L’inesistenza del tempo
“La maniera migliore per ricordare che la narrazione può trascinarti lontano da te stesso e allo stesso tempo farti capire esattamente il tuo posto nel mondo.”
Arrivato nelle librerie italiane il 28 gennaio scorso, ‘Decameron Project’ è figlio del quotidiano New York Times, uno dei giornali più autorevoli al mondo. Una breve storia sul Coronavirus, uscita l’estate scorsa, ha riscosso un ampio apprezzamento da parte dei lettori che si è deciso di proseguire a diffondere questo tipo di racconti: dopo alcuni mesi, è stato pubblicato un libro con ventinove storie ispirate al periodo pandemico
Quanti di noi italiani hanno letto o studiato la famosa opera di Giovanni Boccaccio, “Il Decameron” o “Decamerone”? Le cento novelle del Boccaccio sono ambientate a Firenze nel secolo XIV, periodo in cui tutta Europa fu colpita dalla peste nera. Sette ragazze e tre ragazzi, per scampare al pericolo, si trasferiscono in campagna nei dintorni del capoluogo toscano e a turno narrano delle storie.
La pandemia, che sta tuttora ferendo il mondo, è stata ed è un ottimo punto di osservazione nonché uno spunto per esporre quanto ora ci travolge. L’approccio con l’opera di Giovanni Boccaccio, “Il Decameron”, è venuto di conseguenza spontaneo. Di fatto il tomo è stato uno dei libri più venduti del 2020: una similitudine che accomuna il Trecento alla modernità.
È nata così l’idea di realizzare un Decamerone attualizzato al momento che stiamo vivendo. Un articolo scritto con l’intenzione di consigliare letture durante la quarantena, seguito da altre brevi storie pubblicate sul New York Time, è stato il punto di partenza.
Gli scrittori invitati all’iniziativa degli editor del “New York Times Magazine” hanno collaborato con entusiasmo, grazie al desiderio di raccontare la pandemia secondo il proprio punto di vista. Il diffondersi rapido del virus e l’aumento dei lockdown infatti hanno modificato gli atteggiamenti della gente e da Giovanni Boccaccio ci siamo spostati al quotidiano americano tramite il ‘Decameron Project’.
Le novelle si susseguono lineari, differiscono per narrazione e stile di scrittura – come è giusto che sia –, poiché gli autori sono ventinove e di diverse nazionalità: dal Canada all’Irlanda, dal Pakistan all’Etiopia, dagli Stati Uniti alla Francia, dall’Iran alla Nigeria, e così via. L’italiano Paolo Giordano ha contribuito con “Il compagno di viaggio perfetto”.
Il racconto, pubblicato su “Il Corriere della Sera” il 25 luglio scorso, presenta una scrittura scorrevole. Narra di una convivenza a tre e lo scrittore descrive la vicenda in prima persona: l’arrivo imminente del figlio della sua compagna scombussola i suoi pensieri e aumenta le sue preoccupazioni.
Al ‘Decameron Project’ hanno dunque aderito scrittori e scrittrici che abbracciano diversi generi letterari e di calibro internazionale, come Karen Russell nominata al premio Pulitzer per fiction, o Margaret Atwood, più volte candidata al Nobel per la letteratura. La presenza di Tommy Orange, della tribù Cheyenne e Arapaho dell’Oklahoma, arricchisce la scelta dei racconti con “La squadra”, storia originale e concitata, quasi senza fiato.
La raccolta di ventinove novelle di distingue quindi per i modi di scrivere dissimili facendoci comprendere le diversità di ogni scrittore. Noi ci immergiamo tra suspense, paranormale, storie dentro altre storie; qualcuno invece ha scelto di descrivere i comportamenti adottati nella vita di tutti i giorni, come Kamila Shamsie ne “La passeggiata”.
La protagonista Azra, insieme alla sua amica Zohra, passeggia tra le architetture di Karachi e il suo parco ammirandone la bellezza, e vive un senso di libertà che ci giunge immediato; infine, non poteva mancare una storia con protagonisti gli extraterrestri di Margaret Atwood, dal titolo “L’impazienza di Griselda”.
“Ma convincere i ragazzi di quell’età che esistesse qualcosa di più letale della solitudine era impossibile”.
Tutti i racconti non rappresentano storie reali, ma comunque esprimono e mettono in risalto i sentimenti e le paure che l’essere umano ha vissuto e sta vivendo tuttora: solitudine, nostalgia di casa e della propria Patria (che molti immigrati soffrono), preoccupazioni all’interno di un carcere e negli ospedali, relazioni di coppia, convivenza forzata in famiglia, ma anche l’emozione di vivere all’aria aperta, baciati dal sole e pedalare senza limiti.
Scopriamo poi sensazioni quali individualismo, depressione, indurimento di fronte alle tragedie provocate dalla pandemia, indifferenza al dolore dell’altro, insensibilità verso la natura, atteggiamenti descritti quasi come fossero già insiti in noi.
Gli avvenimenti sono ambientati in varie città di cui si respira l’atmosfera silente: New York, Parigi, Glasgow, Teheran, Caddo, Roma sono alcune di esse. Fatti tutti focalizzati sulla condizione dell’uomo impotente di fronte a un problema che non può risolvere e non dipende affatto da lui.
Il virus, dunque, si legge tra le righe ha spento le emozioni, ha immobilizzato la vita e i centri urbani, ha reimpostato le esistenze di tutti spingendoci a riflettere sulla vita e sulla morte, sul silenzio e sulle proprie priorità/necessità, facendoci reinventare un poco gli spazi vitali e la concezione del tempo.
“Il tempo privo di senso era un fatto collettivo, eppure strettamente intimo. Non provocava altro che un torpore, un’indifferenza, un tipo di sconforto peculiare, profondo”.
‘Decameron Project’, edito da NN, è un insieme di situazioni, di percezioni e di impulsività che ci riporta al 2020 quando un virus invisibile e minuscolo ha costretto a fermarci tutti. Approcciarsi a tale opera, adatta ad adulti e rivolta a un target più giovane, sarà un viaggio piacevole: ci si può immedesimare e intrattenere con queste narrazioni dagli scenari fantastici e a volte assurdi per trascorrere del tempo gradevole.
Agnese De Luca
Decameron Project è un progetto degli editor del “New York Times Magazine”, che durante la pandemia hanno chiesto a ventinove grandi scrittori internazionali di raccontare e immaginare il loro presente. Con questa raccolta NNE ha deciso di partecipare al racconto del mondo in cui abbiamo vissuto.
Decameron Project
Ventinove novelle: “Un cielo così azzurro”, Mona Awad; “La passeggiata”, Kamila Shamsie; “Storie del fiume L.A.”, Colm Tóibín; “Appunti clinici”, Liz Moore; “La squadra”, Tommy Orange; “Il sasso”, Leila Slimani; “L’impazienza di Griselda”, Margaret Atwood; “Sotto la magnolia”, Yiyum Li; “Fuori”, Etgar Keret; “Cimeli”, Andrew O’Hagan; “La ragazza col valigione rosso”, Rachel Kushner; “Il morningside”, Téa Obreth; “Esposizione agli schermi”, Alejandro Zambra; “Ti ricordi quel gioco”, Dinaw Mengestu; “Linea 19, da Woodstock a Glisan”, Karen Russell; “Se i desideri fossero cavalli”, David Mitchell; “Sistemi”, Charles Yu; “Il compagno di viaggio perfetto”, Paolo Giordano; “Un ladro gentile”, Mia Couto; “Sonno”, Uzodinma Iweala; “La cantina”, Dina Nayeri; “Quella volta al matrimonio di mio fratello”, Laila Lalami; “Nel tempo della morte, la morte del tempo”, Julián Fuks; “Ragazze prudenti”, Rivers Solomon; “Racconto delle origini”, Matthew Baker; “Alla muraglia”, Esi Edugyan; “Barcellona, città aperta”, John Wray; “Una cosa tutta nostra”, Edwidge Danticat
Edizioni NN editore
Collana La Stagione
Genere Narrativa
Anno 2020
Pagine 224