografia Marco Cristiani
Montaggio Fulvio Ottaviano
Musiche Gian Andrea Tabacchi
Scenografia Massimo Maccari e Francesco Ranieri Martinotti
Genere Commedia
Casa di produzione Cecchi Gori Group
Produttore Laurentina e Valentina Guidotti, Francesco Ranieri Martinotti
Italia, 1996